Ostaggi italiani In Iraq: riscatto pagato, o miracolo di Padre Pio?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 giugno 2004 13:00
Ostaggi italiani In Iraq: riscatto pagato, o miracolo di Padre Pio?

Prato – «Pagato il riscatto per gli ostaggi italiani» rivela il Sunday Times, che ieri ha pubblicato un'intervista ad un miliziano iracheno e aggiunge che oltre al pagamento per la salvezza dei tre ostaggi sarebbero stati consegnati anche duecentomila dollari per avere indietro la salma del quarto italiano rapito in Iraq, Fabrizio Quattrocchi.
Il ministro Martino e Palazzo Chigi smentiscono il pagamento di un qualunque riscatto per la liberazione. Ma la reporter Hala Jaber aggiunge dettagli di autenticità, una pista siriana nella vicenda: «Il traditore pagato è scappato in Siria».


A Prato la sorella dell'ostaggio le definisce informazioni false. Dunque la liberazione si deve all'intercessione di Padre Pio, come da pellegrinaggio di grazia mostrato dalle TV italiane nei giorni scorsi?
Sta si fatto che proprio a Prato sono stati realizzati i paramenti per i 10 cardinali, 120 vescovi e 500 sacerdoti che il 1° luglio, a S. Giovanni Rotondo, parteciperanno alla cerimonia di dedicazione a San Padre Pio da Pietrelcina della nuova, grande chiesa progettata dall’architetto Renzo Piano.

Dopo la Basilica di S. Pietro sarà la più grande della cristianità, privilegio finora della cattedrale di St. Paul a Londra.
Era Papa Paolo Giovanni II che in origine doveva celebrare la cerimonia, anche se ha poi incaricato di sostituirlo l’arcivescovo di Manfredonia, Domenico Umberto d’Ambrosio, delegato della Santa Sede per le Opere e il Santuario pugliese. D’Ambrosio sarà assistito da 7 diaconi e da circa 700 concelebranti. Si prevede comunque una presenza complessiva di almeno 2000 prelati.

I fedeli saranno invece centinaia di migliaia.
Vastissima la copertura dei mezzi d’informazione. Rai 1 offrirà in esclusiva una diretta della cerimonia per due ore, dalle 16,30 alle 18,30, immagini acquistate dalle televisioni di decine di Paesi. Già accreditati oltre 300 giornalisti da tutto il mondo.
Carlo Longo, presidente degli industriali pratesi, commenta così l’evento: “Si tratta di un’occasione straordinaria per rendere omaggio a una grande personalità religiosa e per mostrare all’Italia e al mondo le eccezionali capacità di Prato nel settore tessile e nella moda.

Queste tipologie di tessuti, così elaborate e particolari, costituiscono dal punto di vista della tecnica tessile una sfida che ci fa piacere raccogliere. Mi pare che i risultati ci diano ragione”.
Sono esattamente 1076 i metri di speciale tessuto occorsi alla sartoria liturgica X Regio di Treviso per confezionare le 200 casule e 500 stole dei prelati concelebranti, oltre alle grandi dalmatiche dei 7 diaconi. Si tratta di una tela di pura lana a quattro capi ritorti, tramata in lurex argento, realizzata con una tecnica particolarissima (è usata solo per i paramenti sacri) che impedisce alla stoffa di prendere pieghe.
Sempre prodotti a Prato, e questi donati dall'Unione Industriale Pratese, anche stoffa e confezione del Polistavrion che sarà indossato dal celebrante principale, l'arcivescovo d'Ambrosio (in origine il Papa).

Si tratta di un completo, casula, stola e mitra, che prende il nome (polistavrion, in greco “molte croci”) dal particolare disegno del tessuto, appunto con molte croci.
Il tessuto, in due versioni, è un jacquard cosiddetto "doppio alternato a due effetti". I toni di colore dominanti sono il porpora e l'oro, ciascuno dei quali composto da filati (dominanti il lurex e la seta) di sfumature diverse, che conferiscono alla stoffa un effetto cangiante particolarmente raffinato. In più, gli ornati di casula e mitra, in lana e oro, sono tempestati di oltre 1850 pietre dure sfaccettate, metà corniola rossa e metà globuli e grani d'oro.

Questi paramenti, oltre a quelli dell'altare e degli addobbi principali, hanno richiesto altri 120 metri di stoffa.
La ricerca iconografica sul Polistavrion è stata realizzata dallo studio Ballarin di Venezia su mosaici, affreschi, miniature e icone considerati in un periodo di tempo di sette secoli, dal più antico, 1191, alla metà del secolo XIX.
Il tessuto è dono dell’Unione Industriale Pratese a Padre Pio in questa circostanza, destinata a coinvolgere l’intero mondo cristiano; l’Unione Industriale ricorda che Prato è il maggior distretto tessile e della moda in Europa.

La produzione è di elevatissima qualità e si caratterizza per creatività e alto contenuto moda. Tessuti e filati pratesi sono da sempre protagonisti assoluti di alta moda, prêt à porter, maglieria. Legare il nome di Prato a grandi eventi mediatici come il Giubileo e, più recentemente, il matrimonio di Felipe di Spagna, contribuisce a dare visibilità internazione al settore tessile e ad aumentarne fama e credibilità.

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