Il Giallo al Teatro Puccini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 novembre 2003 18:55
Il Giallo al Teatro Puccini

Un appuntamento settimanale con un classico della filmografia gialla di ogni tempo per apprezzare il fascino di un genere nuovo per la realtà fiorentina, in un’ambientazione scenografica costruita ad hoc sul palcoscenico del Teatro Puccini. Una strada che la Direzione Artistica del Teatro e la NCP “città di Firenze” hanno deciso di iniziare a percorrere insieme visti i brillanti risultati di pubblico e critica dei precedenti “Delitto Perfetto” ed “Assassinio sul Nilo”. Repliche ogni mercoledì sera (ore 21,30) dal 12 Novembre al 28 gennaio 2004 per “solo 72 spettatori”, che assisteranno allo spettacolo sulle tavole del palcoscenico a pochi passi dagli attori, che la Nuova Compagnia di Prosa “Città di Firenze” ha affidato alla regia di Antonio Susini. Pubblico immerso nell’ambientazione scenica che Luca Bramanti ha progettato per esaltare al massimo la simbiosi pubblico-attore e che Alessandro Luchi avvolgerà nei suoni e nei medley dei suoi arrangiamenti musicali. Un progetto mirato al coinvolgimento di un nuovo target di pubblico, che magari apprezza la letteratura gialla, ma non ha mai avuto modo di vederla rappresentata dal vivo e così da vicino.
La trama
Jeff è un fotoreporter d’azione.

Costretto sulla sedia a rotelle da un incidente sul lavoro, che gli ha procurato la frattura della gamba destra, passa il tempo spiando col binocolo i suoi vicini di casa. Lisa Freemont, la sua fidanzata, vorrebbe sposarlo, ma lui si difende in ogni modo, convinto che le differenze tra lui e Lisa siano incolmabili e che la scelta giusta sia continuare la loro relazione così com’è. Lisa è però una donna tutt’altro che fragile e non intende desistere dal suo intento. Spiando negli appartamenti attorno al cortile, Jeff nota alcune stranezze nel personaggio di Thorwald, silenzioso e burbero uomo che litiga sempre più spesso con la moglie malata.

Da un giorno all’altro la moglie di Thorwald scompare e l’uomo sembra voler nascondere qualcosa…
Note di regia
Quello che mi ha spinto a portare in teatro La Finestra sul cortile è che oltre ad essere giallo, thriller, commedia, è un film sul rapporto tra spettacolo e spettatore. Un testo che porta a confrontarsi con quella perversione così largamente diffusa ai giorni nostri ed alla quale la maggior parte di noi non sa sottrarsi: il voyeurismo. Dice lo stesso Alfred Hitchcock: “Scommettiamo che nove persone su dieci, se vedono dall’altra parte del cortile una donna che si spoglia prima di andare a letto o semplicemente un uomo che mette in ordine la stanza, non riescono a trattenersi dal guardare? Potrebbero distogliere gli occhi dicendo: ‘Non mi riguarda’, potrebbero chiudere le loro persiane, e invece non lo fanno, stanno lì a guardare”.

Ai giorni nostri non si parla più di finestre da spiare in silenzio, con pudore dalla propria casa, ma di telecamere che spiano per noi, proponendoci un voyeurismo preconfezionato come evento televisivo. Da questo, la scelta di portare sul palco gli spettatori, di avvicinarli all’oggetto da spiare, di far sì che gli sguardi di tanti voyeurs nascosti nel buio, morbosamente attratti da quello che accade tra i quattro lati di quelle finestre illuminate, si incrocino creando uno spettacolo nello spettacolo.

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