Un protagonista del Rock americano a Firenze per presentare il suo ultimo lavoro Snakebite

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 gennaio 2005 23:50
Un protagonista del Rock americano a Firenze per presentare il suo ultimo lavoro <I>Snakebite</I>

Fine settimana di fuoco sulla collina del Poggetto; 2 appuntamenti con la musica Rock internazionale di straordinario livello che confermano l’instancabile proposta musicale dell’AUDITORIUM FLOG di Firenze: venerdi 21 gennaio, Stan Ridgway presenta la sua ultima fatica, mentre sabato 22 i GRAND MOTHERS RE-INVENTED saranno protagonisti di una impedibile serata tributo a Frank ZAPPA.
Ridgway torna con ‘Snakebite’, un’opera ispirata e brillante che restituisce al cinquantenne stregone californiano quella sospirata creatività che gli è propria.

Fluidi e armonici brani Folk-Blues, melodie ora vivaci, ora malinconiche e frastornate. Dal dondolante intreccio di flauto, slide e viola, si passa a sinistre sonorità da film dell’orrore con tanto di rumori e scricchiolii, e ancora a brani in perfetto stile Tom Waits. La varietà di atmosfere lo candida a diventare il lavoro più importante di Stan Ridgway dai tempi dell'esordio solista con lo storico "The Big Heat". Lo sciamano del deserto di Barstow mantiene i suoi eterni marchi di fabbrica: lo spleen acustico di molte sue composizioni e quella inconfondibile voce metallica, cava e piena di pathos che lo contraddistinguono.

Stan Ridgway si e` affermato nel corso degli anni come uno dei cantautori piu` creativi e spettacolari della musica Rock, un innovatore della figura del cantautore.

All'apice della forma, le sue musiche sono l'equivalente Rock delle colonne sonore di Morricone: note che fluttuano spettrali, tastiere barocche, effetti psichedelici.

La carriera di Ridgway inizia alla fine degli anni ’70, in uno studio che si occupa di colonne sonore per film horror low-budget. In seguito, diventa il lead vocal di un gruppo che sale alla ribalta del Punk-Rock, i Wall of Voodoo, fautore di un Country-Rock macabro e solenne, arrangiato con chitarre, doppie tastiere e battiti da discoteca e con la voce di Ridgway, elemento essenziale del fascino delle loro ballate.

Dopo due album e l’hit del 1983 ‘Mexican Radio’, lascia il gruppo.

In questo periodo inizia a collaborare, tra gli altri, con Stewart Copeland nella colonna sonora del film ‘Rumble Fish’ (‘Rusty il selvaggio’-1983), produce colonne sonore di film indipendenti e dischi di altri musicisti. Nel 1986 pubblica l’album d’esordio nella carriera solista, ‘The Big Heat’ (1986), che riscuote un notevole successo a livello internazionale e che preannuncia lo stile inconfondibile dei suoi successivi album, tra cui i più recenti: ‘Holiday in Dirt (2002) e ‘Snakebite’(2004), l’ultimo album che ha riscosso anche in Italia notevoli apprezzamenti di critica e pubblico.



‘Snakebite’ rappresenta il degno seguito dell’album del 1999 ‘Anatomy’ e segue la stessa vena di ‘Black Diamond’ del 1995. Un disco che contiene le ottime performance di Stan e dei musicisti che suonano con lui. I suoi testi, pervasi da atmosfere e personaggi visti e raccontati ‘di sbieco’, hanno un immaginario quasi cinematografico che viene filtrato dal tocco ironico di Ridgway. Altrettanto eloquenti e ispirate in questo disco anche le sue performance con la chitarra e l’armonica.

Il sound è complesso senza essere pretenzioso: influenze Country, Jazz, Folk e Rock si fondono e continuano a creare mix soprendenti, a cui i fan di Ridgway sono ormai abituati.
Con questo disco Ridgway continua nella sua particolare e notevole interpretazione dello story-telling americano, racconta-storie a cantautore nella migliore tradizione di Johnny Cash, Leonard Cohen e Tom Waits.

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