Italiani e tedeschi a Sant’Anna di Stazzema
Le solenni celebrazioni per il 60° della Liberazione di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 agosto 2004 16:31
Italiani e tedeschi a Sant’Anna di Stazzema<BR>Le solenni celebrazioni per il 60° della Liberazione di Firenze

Un forte richiamo all'unità, in nome degli ideali di libertà, democrazia e pace. Un commosso ricordo a Vittore Branca, Gino Tagliaferri e Angiolo Gracci, protagonisti della Resistenza e della lotta di Liberazione, recentemente scomparsi. Sono alcuni dei passaggi del messaggio (proiettato in video) del sindaco Leonardo Domenici per le solenni celebrazioni dell'11 agosto, 60° anniversario della Liberazione di Firenze, nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio. Il sindaco, lontano dall'Italia per improrogabili motivi familiari, non ha voluto far mancare il suo saluto in una ricorrenza così importante per la città e per il Paese.

Il sindaco Domenici ha anche ricordato il progetto del museo della Resistenza, che verrà realizzato all'interno dell'ex carcere delle Murate e il monumento alla Resistenza e alla Liberazione che sorgerà in piazza Stazione. "Oggi - ha concluso il sindaco nel suo messaggio - ci troviamo di fronte a una ricorrenza importante. Anche per il futuro, per le nuove generazioni, noi dovremo tenere viva la memoria di ciò che è stato per la nostra città e più in generale per il Paese, la lotta di Liberazione.

Come un qualcosa non che divide, ma che unisce. Come valori che oggi rappresentano in un momento non facile per la vita del Paese, un fattore di coesione. Qualcosa che ci tiene insieme. Anche pensando a un momento molto delicato come questo in cui si discute di una riforma della nostra Costituzione. Ciò che deve rimanere è il principio e il presupposto comunque dell'unità e della coesione nazionale. Quell'unità e quella coesione che è stata riconquistata proprio grazie alla lotta di Liberazione nazionale il 25 aprile 1945 e per Firenze, all'11 agosto 1944".

Nel suo saluto, che ha preceduto quello di Alberto Cecchi in rappresentanza delle associazioni antifasciste e della Resistenza della Toscana, il vicesindaco Giuseppe Matulli ha ricordato, leggendo una sua lettera per l'11 agosto, Vittore Branca cui è stata conferita la cittadinanza onoraria di Firenze. "Sessant'anni dalla Liberazione - ha detto il vicesindaco Matulli - rappresentano una data importante. Il sacrificio delle tante vite non è stato inutile. Il sangue versato nella battaglia per la Liberazione è l'inizio di un percorso che ha portato all'Europa unita e che ci ha fatto godere il più lungo periodo di pace che la storia moderna ricordi".

Il vicesindaco Matulli ha chiuso il suo intervento con una frase di Giacomo Ulivi, 19 anni, condannato a morte: "... Non dite di essere rassegnati. Non dite di non voler sapere. Pensate che tutto è successo perché non avete voluto sapere". L'orazione ufficiale è stata tenuta dal professor Maurizio Viroli, professore di teoria politica all'Università di Princeton (di cui riportiamo a parte l'intervento integrale). La cerimonia si è conclusa con la consegna, da parte del presidente di Fiorentinagas Lorenzo Becattini, di medaglie d'oro coniate appositamente dall'azienda per il 60° della Liberazione.

I riconoscimenti sono andati a Orazio Barbieri, partigiano combattente e membro del Comitato Nazionale di Liberazione, Giuseppina Fanciullacci, sorella di Bruno medaglia d'oro, Ugo Jona, presidente delle famiglie dei caduti trucidati dai nazifascisti, Gianfranco Meini, presidente associazione Perseguitati politici, Emilio Rubera, dell'associazione Veterani e Reduci Garibaldini in Jugoslavia, Marino Sgherri, vicecomandante della Brigata Sinigaglia, Angelo Terrinazzi, deportato nei campi di concentramento e presidente associazione ex Deportati, Giuliano Martelli, in rappresentanza dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.

Romano Ragazzini ha ritirato la medaglia destinata a Mario Leone presidente della Federazione Unitaria delle associazioni Combattentistiche e Partigiane. Le celebrazioni per l'11 agosto sono iniziate in piazza dell'Unità d'Italia dove il vicesindaco Matulli, i rappresentanti delle organizzazioni partigiane e autorità civili e militari hanno deposto corone di alloro al monumento ai caduti davanti a uno schieramento formato da rappresentanti del 78° reggimento Lupi di Toscana, del comando della Regione Toscana dei Carabinieri, della Scuola di Guerra Aerea e della Guardia di Finanza.

