Al Puccini Uno spettacolo di Marasco per conoscere il grande Odoardo Spadaro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 febbraio 2005 13:42
Al  Puccini   Uno spettacolo  di   Marasco per conoscere  il grande Odoardo Spadaro

Gli spettacoli di Riccardo Marasco nascono dalla sua instancabile tenacia di ricercatore (uno dei più profondi conoscitori della canzone italiana nella sua tradizione secolare) e dalla sua grande carica artistica, prepotentemente dirompente tramite le sue non comuni doti musicali ed i suoi eccezionali mezzi vocali. Adesso con lo spettacolo "Un bacione a Spadaro",(in programma venerdì e sabato al Teatro Puccini ) Riccardo Marasco intende mettere a disposizione le sue doti di ricercatore e di musicista per ricostruire la vita di Odoardo Spadaro.Lo spettacolo permette anche a un pubblico giovane di conoscere le canzoni e l’opera del grande chansonnier fiorentino.Lo spettacolo si articola in due tempi.

Il primo tempo dello spettacolo ci proietta nella prima metà del Novecento e ci fa conoscere lo Spadaro di successo dei cafe-concerto. Spadaio è "il comico originale, corretto e aristocratico, che ha saputo portare nelle piccole scene un vero senso d'arte molto signorilmente", e allo stesso tempo un uomo di grande profondità, che aspira ad un successo "meno frivolo", teso a nuove mete che possano condurlo ad un successo definitivo, e lo trova sui palcoscenici europei che non riescono però a staccarne il cuore dalla sua Firenze.

Il secondo tempo entra nel merito del rapporto tra Spadaro e la società del proprio tempo, il regime fascista, la censura, la guerra, fino ad arrivare a quell'Italia del dopoguerra in cui Spadaro è tagliato fuori come chansonnier, a quel tempo in cui "il mondo favoloso del vecchio varietà era scomparso per sempre.La varietà di questo spettacolo, che raccoglie momenti di prosa comica, poesia, bel canto, e pure stornellate in un modo naturale e mai scontato come solo Marasco sa fare, riesce a far entrare lo spettatore al centro esatto dell'animo di Odoardo Spadaro, a conoscerlo di persona, dipingendo allo stesso tempo con decise pennellate il ritratto di una Firenze che fu.
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