Apre ad Asciano il Museo Archeologico di Palazzo Corboli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 dicembre 2003 14:22
Apre ad Asciano il Museo Archeologico di Palazzo Corboli

I grandi maestri della pittura senese e i tesori etruschi dell’alta Valle dell’Ombrone presentati all'inaugurazione sabato 20 dicembre 2003, ore 15.30, alla Chiesa di Sant’Agostino di Asciano. Nel cuore delle Crete senesi, ad Asciano, apre i battenti la sezione archeologica di Palazzo Corboli, dimora duecentesca già sede del Museo d’Arte Sacra. Una nuova fondamentale tessera che si aggiunge al ricco mosaico del Sistema dei Musei Senesi aperti in tutta la Provincia di Siena: fondamentale per il valore architettonico ed urbanistico del palazzo; per gli affreschi di inestimabile pregio che sono stati recuperati all’interno; per il contributo archeologico che Casa Corboli dà nella ricostruzione del ruolo di Asciano nella storia economica del contado medievale senese.
Ambrogio Lorenzetti, il Maestro dell’Osservanza, Giovanni Pisano, Il Valdambrino, Sano di Pietro, Taddeo di Bartolo: sono solo alcuni dei nomi degli artisti le cui opere sono già esposte nel Museo d’arte Sacra di Palazzo Corboli, opere che rappresentano delle pietre miliari nella storia dell’arte e a cui si aggiungono nella nuova sezione archeologica i ritrovamenti di importanti necropoli.

Il Palazzo
Palazzo Corboli è un antico edificio, con una storia complessa e affascinante; accoglie all’interno dei suoi spazi il Museo d’Arte Sacra (1° e 2° piano) e Archeologico (2° e 3° piano), una delle più importanti raccolte del Sistema Museale Senese.
Il Palazzo venne fatto costruire dalla ricca e nota famiglia senese dei Bandinelli, esempio ormai unico di palitium medievale: casa di abitazione ed insieme luogo dove si svolgeva l’attività commerciale della potente casata.

Il suo primo nucleo risale probabilmente ad un momento immediamente successivo agli anni 1212-1214 quando la Repubblica Senese acquistò importanti possessi fondiari nonché i diritti signorili dei Conti della Scialenga feudatari di Asciano e consolidò così in modo sostanziale il proprio dominio sul territorio.
Intorno alla metà del XIV secolo sono databili gli splendidi affreschi civili delle sale del primo piano, opera di Cristofano di Bindoccio, un tardo epigono di Ambrogio Lorenzetti: secondo lo Scapecchi la Sala detta del Granaio era lo spazio “pubblico” della casa, sala di rappresentanza e luogo dove venivano siglati i contratti.

È l’epoca del dominio della Repubblica Senese sul territorio, infatti l’unica magistratura presente ad Asciano era il Vicario, diretta emanazione del Podestà che risedeva a Siena: per tutto il resto, Gabella, Balia, etc. Asciano dipendeva direttamente da Siena.

Il Museo Archeologico - Museo Archeologico
Il percorso del Museo Archeologico inizia al secondo piano del palazzo, e vuole illustrare la storia antica dell’Alta Valle dell’Ombrone attraverso i materiali recuperati negli scavi archeologici dell’ultimo mezzo secolo nella zona degli attuali comuni di Castelnuovo Berardenga, Asciano e Rapolano Terme.

L’Ombrone era nell’antichità completamente navigabile e rappresentava un’importante via di comunicazione naturale oltre ad essere una grande arteria di traffico commerciale, che collegava la costa tirrenica con il territorio interno dell’Etruria settentrionale e la valle dell’Arno.
Il popolamento umano lungo il corso del fiume è evidenziato dalle testimonianze archeologiche che costellano la sua valle e quella dei suoi affluenti, di cui oggi si espongono, in gran parte per la prima volta, i reperti a Casa Corboli.
Si possono ammirare i preziosi manufatti provenienti dalla tomba “A” della necropoli etrusca del Poggione, situata sulle pendici meridionali dei monti del Chianti, con i raffinati avori e i 64 rocchetti in bucchero appartenenti alla giovane principessa, e le armi e le fiaschette da viaggio in bronzo e in bucchero del principe.
Un’ampia sezione del Museo Archeologico (quattro sale) è dedicata all’imponente tumulo del Molinello e ai corredi delle sue 15 tombe a camera, databili dal VII al I secolo a.C., testimonianza dell’egemonia della famiglia Marcni, le cui ricchezze si basavano sul possesso della terra, ma anche su quello delle cave di travertino e sul controllo delle vie di comunicazione.
Si espongono, cronologicamente, i corredi delle varie tombe dove spiccano, tra quelli delle più antiche, gli eleganti buccheri, i reperti metallici, e da quelle ellenistiche la ricca serie di urne in travertino.

Per la prima volta si espongono anche alcuni esempi di scultura arcaica, sempre provenienti dal tumulo, dove si fa notare il più antico coperchio di sarcofago bisomo in pietra, rinvenuto nell’Etruria settentrionale.
Il terzo piano costituito dal grande sottotetto del palazzo, raccoglie i reperti provenienti dalle tombe ellenistiche del Molinello, e i corredi provenienti da cinque delle tombe dell’altra importante necropoli etrusca del territorio ascianese, quella di Poggio Pinci, appartenente alla famiglia degli Hepni, databile tra il V e il I secolo a.C.


Si propone, in un suggestivo scorcio, la ricostruzione della tomba II, con le urne nella posizione originaria, come quando furono ritrovate alla fine degli anni ’50. Tra i materiali spiccano le raffinate ceramiche a figure rosse, gli specchi e i vasi potori in bronzo.
All’interno della splendida torre medievale sono esposti, invece, i reperti provenienti dalla villa etrusco-romana di Rapolano Terme, con i suoi preziosi bronzetti, le monete d’oro e d’argento e una grande meridiana in travertino.

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