Sono state lette preghiere di Umberto Forti della Comunità Ebraica e di monsignor Alberto Alberti per la chiesa cattolica. Poi la banda della Filarmonica Rossini ha preceduto il corteo che è giunto in Palazzo Vecchio. Dietro al Gonfalone di Firenze il vicesindaco Matulli, i membri della giunta, il presidente del consiglio comunale Eros Cruccolini, con la vice Bianca Maria Giocoli, i consiglieri comunali Agostini, Barbaro, Caffaz, Imperlati, l'ex sindaco Mario Primicerio. Poi il Gonfalone della Regione Toscana col presidente del consiglio regionale Riccardo Nencini e il consigliere Paolo Cocchi, quello della Provincia di Firenze col presidente Matteo Renzi e quelli dei Comuni di Empoli, Scandicci, Fiesole, Bagno a Ripoli, Lastra a Signa, Sesto Fiorentino, Rufina, Pontassieve, Calenzano, Rignano, Vaglia, Firenzuola e i labari delle associazioni partigiane.

Erano presenti anche i parlamentari Valdo Spini e Giovanni Bellini, il viceprefetto vicario Enzo Sodano e il questore Vincenzo Indolfi. I festeggiamenti proseguiranno alle 21 in piazza Signoria col concerto della Filarmonica Rossini. Alle 21.30 all'Arena piccola al Campo di Marte saranno proiettati film e documentari sulla Resistenza: "La battaglia di Firenze" di Massimo Del Gigia, "Firenze, 17 luglio '44" di Daniele La Muraglia, "Firenze O' Cara" di Antonio e Andrea Frazzi, "Nikolaj Bojanov" di Peter Jakovenko.

"Per me è un onore rappresentare il sindaco Domenici nel conferire questo prestigioso riconoscimento a un amico".

Sono parole del vicesindaco Giuseppe Matulli che stamani nel Salone dei Cinquecento in Palazzo durante le celebrazioni del 60° anniversario della Liberazione di Firenze, ha consegnato il Fiorino d'oro a Giorgio Spini. Giorgio Spini, nato a Firenze il 23 ottobre 1916, è stato docente in Italia, nelle Università di Messina e di Firenze, e negli Stati Uniti, ad Harvard University, University of Wisconsin, University of California - Berkeley. Attualmente è presidente dell'Istituto Socialista di Studi Storici e condirettore della "Rivista Storica italiana".

Ha svolto ricerche storiche, oltre che in Italia, in Spagna, negli Stati Uniti, in Svizzera, a Londra, a Parigi. Sulla base di tali ricerche ha pubblicato opere intorno alla storia del Seicento in Europa e in America settentrionale (Autobiografia della giovane America: la storiografia americana dai Padri Pellegrini all'Indipendenza, Einaudi, 1968; Barocco e puritani. Studi sul Seicento in Italia, Spagna e New England, Vallecchi, 1991) e in particolare alle correnti antireligiose di tale secolo (Ricerca dei libertini.

La teoria dell'impostura delle religioni nel seicento italiano, La Nuova Italia, 1980); nonché intorno ai rapporti del Risorgimento con altri paesi europei e con gli Stati Uniti (Risorgimento e protestanti, Mondadori, 1989; Incontri europei e americani col Risorgimento, Vallecchi, 1990). Ha inoltre pubblicato opere sul principato mediceo del Cinquecento (Cosimo I dei Medici, Vallecchi, 1970; Architettura e politica da Cosimo I a Ferdinando I, Olsckhi, 1976) ed una su Firenze dopo l'unità d'Italia in collaborazione con A.

Casali (Laterza, 1988). Ha pubblicato anche opere di carattere piú generale e di particolare diffusione nel pubblico: una Storia dell'età moderna da Carlo V all'Illuminismo presso Einaudi, piú volte riedita, e una collana di manuali scolastici per le Edizioni Cremonese. È presidente dell'Istituto Socialista di Studi Storici e condirettore della «Rivista Storica Italiana». Presso Einaudi ha anche pubblicato Le origini del socialismo ("Biblioteca di Cultura Storica", 1992) Questa la motivazione ufficiale del conferimento del Fiorino d'oro: "Per il contributo dato alla vita politica, culturale e sociale della città.

Storico di fama internazionale ha insegnato nelle università di Firenze, di Harvard, di Berkeley e di Wisconsin, formando generazioni di studenti con i suoi manuali di storia e producendo opere storiografiche di alto valore riconosciute in Italia e all'estero. Tra le tante ricordiamo: Storia dell'Età Moderna (1515-1763); Autobiografia della giovane America: la storiografia americana dai Padri Pellegrini all'Indipendenza; Le origini del socialismo. Da Utopia alla bandiera rossa. L'11 agosto 1944 guadò l'Arno alle Cascine e primo ufficiale dell'Esercito italiano e primo ufficiale delle Armate Alleate entrò nella Firenze di qua d'Arno, dove i partigiani stavano combattendo valorosamente per la liberazione della città contro le truppe tedesche e i franchi tiratori fascisti.

Sotto il nome di Valdo Gigli scrisse articoli per illustrare la battaglia in corso: memorabile uno sulla morte del capo partigiano Potente. Giorgio Spini contribuì così a quella svolta dell'atteggiamento degli Alleati nei confronti della realtà politica e militare della Resistenza che cominciò proprio dalla eroica vicenda fiorentina.

