Basket: Mabo Livorno, contro la Lottomatica un suicidio in piena regola .
Vincono i romani 67 a 63.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 novembre 2003 10:48
Basket: Mabo Livorno, contro la Lottomatica un suicidio in piena regola .<br> Vincono i romani 67 a 63.

LIVORNO - Un finale di partita sconcertante da parte della Mabo ha regalato alla Lottomatica Roma, sotto per tre quarti, una incredibile ed inaspettata vittoria sul parquet del Palamacchia. Gli uomini di Banchi sono andati in trance. Solo sette punti messi dentro nell’ultimo tempino e la logica conseguenza è stata che il quintetto di Bucchi ha potuto imporre la sua legge. Un vero peccato per gli amaranto. Perché fino a quel momento la Mabo aveva tutt’altro che demeritato. Ma a conti fatti si deve dire che si salvano davvero in pochi sulla sponda livornese, a parte un Rozic in grande forma, a parte il solito Bell che comunque non ha brillato come in altre occasioni, a parte forse Giachetti e Cotani, quest’ultimo però più per la forza di volontà che ha dimostrato – non si è risparmiato nonostante avesse avuto un infortunio alla caviglia nei giorni scorsi al raduno della nazionale svolto a Siena – che per la qualità del gioco espresso.

Comunque sia, Roma non è stata granché meglio. E’ stata solo un po’ più cinica ed anche fortunata. Non avrebbe meritato la vittoria, ma ha avuto il merito di crederci e di non sprecare palle preziose al tiro con Bennermann e Myers. Ma veniamo all’incontro. Banchi manda in campo Parente, Bell, Rozic, Brown e Garri. Sull’altro versante coach Bucchi, senza Tusek infortunato al bicipite, opta per Bennermann, Myers, Tonolli, Burton e Griffith. Interessante il primo quarto. Livorno prende in mano le redini del gioco.

Banchi comunque capisce che la squadra ha bisogno di maggiore cattiveria e allora mette dentro Rozic che ripaga il suo coach con buone giocate a viso aperto. Il duello fra Griffith e Garri si inasprisce. Ma nonostante la mole e la mobilità del primo, una vera furia quando ci si mette, è il secondo ad avere la meglio. La squadra livornese gioca bene e cresce nel vantaggio. La difesa, guidata da Parente, si dimostra attenta e di buona qualità. Gli amaranto si muovono spesso e volentieri a zona, limitando un Myers apparentemente sotto tono, e Roma appare in chiara difficoltà.

Bucchi inizia la rotazione mettendo dentro Righetti, ma i ragazzi di Banchi sono padroni del campo. E una bomba da tre di Parente mette il sigillo al primo quarto che finisce 25 a 16 fra gli applausi del pubblico di casa. Il secondo quarto si apre con una tripla di Bennermann, ma Livorno continua il discorso iniziato del primo tempino, con una difesa aggressiva e veloci quanto micidiali contropiedi. E l’aggressività paga. Garri continua a macinare gioco e punti. Quando è spalle a canestro questo lungherone pare non conoscere ostacoli.

Bell, da parte sua, con le sue incursioni apre come una scatoletta la difesa romana. L’inerzia è a favore di Livorno che da due ne sbaglia solo uno su cinque. Myers, in genere esplosivo, appare quasi immobile, sicuramente imballato, non all’altezza della situazione. Ma Myers è sempre Myers e sono suoi i punti che comunque tengono Roma a galla. Però la Mabo è un’altra cosa. Anche se già qui, volendo, si possono intravedere i segni della successiva debacle. Nel finale di tempo, infatti, la Mabo, che potrebbe affondare il colpo, si incarta e consente alla Lottomatica di recuperare qualche punticino e di chiudere sul 39 a 31 con un passivo di meno otto.

Il tempo di un tè caldo, o di un integratore salino, e le squadre tornano in campo per la seconda parte della gara. E subito un parziale di otto a zero per la Mabo fa segnare il massimo vantaggio dei livornesi, più sedici, con Bell, Brown e Rozic in evidenza, con Parente che ruba palloni su palloni a Myers, con Giachetti che fa vedere di che pasta è fatto. Il tecnico giallorosso Bucchi dà allora fiducia a Griffith, che contro Garri però non raccoglie molto. Roma è ancora sotto. Livorno mantiene le distanze, anche se comincia ad arrivare la stanchezza per una partita giocata a mille.

Roma cerca di imprigionare gli amaranto con la zona. Verso la fine del tempo, però, gli uomini di Bucchi riescono a metter dentro qualche canestro e quindi a contenere lo svantaggio. Si capisce che la partita non è ancora finita. Il terzo tempo si chiude sul 56 a 45. Ma c’è da dire che fino a quel momento in campo non c’è stata storia. La Mabo merita il vantaggio. Tutto ciò va sottolineato a futura memoria ed anche per dare il giusto merito ai ragazzi di Banchi fin quando hanno giocato.

Si, perché nel quarto ed ultimo quarto Livorno non ha giocato, la squadra è andata in tilt, si è suicida, ha ceduto di schianto alla stanchezza. La partita, dicevamo, non era finita al terzo quarto. E così è stato. Subito lo si è visto. Livorno cambia la faccia, anzi la perde. Roma ne approfitta e subito Bennermann mette dentro cinque punti, il distacco va a meno sei, poi è Burton a prendere per mano la sua squadra capitolina ed a consentire ai suoi il primo sorpasso, un punto sopra. Livorno appare imbambolata.

Banchi tenta di rimediare chiamando in panca Brown e mettendo dentro Young che però ottiene pochissimo sotto le plance. Roma insiste con la zona e supera ancora Livorno. E’ il momento caldo della sfida, si gioca punto a punto. Livorno sbaglia anche cose elementari, ma comunque resiste. Gli ultimi tre minuti sono semplicemente pazzeschi. Anche Rozic si appanna mentre Roma è cinica. Due tiri liberi di Bennermann spianano la strada ad una vittoria semplicemente impensata ed impensabile fino a dieci minuti prima.

Livorno vede Roma far sua la partita senza esprimere neppure la cattiveria agonistica che in questi casi ti aspetteresti. Il gioco non viene eccessivamente frazionato dai falli come invece sempre accade in questi casi. A sedici secondi dalla fine Bell, palla in mano, sbaglia un passaggio semplice semplice a Parente. La sfera esce. Per Livorno è la fine. Il pubblico, che stavolta aveva gremito numeroso il Palamacchia, fischia indispettito. La palla va a Roma a cinque secondi dal termine. Ormai è il black-out.

Myers subisce il fallo e va alla lunetta dove mette dentro entrambi i tiri liberi. Così finisce 67 a 63. Una partita da dimenticare alla vigilia della trasferta di Pesaro sul parquet della mitica Scavolini. I ragazzi di Banchi escono dal campo a testa bassa. I fischi non sono assordanti ma comunque ci sono. Marco Ceccarini

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