120 foto per un esposto sul caso Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 luglio 2003 15:42
120 foto per un esposto sul caso Firenze

Un colloquio disteso e utile quello che Idra ha avuto mercoledì 2 luglio col vice sindaco Matulli a Palazzo Vecchio. L'incontro era stato richiesto dall'associazione ecologista a beneficio delle espressioni della società civile fiorentina sinora escluse dalle consultazioni dell'Amministrazione comunale sui temi della viabilità, della vivibilità, della tutela dei beni ambientali e culturali e della sicurezza, con particolare riferimento alle gravi criticità intorno alla Fortezza da Basso, esasperate nei giorni scorsi dalla concomitanza con Pitti Immagine. Il vice sindaco ha ascoltato per oltre un'ora una delegazione di cui facevano parte anche Italia Nostra, rappresentata dal dott.

Pietro Cipollaro, e il Coordinamento Cittadino dei Comitati, rappresentato dall'arch. Nuccia Rizzitano. E' stato richiesto da tutti i convenuti l'avvio di un processo di consultazione di routine delle espressioni organizzate della società civile, anche sui tanti altri temi dell'infrastrutturazione di Firenze, in particolare sulle cantierizzazioni per TAV, tranvia e terza corsia autostradale. E' stato richiesto inoltre di garantire informazione alla città sulle progettazioni che la riguardano, e sulle continue variazioni in corso d'opera che le tormentano: vanno individuati uno o più luoghi fisici nei quali i cittadini possano visionare e consultare i progetti con gli aggiornamenti in tempo reale.

Il vice sindaco ha ammesso che questo è un problema ben presente agli amministratori. I rappresentanti delle associazioni presenti nella delegazione hanno chiesto inoltre di intervenire, come soggetti titolari di diritti, o di essere per lo meno auditi e consultati, alla conferenza di servizi sulla Fortezza da Basso annunciata da Matulli nei giorni scorsi. Idra, rappresentata dal presidente Girolamo Dell'Olio e dal vice presidente Pier Luigi Tossani, ha mostrato al vice sindaco parte del repertorio di 120 fotografie che integra l'esposto depositato stamani presso il Comune di Firenze e la Soprintendenza di Palazzo Pitti, e indirizzato al sindaco Leonardo Domenici, al vice sindaco Giuseppe Matulli e al soprintendente Domenico Valentino, trasmesso per conoscenza anche alla Procura della Repubblica.

Nell'esposto Idra documenta e contesta politiche di sottrazione strutturale di diritti e di vivibilità (soprattutto a danno delle fasce più deboli: bambini, ragazzi, mamme, anziani, disabili e pedoni in genere, letteralmente impediti ad avventurarsi nelle ampie aree della città interessate dalle cantierizzazioni), e di esposizione a rischi in materia di sicurezza e incolumità. Secondo l'associazione, le rotonde appaiono vere e proprie trappole stressogene, impraticabili per chi non ha "ripresa" o - anche alla guida di un'auto - non dispone di riflessi e aggressività a sufficienza.

Rischi seri corrono quindi tutti coloro che hanno scelto la bici come mezzo di locomozione. Le rotonde senza semaforo hanno senso solo quando il traffico non raggiunge dimensioni caotiche. In caso contrario sono generatrici di rischi, stress e ingorghi. Perché non adottare impianti semaforici? ha chiesto la delegazione. Se ne gioverebbero la sicurezza e la velocità degli spostamenti. Vale per la ex ovonda, vale per Piazza Gaddi. Quando non sono intasati, inoltre, i viali si trasformano in piste ad alta velocità (nonostante i divieti formali di superare i 30 km/h).

Chi controlla la velocità?, è stato chiesto. Non risultano infatti essere state attivate postazioni fisse. Un pericolo aggiuntivo per la salute e la sicurezza dei ciclisti deriva dalla promiscuità con questo tipo di traffico, aggravato dall'immissione di mezzi pesanti in uscita dai cantieri, dalla polvere e dal fango. Insufficiente o del tutto assente appare essere la segnaletica che annuncia gli automezzi in entrata e in uscita dai cantieri (uno di questi ha l'ingresso collocato subito prima di una curva a 90°, a sua volta preceduta da un lungo percorso rettilineo a più corsie e a senso unico).

Perché non vengono istallati, a beneficio dei cantieri, impianti semaforici a chiamata? All'interno della raccolta di 120 foto che Idra mette a disposizione dell'Amministrazione sono documentati anche avventurosi attraversamenti pedonali di routine del viale Strozzi da parte di lavoratori costretti a spostarsi solo in questo modo da un cantiere all'altro nell'area fra il Romito e il vecchio sottopasso del Viale Belfiore. Quanto agli altri pedoni, là dove sono invitati a utilizzare accessi loro riservati, come la scala che permette la discesa dal Romito, essi sono poi costretti a utilizzare percorsi particolarmente inquinati, adiacenti al traffico intensissimo del viale e alle lavorazioni di cantiere (polvere, rumore). All'incrocio fra viale Strozzi e via Cosimo Ridolfi vige poi una sconcertante situazione di caos: mancanza di regole e di vigilanza, segnaletica non chiara (quella orizzontale risulta di fatto illeggibile), semafori spenti, mentre si addensa in poche decine di metri quadri un groviglio di confluenze e direzioni.

