Beni privati aperti al pubblico: arrivano i primi contributi
Fidi Toscana finanzierà il 25% delle iniziative di ristrutturazione e promozione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 luglio 2003 07:40
Beni privati aperti al pubblico: arrivano i primi contributi<BR>Fidi Toscana finanzierà il 25% delle iniziative di ristrutturazione e promozione

FIRENZE- La stazione Leopolda a Firenze, Palazzo Carranza a Pisa, il Castello della Gherardesca a Castagneto Carducci, Palazzo Viti a Volterra, l'abbazia di Santa Maria ad Asciano, la Chiesa di San Lazzaro a Cetona. Sono questi alcuni dei beni culturali toscani che per primi potranno essere ristrutturati e aperti al pubblico grazie ai finanziamenti previsti nel Documento unico di programmazione economica (Docup) 2000-2006, per le aree a sostegno transitorio e obiettivo 2. Attraverso Fidi Toscana S.p.a., infatti, la Regione concederà contributi pari al 25% delle spese effettivamente sostenute (con un esborso complessivo di 3.873.292 euro) per interventi di conservazione, restauro, riqualificazione funzionale, adeguamento alle norme in materia di sicurezza e di accessibilità ai disabili, ma anche per iniziative volte a promuovere la conoscenza e la fruizione di questi patrimoni.

I beneficiari dei contributi hanno l'obbligo di terminare i lavori entro 24 mesi e di tenere aperti al pubblico per 10 anni i beni in questione, realizzando le attività previste nei progetti presentati. L'elenco completo dei progetti per cui è stato accordato il finanziamento comprende anche Palazzo Chigi a San Quirico d'Orcia, il giardino del villaggio di Pescigola a Fivizzano, villa Le corti a San Casciano Val di Pesa, il convento di San Francesco a Borgo a Mozzano, villa Vignamaggio a Greve in Chianti, villa Rocchi (ex Bargagli Petrucci) a Torrita di Siena e la farmacia Piccioli a Cascina, Palazzo Agostini Venerosi a Pisa e Palazzo Pavesi-Ruschi a Pontremoli.
Le graduatorie per accedere ai fondi sono state stilate considerando criteri di efficienza amministrativa (date di inizio e fine dei lavori, modalità di gestione delle eventuali attività culturali), la rilevanza artistica e storica dei beni in relazione al loro contesto, la loro particolarità e vulnerabilità, l'integrazione dei servizi previsti con quelli già presenti sul territorio.

Il nucleo di valutazione ha inoltre considerato le prospettive occupazionali, la qualificazione del contesto paesaggistico ambientale ed il livello di innovazione nelle tecniche diagnostiche, di rilevazione e gestione delle conoscenze sui beni culturali e sul loro grado di conservazione.
L'Azione 2.2.2 del Docup prevede che entro il 31 dicembre 2006 o comunque fino ad esaurimento dei fondi disponibili, i proprietari di beni culturali sottoposti a tutela, potranno richiedere i contributi (sono 6 milioni di euro, stanziati dalla Comunità europea) per recuperare, conservare e valorizzare collezioni, palazzi, ville, castelli, parchi, giardini storici, teatri ed altre strutture dello spettacolo aventi valore di beni culturali.

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