Il Garante dei minori per passare dai diritti affermati a quelli realizzati
Passaleva: “Una cittadinanza immediata per gli altri bambini d’Italia”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 marzo 2004 16:02
Il Garante dei minori per passare dai diritti affermati a quelli realizzati<BR>Passaleva: “Una cittadinanza immediata per gli <I>altri</I> bambini d’Italia”

FIRENZE- Cittadinanza immediata per i bambini ‘stranieri’ d’Italia, per almeno la metà dei 327 mila minori (fonte Istat) che nel 2002 risiedevano nella penisola, oltre 20 mila in Toscana: i bambini nati nel vecchio stivale, quelli che qui imparano l’italiano, frequentano la scuola, acquisiscono spesso gli stessi nostri usi ed abitudini e il più delle volte neppure hanno mai visto, di persona, il paese d’origine dei propri genitori. A sollecitare la riforma è la comunità di Sant’Egidio e il vicepresidente ed assessore alle politiche sociali della Toscana Angelo Passaleva, che nel pomeriggio ha incontrato una delegazione della comunità, auspica che la proposta che già giace in Parlamento possa essere velocemente esaminata ed approvata.

“Consentirebbe di risolvere anche il problema – spiega – dei minori stranieri non accompagnati che risiedono in Italia senza famiglia”. “Le norme che regolano l’acquisizione della cittadinanza nel nostro paese – prosegue Passaleva – vanno assolutamente riformate. Sono d’accordissimo sui principi che ispirano la proposta della comunità di Sant’Egidio. Questi bambini d’Italia non sono diversi dai nostri figli ed anche la Convenzione europea sulla cittadinanza del 1997 ci invita a facilitare chi è nato e dimora abitualmente nel nostro territorio”.
Con la legge del 1992, che ha rinnovato il testo in vigore fin dal 1912, la situazione è del resto addirittura peggiorata: i bambini ‘stranieri’ d’Italia oggi non hanno alcuna possibilità infatti di acquisire la cittadinanza fino a che non sono maggiorenni.

Devono aspettare di compiere diciotto anni e perdono questo diritto se non lo esercitano entro dodici mesi. Ma occorre anche la prova della residenza legale, senza interruzioni, dalla nascita: e se la madre al momento del parto aveva un regolare permesso di soggiorno ma non la residenza nel Comune (il che non è raro per chi non dispone di un alloggio stabile) tutto salta. Ancora più difficile è diventare italiano per chi è nato all’estero e in Italia è giunto piccolissimo.
“Negli Stati Uniti, in Canada e in Australia – ricorda Passaleva – chi nasce nel territorio di quel paese ne è cittadino fin dalla nascita.

Il doppio requisito del possesso da almeno due anni, da parte dei genitori, di un regolare permesso di soggiorno e la nascita del bambino in Italia, con l’automatica concessione della cittadinanza, potrebbe essere una ragionevole riforma”. Anche la naturalizzazione degli stranieri adulti da noi è comunque più difficile: servono dieci anni di residenza legale (prima del 1992 erano cinque) ed almeno due per il procedimento amministrativo. E’ il periodo più lungo in Europa: la Germania richiede otto anni, la Francia ed il Regno Unito cinque.

Dal seminario in corso oggi a Firenze la raccomandazione che l’Italia si metta al passo con altri Paesi europei
Quali sono le prospettive in Italia di arrivare alla istituzione di una nuova funzione, autorevole, in grado di intervenire con efficacia a tutela del minore e dei suoi diritti, in linea con quanto stabilito dalle direttive europee e dalle convenzioni dell’Onu e di Strasburgo?
Su questo tema è in corso il dibattito al seminario di studi, che si tiene oggi a Firenze, dal titolo “Prospettive giuridiche della tutela dei minori attraverso la figura del garante per i minori, del tutore e del difensore”.


All’incontro, promosso dall’Unione delle Camere Minorili e dall’Istituto degli Innocenti partecipano numerosi magistrati, avvocati, medici, e giuristi.
La situazione italiana è in evoluzione. Il garante è già stato istituito in: Veneto, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Umbria, Puglia, Lazio e Marche, anche se con funzioni assai diverse tra loro; mentre sono stati presentati diversi progetti di legge per l'istituzione del Garante dei minori a livello nazionale a conferma di quanto questa esigenza sia sentita tra chi promuove i diritti dell’infanzia.
I bambini e i ragazzi non votano e, nonostante le tante declamazioni ufficiali sui loro diritti, hanno poca possibilità di far sentire la propria voce quando sono in difficoltà.

Il Garante è la figura che può farsi carico delle necessità dei minori e garantire loro possibilità di essere ascoltati.
Le funzioni del Garante, chiamato anche Difensore civico o Tutore, dovrebbero essere: la promozione di iniziative a tutela dei minori, il reperimento e la formazione dei tutori e curatori, le segnalazioni di situazioni a rischio, funzioni consultive su atti legislativi e amministrativi e funzioni di controllo su minori posti in strutture diverse dalla famiglia.
In Italia i minori sono tutelati da una legislazione avanzata ma, al di fuori dell’ ambito giudiziario, troppe sono le situazioni nelle quale le famiglie, gli operatori sociali, le istituzioni assistenziali e le amministrazioni locali non riescono a mettere in primo piano l’interesse del minore, E’ il caso ad esempio dei conflitti fra genitori nel caso di separazioni e divorzi, dei minori negli istituti che da anni attendono una famiglia, ma anche dei fenomeni di devianza minorile, come il bullismo e altri disagi nella scuola, che rivelano gravi carenze nella formazione del ragazzo.
Per intervenire in queste situazioni e davvero sostenere il ragazzo in difficoltà serve che si coordinino le iniziative di tutela, che vengano promossi gli studi sui diritti minorili, che si proceda alla formazione adeguata dei tutori e che gli interventi delle pubbliche amministrazioni vadano oltre le procedure routinarie.
Per la situazione toscana, l’assessore regionale alle Politiche sociali, intervenendo a conclusione del convegno, ha ribadito la priorità della tutela dei diritti dei minori nelle politiche della Regione.

Ma rispetto all’istituzione di un Garante (per cui esiste già un progetto) Passaleva ribadisce che sulla tutela dei minori in Toscana non siamo all’anno zero e indica la necessità di ulteriori valutazioni per non andare a creare duplicazioni di funzioni e uffici già attivati. Fra le azioni avviate dalla Regione: i protocolli con i Tribunali minorili, gli interventi nei piani sociali, la presenza nei comuni di un referente specifico per i minori, la legge 72 sull’Ufficio di Pubblica tutela, il Difensore civico regionale.
Due convenzioni impongono anche all’Italia di predisporre idonei strumenti istituzionali a garanzia del diritti dei fanciulli e dell'esercizio degli stessi.

La convenzione di Strasburgo, firmata dall’Italia il 25 gennaio 1996 e ratificata con la Legge 20 marzo 2003 n. 77, nasce infatti dall’obbligo di adempiere alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del Fanciullo, approvata a New York il 20 novembre 1989 e ratificata in Italia con la Legge 176 del 27 maggio 1991.

Collegamenti
In evidenza