La condanna di Domenici per gli alberi abbattuti alla Fortezza rinfocola le polemiche elettorali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 maggio 2004 23:27
La condanna di Domenici per gli alberi abbattuti alla Fortezza rinfocola le polemiche elettorali

Sui giornali di oggi il sindaco di Firenze e presidente dell'ANCI, non potendo entrare nel merito, si giustifica parlando di interessi generali e insinua il sospetto di un complotto politico. Le dichiarazioni fanno seguito al decreteo di condanna penale ricevuto l'altro ieri che lo sottopone ad una multa di 4 mila euro per il taglio di 4 alberi alla Fortezza da basso, autorizzato, senza il parere favorevole della soprinetendenza, nel maggio del 2003, per permettere lo svolgimento della manifestazione 'Pitti Immagine'.

Ieri il sindaco, ha annunciato il ricorso, alludendo ad un complotto politico di cui sarebbe autore Domenico Valentino, allora soprintendete ed ora candidato sindaco della casa delle libertà.
"Per chi un anno fa ha tentato per vari giorni e in mille modi di impedire l'abbattimento delle cinque piante del giardino posto sul lato del Mugnone oggi è una bella giornata in quanto finalmente -commenta il Prof. Mario Bencivenni, del Coordinamento dei Comitati cittadini- con quella chiarezza che da tempo chiedevamo, i cittadini sono stati informati che per la morte di quei cinque alberi il Sindaco e quattro funzionari del Comune sono stati condannati penalmente per danneggiamento del patrimonio archeologico, artistico e storico nazionale.
Tuttavia, mentre esprimiamo il nostro sconcerto per il modo con cui il Sindaco ha annunciato il suo ricorso alla condanna, teniamo a fornire alcuni elementi che non risultano affatto chiari nei resoconti della vicenda, e che sono invece molto importanti ai fini di una valutazione seria dell’episodio.
La vicenda oggi acquista toni ancora più inquietanti in relazione con il vergognoso scempio effettuato al contiguo bastione della stessa Fortezza (del quale il Sindaco è l’unico cittadino di Firenze che non si sia accorto neanche ora), e chiediamo alla cittadinanza e al Sindaco Domenici se una condanna in primo grado relativa a questa fattispecie di reato non sia politicamente e moralmente inconciliabile con la sua ricandidatura a Sindaco.


Sottolineiamo anche lo squallore del sospetto espresso da Domenici (per evitare di entrare nel merito della sua condanna) sullo spirito con cui Valentino prese l’iniziativa [di impedire l’abbattimento] nel momento in cui era ancora sovrintendente, essendo in seguito diventato il candidato sindaco del centro-destra. Questa è, evidentemente, l’idea che Domenici ha dello Stato e dei Suoi funzionari, tenendo conto anche del fatto che è stato condannato non da Valentino ma dalla magistratura italiana.

Forse il Sindaco preferiva l’omertà?"

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