La Toscana ha una legge contro le discriminazioni sessuali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 novembre 2004 14:59
La Toscana ha una legge contro le discriminazioni sessuali

Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato la legge contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. Hanno votato a favore i gruppi di maggioranza e Rifondazione comunista, mentre l’Udc ha votato contro ed i gruppi di Forza Italia ed Alleanza nazionale non hanno partecipato al voto. Il testo riconosce a tutti il diritto alla libera espressione e manifestazione del proprio orientamento sessuale e della propria identità di genere, stabilendo precise norme anti-discriminazione e mettendo in cantiere specifiche azioni in campo formativo, lavorativo, sociale e nei servizi turistici e commerciali.

Da ora in poi, ad esempio, anche i conviventi o i compagni, a prescindere dal loro sesso, e non solo genitori e parenti stretti, potranno decidere le cure mediche in caso di necessità. In altre parole sarà possibile designare la persona a cui gli operatori sanitari devono riferirsi per riceverne il consenso a un determinato trattamento terapeutico, nel caso in cui l’interessato versi in condizione di incapacità naturale. E’, questo, uno dei settori più delicati e dibattuti che riguardano le discriminazioni dovute all’orientamento sessuale; ma non è l’unico preso in considerazione dalla nuova legge.

Fra le altre cose si garantisce l’accesso, a parità di condizioni, agli interventi e ai servizi forniti dalla Regione. Sono previsti interventi per sostenere l’inserimento lavorativo delle persone discriminate per il loro orientamento sessuale. I transessuali e i transgender saranno destinatari di specifiche politiche regionali del lavoro, in quanto soggetti esposti dal rischio di esclusione sociale. Ancora, con appositi fondi del piano sanitario regionale, le aziende Usl garantiranno interventi di informazione consulenza e sostegno per “rimuovere gli ostacoli alla libertà di scelta della persona circa il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere”.

D’ora in avanti, infine, sarà severamente punito qualsiasi atto di discriminazione nei pubblici esercizi e nei servizi turistici e commerciali della Toscana.
Il provvedimento è stato illustrato in aula da Varis Rossi, presidente della commissione Affari istituzionali, una delle quattro commissioni consiliari (con Sanità, Cultura e Attività produttive) che hanno lavorato sul testo proposto dalla Giunta. Per Rossi (Ds), la legge manda un messaggio importante per la protezione ed il rafforzamento dei diritti fondamentali della persona.

Molto positivo il commento di Fabio Roggiolani (Verdi), secondo il quale è stato fatto un lavoro intelligente e misurato in una materia non facile, che avrà effetti importanti, specie sulla designazione di chi deve decidere delle cure mediche. Diversa l’opinione dei consiglieri di Forza Italia intervenuti dopo di lui: per Lorenzo Zirri la legge è inutile perché riguarda diritti già sanciti, ed anzi è una strumentalizzazione delle diversità a fini elettorali. Per Piero Pizzi, non solo si tratta di una legge con finalità elettorali, ma, a parte il divieto di ogni forma di discriminazione, contiene elementi non condivisibili, come la creazione di percorsi preferenziali nell’inserimento lavorativo e, sul piano dei valori, il principio che tutte le forme di unione e di comportamento sessuale si equivalgono.

Si è espressa invece a favore Lucia Franchini (Margherita), secondo la quale, se è vero che il principio della non discriminazione è già sancito, è vero anche che servono ulteriori strumenti legislativi, come questo, per incidere sulla mentalità e sulla cultura. Critico, viceversa, Maurizio Bianconi (An), che pur salvando alcuni aspetti della legge e dichiarandosi assolutamente contrario ad ogni discriminazione ha parlato di un testo inutile e dannoso, di una legge di scambio politico, ed ha annunciato la non partecipazione al voto da parte del proprio gruppo.

Favorevole l’opinione di Luciano Ghelli (Comunisti italiani): “E’ giusto dare un contributo, anche minimo, verso il superamento delle discriminazioni – ha detto – perché chi le subiva e le subisce possa vivere un po’ più serenamente la propria vita”. Categorico Marco Carraresi (Udc), che ha parlato di una legge “inefficace, inutile, ridondante, demagogica, elettorale e strumentalizzante”, e di disposizioni che favoriscono una sorta di “discriminazione alla rovescia” perché privilegiano solo alcune categorie di cittadini.

Secondo Paolo Cocchi, capogruppo dei Ds, non si può negare che la discriminazione continua ad esistere, ad esempio sul lavoro, e che alcune categorie di persone hanno ancora vita dura e chiedono risposte. “Questa legge ha un contenuto limitato – ha detto Cocchi – ma è importante proprio in quanto legge manifesto, che mostra alla società toscana la nostra volontà di essere contro ogni forma di discriminazione”. Per Roberto Caverni (FI), invece, si tratta di una legge demagogica, fatta su richiesta, nel tentativo di guadagnare consensi.

Caverni in particolare ha criticato le disposizioni sul lavoro, che prevedono verifiche di conformità per le aziende con certificato di qualità, da effettuare da parte di associazioni e non di organismi internazionali, come sarebbe secondo le procedure dell’SA 8000.
Per Bruna Giovannini (Ds) votare questa legge è condividere “una cultura profonda del rispetto del vissuto di ogni persona”, ed è proprio attraverso provvedimenti di questo tipo che si può innalzare la sensibilità di tutti i cittadini.

Secondo Giovanni Barbagli (Rifondazione comunista), è una legge opportuna, che si fa carico di una situazione e di un disagio sociale che esistono, ed è da condividere soprattutto perché promuove la “progressione sociale” di alcune fasce di popolazione. Opposta la visione di Franco Banchi (Udc), secondo il quale la legge ha una natura essenzialmente politica ed è invasiva, soprattutto perché propone dei veri e propri modelli di vita e di relazioni e perché in alcuni passaggi, ad esempio sull’associazionismo, propone discriminazioni al contrario.

Secondo Anna Maria Celesti (Forza Italia), che ha parlato a titolo personale, in campo sessuale deve essere garantita la più completa libertà individuale, ma altra cosa è regolamentare questa libertà per legge, ed è la volontà di regolamentazione presente in questa legge che non è condivisibile. Paolo Marcheschi è intervenuto invece per presentare un ordine del giorno contro le discriminazioni, con l’intento di unire tutte le forze politiche su principi comuni. Per l’assessore alla Cultura Mariella Zoppi le legge è importante e necessaria proprio per applicare meglio l’art.

3 della Costituzione. “Le differenze di genere dovrebbero essere superate da tempo eppure rimangono ancora in molte realtà”. “Si tratta di una legge manifesto, fatta con chiari scopi elettorali, a pochi mesi dalle elezioni regionali”, ha detto Maurizio Dinelli, capogruppo di Forza Italia. “Contiene una serie di principi condivisibili ma che sono già all’interno di provvedimenti specifici o che proprio in questi dovrebbero essere indicati”. Per Claudio Martini, presidente della Giunta regionale, la legge non ha fini elettorali, dato che è stata pensata due anni fa e ha richiesto un lungo lavoro.

“Non c’è nulla di male a mettere insieme norme che riguardano settori diversi – ha spiegato – Contiamo di fare lo stesso per il tema dell’immigrazione, con un testo unico che verrà preparato nei prossimi mesi”. Prima della votazione finale, è stata approvata all’unanimità una mozione presentata dal gruppo di Forza Italia contro le discriminazioni sessuali. Si invita la Giunta ad adottare politiche che permettano alle persone la piena realizzazione al di là del loro orientamento sessuale e dell’identità di genere.

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