Un satellite controllera' il sottosuolo fiorentino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 settembre 2004 17:01
Un satellite controllera' il sottosuolo fiorentino

Nussun rischio terremoti e frane, il "solito" rischio alluvioni, notizie sul cambiamento climatico e le nuove tecnologie per il monitoraggio del sottosuolo. Sono alcuni delle novità emerse dal XXXII° congresso internazionale di geologia che si è tenuto con grande successo a Firenze alla fine del mese di agosto. Questo evento, oltre a rappresentare un "motore" positivo per la struttura commerciale e ricettiva, ha portato anche importanti risultati scientifici che riguardano proprio la nostra città.

Tra i risultati di spicco emersi dalle giornate di dibattito quello relativo alla forte accelerazione del cambiamento climatico maggiormente colpisce soprattutto perché costringe a dover considerare come "normalità" quei fenomeni meteorologici disastrosi che negli ultimi anni hanno afflitto tutta la nostra regione. Questi fenomeni hanno provocato e potranno provocare, se non si attueranno le adeguate misure di monitoraggio e controllo, alluvioni e frane. Sono stati l'assessore ai lavori pubblici Paolo Coggiola, il dirigente del servizio geologia del Comune di Firenze Pietro Rubellini e Nicola Casagli dell'Università di Firenze a tracciare un bilancio dell'evento che ha visto la partecipazione di 7414 congressisti, di cui 5485 stranieri e provenianti da tutti e cinque i continenti.

"Una città come Firenze - ha sottolineato l'assessore Coggiola - ha due grandi responsabilità rispetto a questi problemi: una nei confronti dei propri cittadini che devono essere informati e protetti nella loro incolumità da questi rischi, l'altra nei confronti del mondo per l'immenso patrimonio storico-culturale che potrebbe essere distrutto ed irrimediabilmente perso". Per ilproblema alluvioni erano presenti al Congresso tutte le autorità preposte al loro controllo a partire dalla Protezione Civile nazionale fino alla Regione Toscana, alla Provincia di Firenze ed all'Autorità di Bacino del Fiume Arno che hanno presentato i piani di monitoraggio e di intervento che permetteranno di lottare contro l'inasprirsi di certi fenomeni.

Invece, nell'ambito del Congresso, il Comune di Firenze e l'Università degli studi di Firenze hanno presentato lo stato dell'arte degli studi effettuati in collaborazione che riguardano il sottosuolo ed i programmi di controllo e protezione per i dissesti ad esso connessi. Ha riscosso un enorme successo la nuova carta litotecnica del territorio Comunale (che riporta anche i dati sull'acqua di sottosuolo elaborati dal professor Pranzini) messa a punto dal gruppo del professor Coli insieme al Servizio Geologia dell'Assessorato ai Lavori Pubblici del Comune che, insieme con la banca dati di circa 1500 perforazioni e pozzi eseguiti a Firenze, rappresenta un fondamentale elemento di conoscenza pubblica per sapere cosa c'è sotto i nostri piedi e per sapere come questo terreno si comporterà sotto le sollecitazioni dell'uomo o degli eventi naturali.

"Questi dati sono estremamente importanti - ha aggiunto l'assessore Coggiola - visto che la città sarà attraversata di 7 km e mezzo di tunnel, oltre a numerosi parcheggi e sottopassi. Finora la carta riguarda la parte centrale della città, in seguito sarà realizzata quella est e quella ovest". Durante il Congresso sono state distribuite 3500 copie della carta ai congressisti che si aggiungono alle 500 già distribuite precedentemente ai fiorentini e 2000 copie del database messo a punto dal gruppo del professor Moretti e dal Servizio geologia del Comune che è disponibile anche in rete sul sito web del Comune di Firenze.

Sono stati presentati anche gli studi e le strumentazioni che sono stati istallati sulla collina di San Miniato e di piazzale Michelangelo per il controllo della situazione di instabilità latente che caratterizza quella zona. Un'altra novità importante riguarda quella di verificare la possibilità, attraverso un accordo di ricerca, di effettuare un controllo periodico della situazione di stabilità diffusa del territorio attraverso una rete satellitare internazionale che è già attiva sopra le nostre teste.

Questo significa che attraverso un network di satelliti, una sorta di scudo spaziale, sarà possibile controllare spostamenti anche dell'ordine del millimetro del terreno e degli edifici. Questi satelliti inviano dei segnali a terra che riflessi ad ogni passaggio dai tetti degli edifici o dal terreno vengono confrontati con la riflessione del passaggio successivo; il confronto dei due dati permette appunto di misurare spostamenti anche millimetrici. Questa tecnologia, messa a punto da alcuni anni per scopi militari, è ora finalmente disponibile anche per il controllo dei rischi naturali e permetterà di monitorare ad intervalli regolari con grande precisione e senza essere invasiva non solo le aree sottoposte a possibili frane ma anche tutte le zone in cui si effettuano lavori in sotterraneo, aggiungendosi così in maniera immediata a tutti i controlli ed i monitoraggi da terra che vengono normalmente eseguiti.

"Ciò permetterà - ha concluso l'assessore Coggiola - di valutare con sufficiente anticipo determinati fenomeni in modo da adottare opportuni provvedimenti e adeguate contromisure".(mr)

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