Il taglio degli alberi storici alla Fortezza

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 giugno 2003 16:41
Il taglio degli alberi storici alla Fortezza

Conferenza stampa oggi di Italia Nostra, Coordinamento dei Comitati Cittadini e associazione Idra in contemporanea con la seconda giornata della grande manifestazione espositiva alla Fortezza da Basso, "Pitti Uomo". Per questa iniziativa sono state sacrificate cinque piante adulte di un giardino pubblico sopravvissuto a questa selvaggia cantierizzazione. Ma questo è solo uno degli ultimi anelli di una lunga catena di interventi, che ha visto l'abbattimento:
di 71 alberi per i lavori del sottopasso in Piazza Vittorio Veneto;
di circa 1000 piante - in gran parte secolari e monospecie (Farnie) - nel parco delle Cascine;
di 137 alberi al Campo di Marte per la realizzazione del nuovo stadio di atletica;
di 15 platani, decine di lecci e cedri per i cantieri aperti attorno alla Fortezza;
di 16 platani per la realizzazione del nuovo parcheggio a Piazza Beccaria.


E la lista è sicuramente incompleta per difetto.
I cittadini hanno visto - sempre per esigenze del polo espositivo - riempire di camion, macchine e pullman quella che doveva essere la nuova area pedonale di Piazza Vittorio Veneto, e ieri mattina hanno fatto la prova generale degli ingorghi e del caos del traffico nelle vie di scorrimento attorno alla Fortezza rimaste completamente intasate per tutta la giornata. Questo è solo un anticipo, se si pensa al fatto che nel "piano strategico", riconfermato anche di recente dai nostri amministratori come prossimo alla fase esecutiva, il polo espositivo della Fortezza passerà da 30mila a 60mila mq di superficie espositiva: così, a rischio, oltre al giardinetto di Porta del Mugnone, presto ci sarà anche quello con la vasca dei cigni, lato viale Spartaco Lavagnini.
In questi provvedimenti annunciati come atti di modernizzazione della città di fatto sono completamente ignorati gli interessi dei cittadini e dell'ambiente.

Anche le ragioni della tutela dei beni culturali sono continuamente sentite come un laccio e un impedimento e quindi disattese se non violate nel modo più sistematico.
Per questi motivi il taglio dei cinque alberi, e l'ordinanza firmata in merito dal Sindaco Domenici contro il parere della Soprintendenza competente, rappresentano un precedente di indubbia gravità per il quale sono già stati inoltrati esposti alla procura della Repubblica dal Soprintendente per i beni architettonici ed il paesaggio Domenico Valentino, dal Corpo Forestale dello Stato e dall'associazione Italia Nostra.

Riteniamo importante una mobilitazione di tutti coloro che hanno a cuore l'ambiente e la legalità per richiedere e pretendere che vengano accertate le responsabilità del caso. L'abbattimento degli alberi storici alla Fortezza, infatti, è anche l'ultimo caso di una serie di atti amministrativi ispirati alla più disinvolta noncuranza dei diritti di partecipazione dei cittadini e degli stessi cardini della legalità.
Alcuni degli esempi più eloquenti:
l'Amministrazione Domenici non si è preoccupata di chiedere le autorizzazioni necessarie a legittimare l'imposizione di un ripetitore per telefonia cellulare Nokia a ridosso di un proprio edificio vincolato, al Vecchio Conventino in via Giano della Bella: ha mandato contro i cittadini la forza pubblica, ma alla fine ha dovuto recedere;
la stessa Amministrazione ha atteso ben 18 mesi prima di rimuovere un cantiere orribile e pericoloso, illegittimamente installato per la costruzione di un ponte sull'Arno (a monte della passerella dell'Isolotto) che non solo era contestato da numerosi cittadini, ma risultava anche respinto dalla Soprintendenza per i beni architettonici ed il paesaggio, per il devastante impatto paesaggistico e ambientale sul parco delle Cascine;
la precedente Amministrazione Primicerio aveva voluto insistere fino allo smacco della bocciatura perché si attuasse un progetto di nuova stazione per l'Alta Velocità che comportava la distruzione di manufatti vincolati e esplicitamente tutelati dalla Soprintendenza;
nel Centro storico si assiste allo snaturamento del tessuto sociale ed ad un aumento monotematico di attività di intrattenimento che pur non rispettando le regole sono state tollerate (vedi "Saloon" di Via Ghibellina), o in qualche modo autorizzate come nel clamoroso caso del locale aperto recentemente in via delle Conce 20r, in apparente violazione delle regole di tutela urbanistica.


Per questo Italia Nostra, il Coordinamento Comitati Cittadini e l'associazione Idra parlano senza mezzi termini di progressiva far-westizzazione della città. Come il Far West, Firenze appare essere preda del mito di una nuova frontiera dello sviluppo, all'insegna del disordine, della 'legge del più forte' (in questo caso di chi ha le leve del potere esecutivo locale), di un metamorfismo permanente prodotto da una cantierizzazione pervasiva che ne stravolge gli spazi, i ritmi e l'identità, e che attacca a fondo la qualità della vita dei cittadini.


Le tre associazioni invitano quindi tutte le espressioni della società civile fiorentina che intrattengono rapporti di collaborazione con la Giunta di Palazzo Vecchio a non fornirle più alcuna sponda, e a praticare una forma di protesta unitaria nonviolenta nei suoi confronti: un vero e proprio sciopero dei rapporti con l'Amministrazione comunale, fin tanto che non saranno adottate procedure di buon governo della città ispirate al rispetto dei princìpi della democrazia, della trasparenza e della partecipazione della società civile alle scelte che la riguardano.
Queste le misure immediate che Italia Nostra, il Coordinamento dei Comitati Cittadini e l'associazione Idra chiedono di applicare perché Firenze cominci a tornare ad essere un luogo vivibile, e appaia chiara un'intenzione di svolta rispetto alla prassi e ai contenuti delle scelte amministrative sin qui adottate:
istituire, a monte delle decisioni sui progetti infrastrutturali e urbanistici, sedi permanenti di informazione tempestiva della popolazione e delle espressioni della società civile, percorsi di consultazione, ascolto e controdeduzione;
interrompere da subito le cantierizzazioni aperte sui progetti che non siano stati sottoposti alle procedure di partecipazione democratica, attivandole per una verifica del consenso;
intervenire sulle priorità più urgenti in fatto di trasporti, ambiente, salute e mobilità:
esigendo dalle FS l'attuazione degli impegni assunti ormai da decenni (e mai soddisfatti) per l'istituzione immediata di un servizio ferroviario cadenzato con caratteristiche di metropolitana di superficie lungo l'asse Rovezzano-Prato, integrato con l'anello della ferrovia Faentina (Mugello e Val di Sieve), col Valdarno superiore (verso Arezzo) e inferiore (verso Pisa);
investendo risorse organizzative e materiali nel potenziamento dei servizi urbani e extraurbani ATAF, con passaggi frequenti e cadenzati anche notturni, nuove linee circolari, percorsi dedicati liberi dalla circolazione privata, intermodali con i servizi delle FS e delle altre autolinee, biglietto unico, tariffe agevolate;
disponendo l'acquisto e la consegna in comodato alle scuole medie e superiori di biciclette per il trasferimento da casa (o stazione, o capolinea) a scuola e viceversa, lungo itinerari protetti, nelle fasce orarie interessate.

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