"Taranta e dintorni" con Mario Salvi, Mascarimiri e Radicanto giovedi 21 agosto (alle ore 21.15 ) a Bardalone (PT) al Palazzetto Sandro Pertini
Ingresso 8 Euro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 agosto 2003 17:41
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Itinerari Musicali Sentieri Acustici 2003 si svolge sotto il Patrocinio della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.
Mario Salvi
Inizia la sua carriera interessandosi alla musica tradizionale dell’Italia centrale e meridionale, svolgendo ricerche sul campo nel Lazio e in Campania. Nello stesso tempo si dedica allo studio degli strumenti tradizionali a percussione (tamburello, tammorra, ecc.) e della fisarmonica diatonica, tradizionalmente nota come “organetto”. Questa piccola fisarmonica popolare diventa ben presto lo strumento d’elezione di Mario Salvi, portandolo in pochi anni a distinguersi come uno dei migliori musicisti folk italiani.

Tra i numerosi musicisti e gruppi di matrice popolare con cui Mario Salvi ha collaborato, vi sono: Ambrogio Sparagna, Riccardo Tesi, Roberto Tombesi, Stefano “Ciuma” Delvecchio, Piero Brega, Luciano Gaetani, Raffaele Inserra, Nando Citarella, Carlo Rizzo, Stefano Tavernese, Arnaldo Vacca, Giampiero Mazzone, Luciano Orologi, Viola Buzzi, Maurizio Cuzzocrea, Mario Artese, Tarantula Rubra, Tonino Zurlo, Canzoniere della Ritta e della Manca (BN), Indaco (RM), Modena City Ramblers, Radicanto (BA), Specimen (LE).

Mascarimirì
Mascarimirì nasce dalla collaborazione di alcuni elementi di Terra De Menzu -gruppo popolare di ricerca sulle sonorità della tradizione orale salentina - il cui lavoro si svolge completamente sul “campo”, dalle “curti” - luoghi in cui si svolgeva la vita sociale delle microcomunità salentine - ai punti focali della tradizione popolare, come le feste patronali di S.

Rocco a Torrepaduli, di S. Vito di Ortelle, e quelle del fuoco a Supersano e Cutrofiano. Conclusa l’ esperienza Terra de menzu, nel ’97, Claudio Giagnotti - conosciuto come Cavallo - Cosimo Giagnotti e Carlo De Pascali danno vita ad un nuovo gruppo: Mascarimirì, nome romanes che rimanda alle radici dei ritmi e delle sonorità che caratterizzano il loro lavoro. Con Mascarimirì prosegue la ricerca sulle tradizioni musicali salentine - pizzica, canto sul tamburo, canti “alla stisa”, d’ amore, di lavoro, - e si apre alle contaminazioni sonore partendo dalle terre più prossime per sonorità e tradizione sino a quelle più lontane.

Sono di questi anni le collaborazioni con musicisti della zona vesuviana - Daniele Sepe, Cristina Vetrone, Marcello Vitale, Eugenio Bennato, A.sur.D, O’Lione, Compagnia della Tammorra - la presenza alla “Notte della Taranta” nelle due edizioni salentine orchestrate da Daniele Sepe e Piero Milesi, gli scambi con i gruppi marsigliesi Dupain e Gacha Empega e con alcuni musicisti della Provenza, ma anche le aperture al teatro con la partecipazione a spettacoli del Centro Teatrale Astragali, all’ esperienza dell’ etno-jazz di Callisto, agli incroci con i paesi oltre adriatico come Albania e Grecia, alle influenze e ironiche della musica jiddish, allo studio di tradizioni come quella araba e africana grazie ai contatti con i berberi Al Noujoum insieme a Pierangelo Colucci, alla solarità della musica reggae e Hip Hop con le collaborazioni con Sud Sound System.

www.mascarimiri.com Claudio “Cavallo” Giagnotti voce, tamburi a cornice, flauti, flauti doppi e ciaramella Vito Giannone voce, mandolino elettrico, chitarra tres, Beppe Branca basso elettrico, gran cassa e cori.

Radicanto
Quello dei Radicanto è canto tradotto. Canto che attraversa più culture, più linguaggi. Canto dal centro incerto, ricordo vago di una tradizione vaga, ricordo essa stessa di infiniti spazi e infinite storie. È musica del nostro tempo che traduce la tradizione (pugliese e del mediterraneo), facendola risuonare nel presente attraverso i suoni del presente.

Così il suono popolare che è per eccellenza suono della non appartenenza (suono di tutti e di nessuno) non potrà fare a meno di incontrare il suono contemporaneo, il suono altrui, ascoltato dallo strumento altrui dando vita ad una scrittura che ricorda più scritture e in cui il detto è quasi pretesto del dire. È scrittura della citazione ironica e malinconica, spesso legata all'improvvisazione e quindi all'essenza del jazz, senza necessariamente essere jazz. Un ponte, quindi, tra passato e presente che si pone come apertura illimitata al nuovo, come ritmo in grado di parlare direttamente al nostro corpo.

Poesia e riso, melodia e parodia nutrono un canto che ricorda mille canti: una forma che è mille forme, una materia immateriale che si riscrive continuamente. Una scrittura che vive nel tempo incerto del concerto, creando infinite traduzioni, infinite interpretazioni di una tradizione eccedente, inesauribile. Un racconto senza fine, che interroga il tempo grande della storia. Enzo Granella canto, chitarra, Fabrizio Piepoli canto, bouzouki, percussioni, Giuseppe De Trizio mandolino, chitarra, Adolfo La Volpe chitarra elettrica, loops, Vittorio Gallo sax soprano e tenore, Pierpaolo Martino contrabbasso, basso elettrico, Daniele Abbinante batteria percussioni.

Il luogo
Il palazzetto Sandro Pertini si trova a Bardalone, in località La Macava, sulla Montagna Pistoiese.

Si raggiunge da Pistoia prendendo la SR 66 (via Modenese) fino a Campo Tizzoro, dove si gira a destra al bivio per Maresca. Fatti 50 metri si gira a sinistra per La Macava. La strada, che collega Pistoia all’Abetone, fu fatta costruire nel 1766 da Pietro Leopoldo e i lavori furono seguiti dal monaco matematico Leonardo Ximenes. Lungo il percorso fino a Bardalone si incontra l’affascinante costruzione conica della Ghiacciaia della Madonnina che fa parte dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese.

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