L'opera di Puccini al Complesso Monumentale di San Micheletto di Lucca sino a domenica 11 gennaio
Artists at work, new technology in textiles and fiber art al Museo del Tessuto di Prato

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 settembre 2003 00:12
L'opera di Puccini al Complesso Monumentale di San Micheletto di Lucca sino a domenica 11 gennaio<BR>Artists at work, new technology in textiles and fiber art al Museo del Tessuto di Prato

Lucca dalla settimana scorsa offre ai visitatori un'esposizione che documenta attraverso 300 bozzetti, manifesti, modelli, figurini e costumi originali, il valore dell'opera musicale di Giacomo Puccini. Un modo per celebrare il grande musicista lucchese che porta ancora oggi il nome della sua città nei più prestigiosi teatri lirici del mondo.
L'esposizione si avvale di tecnologie interattive e multimediali con apparecchiature sperimentate al MIT Media Lab di Boston e persino ologrammi tridimensionali dei bozzetti di alcune scenografie.

Ma ciò che è più significativo è l'emozione di riconnettere Lucca a Puccini e ai suoi amici, come Galileo Chini, o Giovacchino Forzano, anche loro frequentatori della Versilia e del lago di Massaciuccoli, il rifugio del musicista che tra una battuta di caccia e l'altra vi ha composto molte delle sue più celebri arie.
Così, oltre alla passeggiata tra i materiali d'archivio raccolti (in particolare dl Teatro alla Scala di Milano e dal Teatro Comunale di Firenze) e presentati in mostra dalla Fondazione Ragghianti, consigliamo pure una bella passeggiata nelle viuzze della città in cui Puccini imparò l'amore per la musica e per la vita, magari fumando quel sigaro che ancora oggi le sigaraie lucchesi producono a mano.

E a Prato il Museo del Tessuto
Il Museo del Tessuto di Prato propone, in collaborazione con The European Textile Network, una mostra collettiva di arte tessile contemporanea che si svolge all'interno dei locali della nuova e prestigiosa sede del Museo presso la ex-fabbrica Campolmi sino al 30 novembre 2003.
Il progetto è una selezione di opere d'arte tessili che affrontano, con i più grandi margini interpretativi, il tema centrale del rapporto fra tessuto, nuove tecnologie e innovazione. La mostra, accompagnata da un catalogo in inglese, intende confrontare l'interpretazione originale, creativa e innovativa dell'artista con le nuove tecnologie e i nuovi materiali high-tech per di creare un nesso fra arte e produzione industriale.

I temi esplorati sono il CAD per tessuto, maglieria, ricamo e merletti; la stampa digitale e transfer; l'impiego di fibre ottiche, nuovi materiali, anche sintetici e nuovi finissaggi.
Dal 5 maggio il Museo del Tessuto si è trasferito nella nuova sede dell'ex cimatoria Campolmi, gioiello di archeologia industriale del XIX secolo, situato all'interno della cerchia muraria medievale della città. Il Museo del Tessuto di Prato, finora l'unico in Italia dedicato interamente all'arte e alla tecnologia tessile, conserva un patrimonio tessile di estremo interesse per qualità e varietà delle collezioni.

Nato nel 1975 a seguito di un'importante donazione del collezionista Loriano Bertini (oltre 600 pezzi) ha potuto ampliarla grazie ad apporti pubblici e privati fino a raggiungere un insieme di oltre 6.000 campioni di tessuti provenienti da tutto il mondo e databili sin dal V secolo. Il percorso museale comprende le collezioni di tessuti antichi presenti nelle loro varie tecniche di esecuzione, allo stato frammentario o confezionati per uso laico, religioso e per arredamento; una sezione del tessile contemporaneo che nasce da un dialogo costante tra il Museo e le imprese locali, nello sforzo di conservare e comunicare il patrimonio di creatività e ricerca applicate al tessuto che quotidianamente investe la produzione tessile pratese.

Oltre ai reperti tessili, il Museo conserva macchinari e strumenti di preparazione alla tessitura riconducibili a manifatture italiane ed, in alcuni casi, frutto di elaborazioni e di accorgimenti realizzati per la produzione locale e, infine, testimonianze nel campo della chimica tintoria dalla fine dell'Ottocento alla prima metà del Novecento.

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