Presentato in Comune Reading Series a Firenze, ciclo di incontri con gli autori ospiti della fondazione von Rezzori
Debutto con Banville, Kim, Pears e Shteyngart

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 ottobre 2003 17:42
Presentato in Comune Reading Series a Firenze, ciclo di incontri con gli autori ospiti della fondazione von Rezzori<BR>Debutto con Banville, Kim, Pears e Shteyngart

Firenze – Caso letterario dell’anno negli Stati Uniti, Gary Shteyngart è da questi giorni in libreria anche in Italia con il suo Il manuale del debuttante russo (Mondadori). L’irlandese John Banville ha invece vinto l’ultimo Premio Nonino e ha appena pubblicato con Guanda il nuovo romanzo L’invenzione del passato.
Sono due dei quattro protagonisti della prima edizione di Reading Series a Firenze (30 ottobre, ore 18, Sala Vanni, Piazza del Carmine), uno straordinario ciclo di incontri con l’autore promosso e organizzato dall’Assessorato alla Cultura in collaborazione con la Santa Maddalena Foundation, l’istituzione culturale che dal 2000 ospita nella tenuta omonima, sulle colline di Pontassieve, promesse e star affermate della letteratura internazionale.
L’iniziativa è stata presentata oggi in Palazzo Vecchio dall’Assessore alla Cultura Simone Siliani e dal presidente della fondazione Beatrice Monti della Corte, vedova del grande scrittore mitteleuropeo Gregor von Rezzori (1916–2000), autore, tra l’altro, di Memorie di un antisemita e di Un ermellino a Cernopole, che per 30 anni ha vissuto e lavorato a Santa Maddalena facendone un buen retiro frequentato dal gotha della cultura, da Claudio Magris a Chatwin, da Bertolucci a Schlondorff, da Indro Montanelli a Gore Vidal a molti altri.
“In quattro anni di attività”, ha ricordato Beatrice von Rezzori, “la sola fondazione ha ospitato ben 51 scrittori da tutto il mondo, molti anche assai celebri: Cunningham, Baldwin, Hughes, Zadie Smith, tanto per citarne alcuni.

E’ un’idea coltivata a lungo con mio marito. Ora mi è sembrato giusto che Firenze potesse trarre vantaggio da questa esperienza svoltasi fin qui con discrezione pressoché totale”.
In effetti, ha ricordato Siliani, pochi sapevano di Santa Maddalena: “Ma evidentemente”, ha aggiunto, “esiste ancora a Firenze un genius loci che la mercificazione turistica delle città d’arte non riesce a soffocare. Grazie alla Fondazione Firenze potrà ora entrare in contatto con le punte della letteratura contemporanea e avere la possibilità di rinnovare la propria vocazione di laboratorio di produzione artistica e letteraria”.
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Shteyngart, Suki Kim e Tim Pears, tre degli ospiti attuali di Santa Maddalena che alla Sala Vanni leggeranno propri testi in lingua originale, presentati dalla giornalista Irene Bignardi.

Ogni anno la Fondazione (il nome per esteso è The Gregor von Rezzori and Beatrice Monti della Corte Retreat for Writers and Botanist) ospita gratuitamente quattro gruppi di quattro persone per un mese o due. Reading Series a Firenze coinvolgerà appunto ogni gruppo.
La proprietà (comune di Donnini, in Valdarno) dispone di due edifici (del 1400 e del 1500) e di una torre di avvistamento trecentesca dove si trova la stanza un tempo preferita da Bruce Chatwin. Nel comitato direttivo e tra i consiglieri figurano, tra gli altri, Bertolucci e Schlondorff, Magris e Vidal, Bona Frescobaldi, Stephen Graham, l’editore del Washington Post, il presidente dell’Ansa Boris Biancheri, Pedro Almodovar, l’autore del Paziente inglese Michael Ondaatje, Isabella Rossellini.

Prossimo appuntamento con Reading Series a Firenze nella primavera 2004.

Banville, Kim, Pears, Shteyngart: chi è chi del quartetto che inaugura Reading Series
John Banville, già ben conosciuto anche in Italia, il nuovo astro Gary Shteyngart in libreria in questi giorni, la coreana Suki Kim e l’inglese Tim Pears. Sono i quattro romanzieri che inaugurano (30 ottobre, Sala Vanni, Piazza del Carmine) la serie dei Reading promossa e organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze in collaborazione con la Santa Maddalena Foundation.

