Nasce a Firenze il primo centro studi italiano sul mercato del vino

Redazione Nove da Firenze
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14 novembre 2003 13:37
Nasce a Firenze il primo centro studi italiano sul mercato del vino

Firenze – Basta con l’endemica penuria di dati. Presto anche il mondo del vino italiano avrà un suo centro studi dei mercati capace di sfornare analisi in tempo reale e, soprattutto, differenziate per tipo di prodotto. Ne ha dato notizia oggi Leonardo Casini, direttore del Dipartimento di Economia Agraria dell’Università di Firenze che ospiterà il centro studi. Il centro studi farà opera di monitoraggio sia del mercato italiano, sia dei Paesi più importanti per l’Italia. Diventerà operativo dal 1 gennaio 2004 con una equipe di economisti, statistici e sociologi coordinata dallo stesso professor Casini.
Accolta con grande favore da istituzioni e produttori, la notizia è emersa nel corso del convegno I vini di alta gamma e l’evoluzione del mercato organizzato dai Dipartimenti di Agraria e Economia in collaborazione con la Provincia di Firenze in vista del quarto “Master in management e marketing delle imprese vitivinicole” (iscrizioni fino al 21 dicembre, ammessi solo 20 studenti, inizio dei corsi a fine gennaio nella fattoria di Montepaldi a S.

Casciano Val di Pesa, con stage in aziende francesi e italiane, informazioni mastervino@unifi.it)
Centro studi a parte, varie preoccupazioni per la congiuntura economica negativa hanno venato il convegno al quale hanno partecipato, tra gli altri, Lamberto Frescobaldi (Marchesi de’ Frescobaldi), Filippo Mazzei (amministratore delegato di Brolio), Cesare Turini (distribuzioni Heres) e l’enologo Giacomo Tachis, oltre al rettore dell’ateneo fiorentino Augusto Marinelli con l’economista Vincenzo Zampi (uno dei docenti) e il presidente della Provincia Michele Gesualdi con l’assessore all’Agricoltura Mario Lastrucci.
Frescobaldi e Turini, in particolare, hanno disegnato lo scenario di un mondo del vino messo a dura prova, e in molti casi fuori mercato, da una crisi epocale che non sta facendo sconti a nessuno.

Secondo Frescobaldi “il 2004 sarà ancora più duro” soprattutto per le troppe aziende che si sono sbilanciate a produrre buoni vini costi quel che costi. “La qualità non è più sufficiente per stare sul mercato”, ha detto, “Occorre una storia, un marchio affermato, ma soprattutto saper fare bene i conti. La crisi c’è e malgrado certe buone notizie dall’economia Usa in recupero, il periodo davvero difficile deve ancora venire. Un consiglio agli imprenditori? Stare coperti, perché la bufera è tutt’altro che finita”.
L’analisi economica dice che il mercato sta facendo i conti con un potere d’acquisto falcidiato.

In Europa l’euro stesso dev’essere ancora digerito, un processo che fa da freno alla ripresa. Per Turini tutto ciò si somma a un evoluzione culturale del consumatore, oggi più esperto e smaliziato, attento alla qualità, ma ancora più attento al portafoglio, dunque non più disposto a sacrificare cifre ingenti per prodotti di blasone recente e non sicuro.
“La gente spende meno e meglio”, ha spiegato Turini, “Il mercato si è ristretto ai prodotti di alta gamma e questo nuovo modello d’acquisto sta inducendo cambiamenti epocali anche tra i distributori.

Da portatori di cultura enogastronomia, un tempo abbiamo contribuito non poco al successo dei vini di qualità. Oggi, e sempre di più domani, ci spetta un ruolo di servizio, di semplici fornitori. E dovremo rivedere le nostre competenze per poter vendere nel modo più adeguato sia i vini di consumo quotidiano, sia quelli di lusso”.

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