“Siamo in una nuova fase caratterizzata da aspetti di assoluto rilievo come l’apertura dei processi contro i crimini nazifascisti ad opera della procura di La Spezia, l’avvio dei lavori della commissione parlamentare d’inchiesta sull’armadio della vergogna e la presenza, il 12 agosto a Sant’Anna di Stazzema, di un rappresentante del Governo tedesco.” Queste le parole di Enrico Cecchetti, Vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, che sarà presente a Sant’Anna di Stazzema per commemorare l’eccidio di 60 anni fa.

Insieme a lui saranno presenti il ministro degli interni tedesco Otto Schily e quello italiano Giuseppe Pisanu, a dimostrazione che c’è ormai una memoria comune fondata sull’impegno a non dimenticare le tragedie e le responsabilità di allora. “Tutto questo incoraggia ad andare avanti – ha aggiunto Cecchetti - perché gli obiettivi di verità e giustizia, che perseguiamo da anni insieme all’Associazione delle famiglie dei martiri di Sant’Anna, sono oggi più vicini”. A Sant’Anna, interverranno anche l’assessore regionale Marco Montemagni, il vicepresidente della Provincia di Lucca Antonio Torre, il sindaco di Sant’Anna Michele Silicati, il prefetto Francesco Paolo Tronca, il procuratore di La Spezia Marco De Paolis, l’onorevole Carlo Carli, in rappresentanza della commissione parlamentare d’inchiesta sulle cause dell’occultamento dei fascicoli relativi alle stragi nazifasciste, il console onorario della Germania a Firenze Renate Wendt insieme al ministro plenipotenziario Otfried Garbe dell’ambasciata tedesca di Roma, il console della Bielorussia Igor Moiseev e l’ambasciatore del Giappone in Italia Lobulo Matsubara.
Sarà invece l'assessore all'urbanistica Gianni Biagi a rappresentare il Comune di Firenze alla cerimonia in ricordo del 60° anniversario dell'eccidio nazista.

La celebrazione, cui sarà presente anche il Gonfalone di Firenze, si aprirà con la Messa, seguita dalla deposizione delle corone di alloro al monumento ai caduti. Dopo il saluto del sindaco di Sant'Anna di Stazzema Michele Silicani, sono previsti gli interventi del ministro degli interni Giuseppe Pisanu e del suo collega tedesco Otto Schily. Alle 12 la presentazione della mostra fotografica di Oliviero Toscani "Sant'Anna di Stazzema - 12 agosto 1944. I bambini ricordano" ospitata presso il Museo storico della Resistenza.

"Nella ricorrenza della liberazione di Firenze e nel ricordo della partecipazione attiva di Sandro Pertini –ricorda Alessandro Falciani, Capogruppo SDI al Comune di Firenze– che lo vide clandestino e condannato a morte dai tedeschi nella nostra città, sarebbe opportuno che nei luoghi dove fu accolto da tre suoi compagni antifascisti e cioè da Gaetano Pieraccini in Via Cavour n.

8; da Ricciotti Bondi in Via Spontini n. 59; e da Gino Bertoletti in Via Ghibellina 109; fosse ricordata la sua pericolosa impresa, posando a cura del Comune di Firenze, tre lapidi a ricordo".

Un monumento alla Resistenza nel prato davanti alla stazione di Santa Maria Novella da inaugurare il prossimo 11 agosto in occasione del 61° anniversario della Liberazione. La realizzazione dell'opera toccherà ad uno dei cinque artisti di fama internazionale scelti da un gruppo di lavoro voluto dall'assessore alla cultura Simone Siliani composto da ex partigiani, storici, tecnici ed esperti d'arte contemporanea che ha lavorato per delineare il progetto.

Oltre agli artisti concorrenti che sono Miroslav Balka, Loris Cecchini, Maurizio Nannucci, Mimmo Paladino, Gilberto Zorio, il gruppo ha scelto anche la collocazione del monumento che verrà posto appunto nell'area verde di fronte alla Stazione. A realizzare l'opera sarà l'artista primo classificato scelto dalla commissione esaminatrice dopo l'esame dei bozzetti. "La scelta di questi cinque artisti per la realizzazione del monumento alla Resistenza- ha detto l'assessore alla cultura Simone Siliani- cade simbolicamente in questo sessantesimo della Resistenza come segno concreto di quanto la memoria di quei fatti che segnarono la liberazione di Firenze posa essere aiutata anche dall'arte.

I cinque artisti sono di sicura fama e sapranno certamente interpretare con linguaggi di oggi lo spirito che segnò la liberazione di Firenze. Speriamo di poter esporre il 25 aprile prossimo i bozzetti dei cinque artisti e di poter realizzare il monumento per il prossimo 11 agosto". Secondo il parere della Commissione esaminatrice , l'artista, ispirandosi al tema dell' "Insurrezione", dovrà rappresentare con la sua opera i momenti salienti della liberazione della città di Firenze, mantenendo libertà assoluta nella scelta del linguaggio e dei materiali, purché compatibili con le esigenze di una ottima conservazione all'esterno, di facilità di manutenzione e di sicurezza.

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