In prossimità dell'accesso pedonale più consueto alla vasca dei cigni, a queste condizioni si sommano la presenza dell'accesso rotabile all'Intendenza di Finanza e a un importante esercizio commerciale, parcheggi apparentemente selvaggi che ostacolano anche ogni residua visibilità, l'accesso a un cantiere (quello per l'interramento di Viale Strozzi), un corridoio irrituale per autoarticolati giganti diretti a Firenze Expo lungo la nuova stretta viabilità in fregio alle mura della Fortezza, un controviale già pedonale (quello che circonda l'area della vasca dei cigni) occupato ora da selve di motorini, ora da TIR in attesa di dirigersi verso le mostre.

Il controviale di servizio all'ingresso alla Fortezza, peraltro, è organizzato per un doppio senso di marcia, nonostante lo spazio appena sufficiente, con ogni evidenza, a far transitare un solo autoarticolato. Accanto, la sfida del grigio camminamento promiscuo pedonale e ciclabile. C'è, ancora, il caso del giardino di Porta Mugnone, sistemato dal governo Dini nel '95 per il vertice europeo di Firenze. Qui vige una vera e propria "zona franca", l'area carico e scarico merci, documentata fotograficamente nei giorni di Pitti Immagine: parcheggi selvaggi anche sulle aiuole, cartelli stradali divelti, sporcizia, mini-discariche diffuse, incuria. Sul lato ferrovia, le mura cinquecentesche fungono da mero supporto d'appoggio e ricettacolo di materiali in discarica privi di qualsivoglia recinzione. In relazione alle manifestazioni di Firenze Expo, Idra ha chiesto al dott.

Matulli come mai non abbia funzionato il treno navetta per Pitti Immagine, e se sia dunque caduto l'impegno alla pedonalizzazione di piazza Vittorio Veneto, adibita nei giorni scorsi a terminal per le navette su gomma per la manifestazione espositiva. Il vice sindaco ha spiegato che le Ferrovie hanno ammesso di disporre di tracce orarie che permettono un servizio ferroviario cadenzato, ma che l'offerta non è stata ritenuto conveniente da Pitti Immagine. Ci si domanda, ha replicato Idra, come mai invece il Comune di Firenze non intenda esigere dalle FS l'attuazione di programmi che risalgono ormai a oltre 20 anni fa, quando contestualmente alla costruzione della Direttissima Firenze-Roma venne apparentemente ottenuto (ma solo sulla carta) l'impegno all'attivazione di un servizio ferroviario metropolitano cadenzato di superficie lungo il quadruplicamento Rovezzano-Prato.

I pendolari, i turisti, i visitatori, ha concluso Idra, non possono certo attendere il 2013 (e solo se non ci saranno intoppi) per vedere attivata dopo la costruzione del doppio tunnel TAV la metropolitana di superficie. Ci sono già i binari e le stazioni, purché vengano restituite - vedi il caso della Leopolda a Porta al Prato - al loro uso ferroviario. Si tratta allora solo di stabilire le priorità: vanno soddisfatte prima (e comunque solo fra 10 anni) le costosissime esigenze di élite dell'utenza (teorica) TAV, o invece subito e a costo zero le necessità impellenti di decine di migliaia di cittadini soffocati dalla mobilità obbligata su gomma? Il vice sindaco, che ha diretto per molti anni un Comune mugellano (Marradi) servito dalla linea Faentina, e che è dunque ben consapevole del significato e dell'importanza dei collegamenti ferroviari per l'area metropolitana, ha ascoltato con apparente attenzione e interesse queste osservazioni. Di più, la delegazione ha manifestato il proprio vivo rammarico per le posizioni espresse dal sindaco Leonardo Domenici quando, rispondendo a un cronista che gli chiedeva ragione dell'apparente doppione (tunnel di viale Strozzi e raddoppio del sottopasso Belfiore) a servizio sempre e comunque del traffico privato, ha dichiarato: "Questo non mi pare un problema, avremo una strada in più e il traffico ne beneficerà" (!).

Si può chiamare forse "cura del ferro", una siffatta politica delle infrastrutture in città? Quando l'esposizione dei problemi e l'illustrazione della documentazione fotografica hanno iniziato a farsi più tecniche e settoriali, il dott. Matulli ha opportunamente interrotto l'incontro, impegnandosi a riconvocare la delegazione al più presto alla presenza dei soggetti direttamente competenti: il prof. Mario Preti e gli assessori Vincenzo Bugliani, Gianni Biagi e Paolo Coggiola. Prima di salutare, l'associazione Idra ha sinteticamente sottoposto al dott.

Matulli due questioni a suo parere cruciali e urgenti: la necessità di un monitoraggio (se non delle tutela) della salute e della qualità della vita dei cittadini (un progetto di ASL e ARPAT al riguardo attende da tre anni il finanziamento, peraltro assai modesto, necessario farlo avviare); l'opportunità che l'Osservatorio Ambientale sui lavori TAV sia affidato a soggetti che dispongono di tempo sufficiente, e che non siano già stati coinvolti nelle decisioni che riguardano i progetti stessi.

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