WWF Toscana e Legambiente Toscana sulle emergenze idriche in Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 marzo 2003 07:36
WWF Toscana e Legambiente Toscana sulle emergenze idriche in Toscana

Fra 3 giorni, il 21-22 marzo, si svolgerà a Firenze il Forum Mondiale Alternativo .sull’Acqua, in cui esperti e organizzazioni non governative di tutto il mondo si confronteranno e cercheranno insieme di individuare concrete proposte per la conservazione e il corretto uso della risorsa acqua nel mondo.
Il Forum di Firenze si svolgerà in contemporanea con quello organizzato dai Governi in Giappone e, in antitesi con questo, vuol dare spazio alla voce e all’analisi critica delle organizzazioni di tutela dei popoli e dell’ambiente.
In Toscana, sede del Forum, la risorsa acqua come sta? Secondo Legambiente e WWF anche in Toscana troppo spesso gli interessi privati hanno prevalso sull’interesse pubblico della tutela dell’acqua, che dovrebbe invece essere un bene comune e come tale preservato per noi e per chi verrà dopo di noi.
Se guardiamo la salute dei nostri corpi idrici (fiumi, laghi, zone umide), accanto a situazioni di conservazione dei valori naturali e a situazioni di sopravvivenza di habitat importanti, troviamo numerose situazioni di grave difficoltà:
· gli ambienti fluviali colpiti dall’espansione edilizia lungo le sponde, dall’inquinamento civile, industriale e agricolo, da opere di ingegneria eseguite spesso con criteri puramente idraulici e non ambientali, dall’assenza di depuratori o comunque dal loro insufficiente funzionamento, da eccessivi prelievi idrici che ne compromettono il minimo deflusso vitale
· i laghi e le zone umide che per la loro natura subiscono ancora di più i danni dell’inquinamento e dell’eutrofizzazione, con la drammatica riduzione degli elementi di naturalità.


In una situazione diffusa di crisi dei corsi d’acqua Legambiente e WWF Toscana hanno deciso di segnalare in particolare 5 casi, per portare all’attenzione del Forum e delle Amministrazioni situazioni di assoluta emergenza che attendono da tempo di essere sanate.
In tutti i casi si tratta dell’impatto dell’industria o di una grande opera sull’ambiente fluviale, un rapporto deleterio che deve essere assolutamente modificato.
Legambiente e WWF fanno appello alle Amministrazioni perché siano messi in atto e da subito interventi sostanziali e efficaci, prima che sia troppo tardi!

1.

MUGELLO E ALTA VELOCITA’
Pressioni ambientali: Dal 1996 nel Mugello è in corso di realizzazione la linea ferroviaria ad alta velocità meglio conosciuta come TAV. Il tracciato è parte della tratta appenninica tra Bologna e Firenze; la lunghezza nel tratto toscano è di circa 50 Km. e si sviluppa prevalentemente in galleria.
La scelta del tracciato in sotterraneo ha generato enormi impatti sulla risorsa idrica superficiale e sotterranea del Mugello non previsti dallo Studio e dalla Valutazione di Impatto Ambientale.
Dal 2000 gli scavi hanno continuato ad intercettare gli acquiferi sotterranei e superficiali intervenendo su un’area superiore ai 3 Km.

di distanza dall’asse della galleria
Due sono le gallerie che stanno determinando gli impatti più rilevanti:
- La galleria di Firenzuola una delle più lunga di tutta la linea: 14.339,64 m. ed attraversa l’Appennino dal versante adriatico nel comune di Firenzuola a quello tirrenico nel comune di Scarperia. Complessivamente oggi fuoriescono dalle quattro finestre della galleria circa 600 litri di acqua al secondo
- La galleria di Vaglia è la più lunga dell’intera tratta Bologna Firenze: 21.629 m..

L’imbocco nord è nelle immediate vicinanze del Comune di San Piero a Sieve e quello Sud sbocca sulla città di Firenze.
Dalla finestra del Carlone fuoriescono circa 100/s di acqua drenata. La conseguenza di tutto ciò è il prosciugamento della risorsa idrica del Mugello: centinaia sono le sorgenti inaridite, i pozzi prosciugati e tra i principali torrenti seccati ricordiamo sul versante di Firenzuola il torrente Veccione inserito in un Sito di Interesse Comunitario e sul versante di Borgo San Lorenzo i torrenti Canaticce, Rampolli e Farfereta, mentre nel territorio di Vaglia sono stati drenati i torrenti Carzola e Cardetole.

L’attività di realizzazione della TAV ha provocato altri gravissimi impatti sulla risorsa idrica superficiale a causa dalle attività di scavo e di cantiere sulle acque superficiali. Negli alvei sono stati immessi gran quantità di solidi sospesi, con presenza di idrocarburi provenienti dalle acque di scarico degli impianti di depurazione e terra derivante dal dilavamento di strade bianche e dai piazzali non asfaltati. I torrenti di conseguenza si sono riempiti di fanghi. A valle dei cantieri le verifiche effettuate sul torrente Diaterna e Rimaggio a Firenzuola e sul Fosso del Mandrio a Scarperia evidenziano lo stato di degrado e la morte biologica con il posizionamento nella classe IBE V.
Le richieste:
· La formazione urgente di una commissione di esperti europei per capire come procedere nella impermeabilizzazione delle gallerie e come ripristinare almeno in parte il territorio privato dell'acqua vitale
· Alla Regione Toscana di approvare un atto che individui nei comuni interessati dal danno alla falda acquifera i soli ed unici responsabili della gestione delle acque drenate dalle gallerie.
· Una nuovo studio di impatto ambientale del progetto della variante di valico autostradale che prevede due tunnel più una bretella con traforo sempre nel Mugello a pochi chilometri dalla TAV con il rischio di intercettazione delle sorgenti delle acque minerali Panna e Palina e con grave rischio di inquinamento del grande invaso artificiale di Bilancino

