I brigatisti non identificati non stanno nemmeno sulle cinque dita di una mano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 novembre 2004 00:16
<I>I brigatisti non identificati non stanno nemmeno sulle cinque dita di una mano</I>

firenze- Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil riuniti a Firenze per discutere di terrorismo. 'Quello brigatista e' stato colpito duramente - hanno concordato Epifani, Pezzotta e Angeletti - ma la guardia deve essere mantenuta alta. Il pericolo maggiore - hanno aggiunto - viene oggi dal terrorismo internazionale'. Il Procuratore Capo di Firenze, Nannucci, conferma che il terrorismo 'rosso' e' quasi del tutto debellato: 'i brigatisti non identificati non stanno nemmeno sulle cinque dita di una mano.

Da quello che risulta a noi ci sono ancora due-tre persone non identificate'.
“A chi cerca di associare le scelte politche e sociali della Toscana con la presenza di cellule terroristiche rispondiamo ricordando che le Br hanno sempre colpito i riformisti, ed è proprio dove il riformismo e la capacità di buon governo sono più presenti, che il loro terrorismo si è sviluppato, come reazione estrema. In Toscana ci sono stati e probabilmente ci sono nuclei terroristici, ma la nostra società li ha sempre combattuti e isolati e continuerà a farlo.

Sarebbe bene evitare dibattiti ideologizzati e quindi inutili”. Così il presidente della Regione, Claudio Martini, è intervenuto all’iniziativa. “Il terrorismo ed ogni sua logica sono inaccettabili, senza se e senza ma – ha detto ancora – e se il terreno su cui cerca di fare leva è quello del disagio sociale, noi lo contrasteremo con la difesa dei diritti dei lavoratori e le battaglie sociali contro la precarietà e lo sfruttamento”.
Riflettendo sul timore di ramificazioni delle cellule terroristiche, e sull’ipotesi di loro possibili contatti internazionali, l’attenzione si è spostata sul Medio Oriente e sul terrorismo fondamentalista islamico.

“Il nodo che per primo dobbiamo affrontare – ha spiegato Martini – è quello della questione israelo-palestinese, quel conflitto è la madre di tutti i conflitti e vorrei vedere i movimenti pacifisti impegnati per cercare di venire a capo di quella guerra, tanto quanto lo sono stati per dire no, e giustamente, alla guerra in Iraq. Le manifestazioni pacifiste non bastano, certo, ma sono utili per dimostrare un sentimento diffuso e radicato nella società”.
“Oggi il mondo è tutto più vicino – ha proseguito il presidente – le nostre città sono sempre più multicultrali ed il dialogo tra le varie componenti è fondamentale, così come è importante la cooperazione internazionale, la capacità di operare sul territorio.

E’ quello che la Toscana sta facendo in Terra Santa, negli ospedali israeliani dove equipes miste curano bambini palestinesi grazie a dei progetti che siamo stati noi, insieme e Peres, a volere e portare avanti. Dobbiamo capire che non siamo davanti ad uno scontro di civiltà, ma ad uno scontro tra inciviltà, ed il dialogo è l’unica possibile soluzione”.

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