Ecco un loro breve profilo.
John Banville
Irlandese di Wexford, è nato nel 1945. Edita l'Irish Times, ha scritto 12 romanzi (Kepler, Copernicus, The Newton Letter, The Book of Evidence, Eclipse) e quest’anno ha vinto il premio Nonino con The Untouchable. Il suo Shroud sta uscendo da Guanda col titolo L'invenzione del passato (pag. 264, € 15,00), mentre in Irlanda pubblica Prague Pictures. Portrait of a City, completato a Santa Maddalena. Vive a Dublino.
Suki Kim
Dalla Korea del Sud, dov’è nata, è emigrata a New York a tredici anni.

Si è laureata alla Columbia University e si è perfezionata alla School of Oriental and African Studies di Londra. Vive a Manhattan, collabora con la New York Review of Books e con il New York Times. The Interpreter è il suo primo romanzo.
Tim Pears
Inglese, 47 anni, ha pubblicato quattro romanzi. In the Place of Fallen Leaves (1993), ha vinto il Hawthornden Prize e il Ruth Hadden Memorial Award. In a Land of Plenty (2000) è stato invece adattato per un serial Tv dalla BBC. A Revolution of the Sun e Wake up sono entrambi del 2002.

Vive a Oxford.
Gary Shteyngart
E’ nato a Leningrado nel 1972. Il suo Il manuale del debuttante russo pubblicato in questi giorni da Mondadori (pag. 456, € 18,00), ha vinto lo Stephen Crane Prize e ha ricevuto critiche entusiaste dal New York Times. Per il Washington Post è il miglior libro del 2002. Altri articoli importanti sono usciti su New Yorker e Granta.

Dall’a di Almodovar alla zeta di Zadie Smith, ecco storia, scopi e pantheon della Santa Maddalena Foundation
Santa Maddalena è una boscosa proprietà di trenta ettari sulle colline di Pontassieve, comune di Donnini, a mezz’ora di macchina da Firenze.

Poche le costruzioni: due case in pietra (del 1400 e del 1500), un vecchio fienile, una torre d’avvistamento trecentesca.
E’ il rifugio in cui Gregor (Grisha) von Rezzori, romanziere e memorialista cosmopolita, ha vissuto e scritto per 30 anni, ospitando insieme alla moglie Beatrice Monti della Corte, esperta d’arte e a lungo importante gallerista, artisti e registi, architetti di fama e cosmopoliti di interessi vari, ma soprattutto scrittori, anche famosi e famosissimi, per via di evidenti affinità elettive nel segno dell’arte della parola e del racconto.
Qualche nome: Claudio Magris, Indro Montanelli, Volker Schlondorff, Bernardo Bertolucci, Bruce Chatwin.

Schlondorff per qualche anno ha anche abitato da quelle parti e dai Rezzori era di casa.
Oggi Santa Maddalena da il nome a una fondazione: The Gregor von Rezzori and Beatrice Monti della Corte Retreat for Writers and Botanists. Grisha non c’è più (è morto a 86 anni nel gennaio del 2000), ma la casa continua a vivere di letteratura ospitando ogni anno decine di scrittori che qui trovano l’ambiente ideale per riflettere e lavorare. Per la precisione sono 16 all’anno, un minimo di quattro per volta, in quattro cicli, per un periodo che va dai trenta giorni ai due mesi.

“E’ un idea di cui ho parlato a lungo con mio marito e che ho realizzato subito dopo la sua morte”, ricorda Beatrice von Rezzori. Da allora cinquantuno scrittori provenienti da tutto il mondo, alle prime armi o già famosi, hanno soggiornato a Santa Maddalena e lavorato con incredibile profitto. Tra i più noti, gli americani Edmund White e Michael Cunningham, l’ungherese Andràas Nagy, il cubano José Manuel Prieto, l’anglo-giamaicana Zadie Smith, l’irlandese John Banville, oggi uno dei maggiori autori anglosassoni, che proprio qui ha scritto gran parte del suo ultimo romanzo.
L’ambiente e l’atteggiamento cosmopolita si rispecchia peraltro nel pantheon direttivo dove figurano, tra gli altri, i nomi di Bertolucci e Schlondorff oltre al critico d’arte Robert Hughes e all’editore del Washington Post Stephen Graham.

Tra i consiglieri, Luigi Brioschi, presidente della Guanda che ha pubblicato l’opera completa di von Rezzori, Michael Ondaatje, l’autore del Paziente inglese, il regista Pedro Almodovar, Magris, Isabella Rossellini, Gore Vidal e l’attore Ralph Fiennes. E tra quanti non appartengono al mondo delle lettere o dello spettacolo, il professor Tom Wright, docente di Botanica all’Università di Londra.

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