Clamore per l'inchiesta sulle BR in Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 ottobre 2004 23:08
Clamore per l'inchiesta sulle BR in Toscana

Sono centinaia i nomi contenuti nei file delle nuove br e decriptati grazie all'aiuto della br pisana, pentita, Cinzia Banelli. Secondo il dipartimento di pubblica sicurezza una vera e propria attivita' di inchiesta era stata svolta in Toscana sui sindacalisti Mario Catalini della Uil e Giovanni Salvadori della Cisl e sul professor Tommaso Padoa Schioppa. Servizi di osservazione erano stati invece svolti dai brigatisti nei confronti di Giovani Pachini, direttore dell' Ebret, di Giancarlo Picchi, sindacalista e dei parlamentari Stefano Passigli ed Enrico Letta.
"Sapere che il terrorismo brigatista si è subdolamente avvicinato nella nostra città ed altrove a persone impegnate per rinnovare e rendere giusti i processi sociali, è sconcertante.

L'inchiesta sulle nuove BR segna importanti successi che sono costati il sacrificio della vita dell'ispettore Petri, ma ciò non oscura il dramma di chi ha perso la vita e delle rispettive famiglie e soprattutto rende evidente la follia criminale priva di speranza di chi voleva punire quanti sono impegnati nel miglioramento sociale". L'assessore alle politiche del lavoro Riccardo Nencini commenta così le recenti notizie dell'inchiesta della magistratura sui delitti attribuiti alle nuove Brigate Rosse, da cui emerge che nell'obiettivo dei terroristi c'erano anche altri esponenti del mondo del lavoro ma anche del sindacato e della politica.

"Firenze, oggi come in altri momenti della storia, è vicina a quanti sono impegnati per avviare riforme, promuovere la giustizia sociale. Alte cariche istituzionali, parlamentari e sindacalisti sono patrimonio della democrazia e come tali ci troveranno a loro fianco, l'inchiesta avviata dalla magistratura e sostenuta dalle forze dell'ordine porta luce in una zona d'ombra della nostra libertà, il nostro impegno di solidarietà e democrazia si propone di combattere nella nostra città a fianco di chi è minacciato dalla barbaria dei terroristi".


"Non c'e' nessuna garanzia che tutto sia finito". Lo dice, a margine della cerimonia per i 90 anni di Mario Luzi, il senatore Stefano Passigli, il cui nome, a quanto e' emerso dalle rivelazioni di ieri, era stato 'attenzionato' dalle nuove Brigate Rosse. Passigli ci tiene a sottolineare: "starei attento a dire che con l'arresto casuale della Lioce e il sacrificio di Petri sia finito il fenomeno".
Il parlamentare dei Ds, a chi gli chiede il perche' di queste mosse brigatiste, risponde che "le nuove Br colpiscono non solo il sindacato e il lavoro ma anche chi pensa all'innovazione".

Passigli, infine, ha rilevato che, apprese le ultime rivelazioni, il suo primo pensiero e' andato ad Ezio Tarantelli, suo collega, ucciso dalle Brigate Rosse nell'85.

Collegamenti
In evidenza