Mercoledi conferenza sul genocidio in corso in Cecenia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 novembre 2003 13:41
Mercoledi conferenza sul genocidio in corso in Cecenia

Mercoledi 9 novembre Umar Khanbiev, ministro della sanità del governo ceceno di Aslan Maskhadov e membro del consiglio generale del Partito Radicale Transnazionale, interverrà alla conferenza pubblica “Cecenia, genocidio in corso”, che si terrà presso il Grand Hotel Adriatico (Firenze, via Maso Finiguerra 9). L’assemblea si aprirà alle 21 con la proiezione del film documentario “Grozny: il 51” di Mylène Sauloy (durata 26’, a disposizione delle TV). Umar Khambiev sarà accompagnato nella sua visita a Firenze da Olivier Dupuis, Deputato europeo della Lista Bonino.
L’assemblea sarà moderata da Antonio Bacchi, segretario dell’associazione radicale “Andrea Tamburi” e membro del Comitato Nazionale di “Radicali Italiani”.
Umar Khanbiev nasce nel 1955 in Kirghizistan, dove i suoi genitori sono esiliati.


Nel 1960 la famiglia ritorna in Cecenia. Nel 1979 si specializza in chirurgia.
Nel 1995, durante la prima guerra in Cecenia, diventa ministro della Sanità del governo indipendentista. Durante i quattro mesi di assedio di Grozny, da ottobre 1999 a gennaio 2000, dapprima nel suo ospedale (la maternità n° 2 di Grozny), poi in scantinati o ricoveri di fortuna, procederà a 5.003 operazioni, fra cui molte amputazioni.
Il 2 febbraio 2000 viene arrestato dall'armata russa, torturato, liberato dopo quindici giorni.

Vive nascosto, non lontano dalla Cecenia. E' oggi una delle più importanti figure cecene in esilio. Le parole di Berlusconi di questi giorni caricano Umar Khanbiev di un grande peso: il suo “tour” italiano sarà di fatto come quello che avrebbe potuto fare, sessant’anni fa, un ebreo per tentare di convincere le democrazie occidentali dell’esistenza dei campi di sterminio nazisti: non sarebbe stato creduto. Il problema è semplice: occorre sostenere i ceceni, qui e ora, come sarebbe stato necessario sostenere gli ebrei nel 1943, e non nel 1945 a genocidio avvenuto.
Già due anni fa, nel corso di un suo intervento a una riunione radicale a Roma, Khanbiev ammoniva il nostro Paese e l’Europa su questo rischio, dicendo: “Da noi è in corso un massacro di vite umane, ma da voi è in corso un massacro d'informazione, di conoscenza.

E se non ci fosse questa strage da voi, si sarebbe già potuta impedire quella che è in corso da noi”.
Oggi sui giornali (soprattutto su quelli vicini all'opposizione) si torna a parlare di Cecenia e di Antonio Russo, giornalista di Radio Radicale, ucciso tre anni fa mentre cercava di documentare i crimini russi, (ma si dovrebbe tornare a parlare anche di Andrea Tamburi, radicale, fiorentino, ucciso a Mosca dove svolgeva il ruolo di coordinatore delle attività del P.R.T., nel 1994). Ci auguriamo che tutto ciò non sia il solito fuoco di paglia, in funzione “anti-Berlusconi”.

E da Berlusconi, ci attendiamo che oltre alle parole dell’amico Vladimir Putin, su quanto avviene in Cecenia voglia ascoltare anche le parole, assai meno tranquillizzanti, di Umar Khanbiev.

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