Mostro di Firenze: perquisizioni a casa dell'ex questore di Perugia e di un giornalista

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 novembre 2004 00:13
<I>Mostro di Firenze</I>: perquisizioni a casa dell'ex questore di Perugia e di un giornalista

L'ex questore di Perugia, Francesco Trio, continua a proclamarsi completamente estraneo alle accuse che gli vengono mosse nell'ambito dell'inchiesta sul presunto omicidio di Francesco Narducci e che nei giorni scorsi ha portato alla perquisizione della sua abitazione. Secondo i suoi legali, i documenti sequestrati confermano l'estraneita' dell'ex questore agli addebiti. E la stessa inchiesta ha portato ad una nuova perquisizione di un appartamento del giornalista Mario Spezi. Anche lui e' indagato sui fatti connessi alla vicenda del 'mostro di Firenze', con la contestazione di 'essersi attivamente adoperato per demolire le ipotesi accusatorie utilizzando canali televisivi'.

Nel corso dell'operazione sarebbero stati sequestrati - secondo indiscrezioni - documenti e altro materiale ritenuti molto importanti dagli inquirenti.
"Confermo che mi sono dato da fare per cercare la verità -ha commentato il giornalista fiorentino, che aggiunge- il vero obbiettivo si configura come un sequestro preventivo di un libro non ancora finito dal titolo La vera storia del mostro, la storia mai detta".
"Solidarieta' al collega Mario Spezi il quale, negli anni, ha saputo raccogliere apprezzamenti e stima per lo scrupolo e il rigore con cui ha voluto caratterizzare la sua professionalita' giornalistica" e' stata espressa dall'Ordine dei Giornalisti della Toscana, d'intesa con il Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, a proposito della iscrizione nel registro degli indagati del collega, indagato con la contestazione di "essersi attivamente adoperato per demolire le ipotesi accusatorie utilizzando canali televisivi", e sottoposto dopo quella di ieri anche oggi a nuova perquisizione domiciliare nell'ambito dell'inchiesta della procura di Perugia su fatti connessi alla vicenda del 'mostro' di Firenze".

Il documento "ribadisce l'esigenza primaria di tutelare il diritto di cronaca e la liberta' di informazione che sono sancite dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato, che rappresentano un elemento essenziale per la piena affermazione della democrazia e che costituiscono la condizione essenziale per il lavoro di ogni cronista". Infine si auspica che, "nel rispetto delle prerogative e del ruolo della magistratura, si possa arrivare in tempi rapidi a far piena luce sulla vicenda per restituire al collega Mario Spezi le condizioni necessarie a poter svolgere serenamente il suo lavoro".


Sconcerto, preoccupazione, ma anche invito alla magistratura a non percorrere strade in contrasto con le garanzie ad una informazione libera alla quale tutti i cittadini hanno diritto. Sono questi i punti principali di una dichiarazione del presidente del Consiglio regionale della Toscana, Riccardo Nencini, che stamani ha telefonato al giornalista Mario Spezi per esprimergli la sua solidarietà. ‘’La magistratura – sostiene Nencini - che interferisce su attività giornalistiche dirette alla ricerca della verità demolisce ogni sorta di garanzia ad una informazione libera alla quale tutti i cittadini hanno diritto’’.

‘’Non risulta – continua il presidente del Consiglio regionale – che Spezi abbia utilizzato nella sua ricerca della verità, pur in contrasto con le ipotesi accusatorie, strumenti non corretti, se non quelli a disposizione di ogni giornalista. E’ questo che genera sconcerto e preoccupazione. Senza dover richiamare la metafora del ‘’cane da guardia’’ sottesa ad un concetto di controllo da parte dell’ opinione pubblica e della libera stampa verso qualsiasi attività di indagine, è comunque diritto-dovere di ogni giornalista ricercare la verità.

Il rispetto per la magistratura deve andare di pari passo – conclude Nencini – con il rispetto per una attività, quella giornalistica, che deve essere messa al riparo da interferenze censorie ed è elemento fondante ed essenziale di ogni garanzia democratica’’.

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