Alessandro Haber al Teatro Puccini interpreta Bukowski in “Confessioni di un genio “

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 marzo 2004 11:51
Alessandro  Haber al  Teatro Puccini interpreta Bukowski  in  “Confessioni  di un genio “

Alessandro Haber veste i panni dello scandaloso Charles Bukowski in “Confessioni di un genio”. Lo spettacolo , allestito dalTeatro dell'Archivolto di Genova con drammaturgia e regia di Giorgio Gallione, è in programma da giovedì a sabato al Teatro Puccini . Si tratta di un monologo accompagnato da una colonna sonora jazz di Luca Velotti e Carlo Battisti su un'America oscena, esagerata, emarginata che permette ad Alessandro Haber, una performance d'attore sul filo del grottesco, ma non per questo meno drammatica.

In una vecchia stanza trasandata, a metà tra una camera d'albergo polverosa e un locale notturno di infima categoria, è accampato Charles Bukowski. Tra sedie sfondate, strumenti musicali, bottiglie vuote e una miriade di gatti randagi che appaiono ovunque, Bukowski ci racconta il suo congedo dalla vita. Tra poesie, canzoni, pensieri e racconti recuperati dalla enorme produzione del poeta, assistiamo all'ultimo show del performer che canta, sbeffeggia, si traveste da donna, gioca con le parole e la musica, raccontandoci in un particolarissimo spettacolo/concerto la sua idea della vita: sesso, birra, musica e letteratura, amore e solitudine.

È la nausea di vivere, che emana dalle poesie, immaginate come "città in guerra", scagliate come proiettili, vomitate come lava incandescente. Buk aspetta la morte, "come un gatto aspetta di saltare sul letto", ma anche in questa disperata attesa non rinuncia all'insulto, al dileggio di se stesso, e degli altri. Eppure il suo ultimo saluto è un messaggio d'amore per la moglie: l'ultima frase, che ha sempre avuto paura di pronunciare, è "ti amo". E’ un ritratto riuscito quello che Alessandro Haber ci regala di questo grande scrittore che in Italia, fu fatto conoscere nel 1975 da Feltrinelli , che pubblicò lo straordinario “Storie di ordinaria follia”.

A questo seguirono altri cinque romanzi, sei raccolte di racconti e molta poesia.Una produzione che ne ha decretato il successo presso la critica e il pubblico, facendo emergere , al di là di un certo “maledettismo” e una lettura superficiale della sua opera , un grande scrittore che, come ha sottolineato Fernanda Pivano “ forse può esistere soltanto in America, nel sogno americano libertario, anticonsumistico, passionale che abbiamo conosciuto negli Anni Cinquanta”.


Alessandro Lazzeri

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