Determinazione neonatale del sesso: i cinesi residenti in Toscana hanno un comportamento diverso rispetto a quelli residenti in Cina
Fecondazione assistita: interviene Agostini (DS)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 dicembre 2003 17:38
Determinazione neonatale del sesso: i cinesi residenti in Toscana hanno un comportamento diverso rispetto a quelli residenti in Cina<BR>Fecondazione assistita: interviene Agostini (DS)

Gli operatori del Centro Fibrosi Cistica, che fa parte della Clinica Pediatrica IV dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, diretta dal professor Maurizio de Martino, hanno utilizzato in modo inedito i dati resi disponibili dallo screening neonatale per la fibrosi cistica, ormai realizzato dal Meyer da 20 anni su tutti i neonati della Toscana.
Delle informazioni raccolte in occasione dello screening hanno preso in considerazione uno dei dati anagrafici, il sesso, per valutare il rapporto tra maschi e femmine alla nascita nel gruppo dei bambini cinesi nati in Toscana e per confrontarlo con il rapporto che si registra tra i bambini cinesi nati in Cina.

I dati, registrati dal 1/7/1992 al 30/6/2002, riguardano tutti i 4145 cinesi nati in Toscana (su un totale 265.502 bambini). Il risultato dell’indagine rivela uno scostamento importante: si passa dall’1,03 registrato in Toscana (ossia 103 bambini cinesi maschi su 100 femmine) all’1,17 registrato in Cina (117 maschi su 100 femmine). In alcune province del grande paese orientale si arriva anche ad un rapporto pari a 1,30. I bambini maschi non cinesi nati in Toscana sono il 106% delle femmine.

Nei paesi industrializzati il rapporto varia da 1,07 a 1,03, cioè da 107 a 103 maschi su cento nate femmine, con trend in diminuzione. Ma perché questa differenza tra i dati che riguardano i bambini cinesi nati in Toscana e quelli nati in Cina?
In un rapporto sull’indagine pubblicato nel numero di dicembre del Journal of Epidemiology and Community Health (il Giornale di epidemiologia e sanità pubblica del gruppo BMJ) i ricercatori del Meyer (Maurizio de Martino, Filippo Festini, Giovanni Taccetti, Teresa Repetto, Maria Luce Cioni) fanno riferimento a una serie di situazioni.

E’ nota la forte preferenza culturale della popolazione cinese per i figli maschi, così come gli orientamenti demografici del governo e la direttiva che dal 1979 ha introdotto nel paese la formula “un bambino per ciascuna famiglia”. Si è molto parlato della selezione antenatale del sesso, attraverso il largo uso dell’ecografia in gravidanza per la determinazione del sesso e il ricorso all’aborto selettivo nei confronti delle femmine, nonostante le leggi cinesi lo vietino. C’è anche chi ha sostenuto che in Cina esiste un tasso di non registrazione dei nati femmine.

Sta di fatto che il fenomeno sta provocando una qualche riflessione per i possibili problemi sociali che il consistente aumento (un milione di individui l’anno) della popolazione maschile senza corrispondente femminile potrebbe innescare nel futuro. In Toscana, per contro, non esistono restrizioni demografiche, la determinazione neonatale del sesso non è vietata e l’ecografia fetale, l’assistenza in gravidanza e l’aborto sono assicurati dal Servizio sanitario nazionale in forma gratuita.

Tutto ciò sembrerebbe indurre le coppie cinesi residenti in Toscana ad un comportamento diverso rispetto a quelle residenti in Cina.
Per approfondimenti: Filippo Festini, e mail filippo.festini@iol.it , cell. 3472108993

«Amarezza e delusione dopo gli esiti delle prime votazioni» ma anche «appoggio totale a quelle parlamentari che hanno aderito all'appello trasversale per un invito alla ragionevolezza» sono state espresse dalla consigliera dei DS Susanna Agostini dopo l'approvazione, in Senato, del primo articolo delle legge sulla fecondazione artificiale.

«In Senato - ha detto l'Agostini - è stata scritta una pagina da dimenticare. Il governo di centrodestra, che questa volta ha potuto contare anche su voti dell'opposizione, ha proceduto con passo oscurantista e blindato nel chiudere ogni possibilità di dialogo e di miglioramento di una legge, isolata in Europa, punitiva per le donne, umiliante per la scienza e la medicina». «Questa è una legge inaccettabile e inapplicabile - ha proseguita la consigliera diessina - che discrimina e sanziona nel segno del primato del diritto a nascere del concepito.

Un primato che mette in discussione il diritto della donna all'autodeterminazione della maternità ed alla propria salute. Per una maggior garanzia della tutela della salute delle donne, per rappresentare i diritti ad una maternità consapevole saranno necessari seri ripensamenti da parte di tutti i partiti verso una più numerosa rappresentanza femminile in tutte le istituzioni».

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