Tra ignoranza e moda, in tema di erboristeria dilaga pericolosamente il fa da te, mentre il Web propone nuovi rischiosi prodotti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 febbraio 2005 14:30
Tra ignoranza e moda, in tema di erboristeria dilaga pericolosamente il fa da te, mentre il Web propone nuovi rischiosi prodotti

Carrara – Il proverbio tibetano Le erbe velenose crescono anche fra quelle medicinali spiega esattamente agli italiani il problema di fondo delle loro pratiche disinvolte in materia di fitoterapia. L’idea che i prodotti naturali facciano bene a prescindere è diffusa e dura a morire, esattamente come la pratica del fai da te che coinvolge il 31% dei consumatori. Atteggiamenti tanto più rischiosi da quando Internet ha moltiplicato trappole e ciarlatani.
Per esempio non conviene fare acquisti alla cieca sul web.
Stavolta gli webnauti-erboristi di Firenzuoli hanno scoperto che nei negozi virtuali da qualche mese si vendono certi nuovi integratori a base di riso fermentato.

I quali in farmacia sono controllati dal ministero della salute in quanto contengono statine suscettibili di effetti collaterali tossici anche importanti a carico di muscoli e fegato, e dunque le confezioni riportano le indicazioni necessarie. Su internet, invece, non si sta a sottilizzare, la pubblicità decanta le impagabili virtù del ritrovato naturale e la clamorosa mancanza di informazioni circa la presenza di statine, unita alla tendenza al fai da te, diventa pericolosamente fuorviante per il medico chiamato a far fronte ad eventuali reazioni avverse.
In altre parole, il naturale nasconde una quantità di trabocchetti, tanto più rischiosi quanto più in materia si è ignoranti.

E che per la grande maggioranza degli italiani le piante restino un mistero lo si sa da varie indagini, l’ultima dalla rivista di scienza e natura Modus Vivendi. Una persona su 3 usa più o meno abitualmente prodotti d’erboristeria, ma solo 3 su 10 sanno che cos’è la fitoterapia e addirittura 16 su 100 hanno fatto uso di farmaci fitoterapici senza averne idea.
L'indagine rileva una vera passione nazionale per il naturale, estratti, tisane, decotti, pillole per malesseri anche lievi come mal di testa o bruciori di stomaco.

Protagonisti soprattutto i giovani, in gran parte donne con istruzione medio-alta e residenza in Centro - Nord. Niente di male, anzi, quando di mezzo c’è uno specialista. Da preoccuparsi quando la gente pretende di far di testa propria. In proposito l’equipe di Firenzuoli ha messo a punto un vademecum che parla chiaro.
Intanto spiega che la fitoterapia è una disciplina di competenza medica, non alternativa alla medicina ufficiale perché usa le piante non per sentito dire, ma su basi scientifiche.

Suggerisce di chiedere sempre consiglio al medico curante, ricorda che i farmaci vegetali possono intervenire in molte patologie, anche come terapia complementare, e raccomanda di non usare erbe raccolte spontaneamente.
Quanto agli estratti, il vademecum spiega che la terapia medica ne prevede l’uso a dosi controllate, purificate e standardizzate in principi attivi. Dice che di usare con cautela i prodotti con numerose piante e di conservare comunque tutto in luoghi freschi, asciutti e protetti dalla luce.

Infine mette in guardia dall’uso in gravidanza o allattamento, a meno che non si tratti di prodotti specifici o prescritti dal medico, e avverte che i prodotti naturali possono avere effetti collaterali, reazioni allergiche o interazioni con altri farmaci. L’ultimo consiglio? Chiamare, per ogni evenienza, Linea Verde Pronto Salute (0571.702451), ossia il centro di Firenzuoli, che, a scanso di equivoci, è un ambulatorio pubblico.

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