2 FIUME CECINA
Pressioni ambientali:Da tempo si parla della crisi idrica della Val di Cecina.

Niente di piu’ falso perche’ in realtà l’acqua in Val di Cecina ci sarebbe se non la sprecassimo consentendo alla maggiore utenza industriale di lavorare ancora a ciclo aperto. Incredibilmente si continua a dare la colpa alla siccità, ma il problema vero non e’ la siccità. La siccità e’ solo uno dei tanti dati del problema. Il nostro problema non e’ quello di far piovere di più, ma bensì la regolamentazione dei consumi nel rispetto della normativa. La normativa ci dice 1. deve essere rispettato il minimo deflusso vitale del fiume 2.

devono essere garantiti i consumi idropotabili 3.deve essere garantita l’attività agricola ed in ultimo, quando possibile, quella industriale. In pratica invece assistiamo a ben altro modo di procedere: nessun rispetto per il deflusso del fiume, i primi razionamenti sono al rubinetto, poco si fa nel settore irriguo e l’industria preleva senza controlli da parte di terzi. Non mancano certo i problemi da inquinamento legati all’assenza dei depuratori e all’attività industriale ed agricola, ma il problema sostanziale sono i prelievi massicci di acqua dolce per uso industriale.

Le richieste: dire no a qualsiasi ipotesi di ulteriore sviluppo della maggiore utenza industriale della Val di Cecina se prima quest’ultima non riduce drasticamente i suoi prelievi di alveo e di subalveo. La tecnologia oggi consente di ridurre i consumi di acqua dolce intervenendo direttamente su processi industriali obsoleti, ma anche riciclando l’acqua di processo e sfruttando fonti alternative quali quelle dei depuratori e dell’acqua di mare.

3. FIUME MERSE
Pressioni ambientali: L’alto corso del Merse, situato in una zona di elevato pregio naturalistico, è interessato da un fenomeno di inquinamento delle acque e, soprattutto, dei sedimenti fluviali, a seguito della dismissione e della chiusura della miniera di Campiano, nel Comune di Montieri.

Dai depositi di ceneri ematitiche stoccati nelle profondità della miniera dalla Società Mineraria Campiano-ENI e da una vecchi miniera limitrofa collegata ad essa da un tunnel, grazie al rialzo delle acque di falda non più prelevate, fuoriescono e si riversano nel Fosso Ribudelli acque con pH acido e alto contenuto di vari metalli tossici. L’ecosistema fluviale è seriamente compromesso nella zona di confluenza del fosso Ribudelli. Questa alterazione non è solamente da attribuire ad un inquinamento veicolato dal fosso, ma anche da fenomeni legati ad una attività mineraria pluridecennale che ha compromesso l’intera area.
Le richieste: Per la risoluzione del problema è necessario intervenire con un opera di riqualificazione della zona e in particolare con la bonifica di tutta l’area mineraria.

ENI si dovrà accollare i costi del disinquinamento. La soluzione di “bonifica” attualmente prospettata è insufficiente (chiusura idraulica delle Miniere di Merse e Campiano da effettuarsi comunque dopo 5 anni di monitoraggio) per il persistere dell’inquinamento della falda e in quanto trascura la bonifica dell’ecosistema fluviale intorno alla confluenza del Ribudelli nel Merse.

4. FIUME AMBRA
Pressioni ambientali: In questo momento il problema più grave nasce dalle perforazioni per l’estrazione di anidride carbonica che la società GEOGAS ha eseguito in località Casa Vittoria (nel Comune di Castelnuovo Berardenga, Siena), intercettando le sorgenti profonde di acque termali e ipotermali le quali, risalendo in superficie, scaricano (illegalmente) ingenti quantità di “fanghi” nell'Ambra.

Quest’acqua di profondità presenta caratteristiche chimico fisiche totalmente diverse rispetto al corpo idrico superficiale nel quale viene immessa, il solo fatto di contenere in soluzione enormi quantità di sali minerali e sedimenti argillosi, provoca la variazione dell'intero ecosistema fluviale al punto da rendere praticamente impossibile la vita non solo della fauna ittica (principalmente ciprinidi e salmonidi) ma anche della fauna invertebrata, appare inoltre evidente il deperimento della vegetazione con presenza di radici soffocate dalla carbonatazione.

Di fatto dalle sorgenti ipotermali intercettate viene rilasciata acqua mista ad argilla finissima che, sedimentando, impermeabilizza l'alveo fluviale
Oggi dopo quasi tre anni di scarichi non autorizzati l’Ambra si presenta quasi totalmente priva di vita animale e vegetale e questo per un tratto di svariati km.
Le richieste: le Associazioni Ambientaliste per porre termine a questo assurdo scempio chiedono l’immediata chiusura dei pozzi e un forte intervento da parte della magistratura affinché tutte le responsabilità siano accertate e perseguite.

5.

FIUME LIMA
Pressioni ambientali: I motivi di preoccupazione per lo stato di qualità delle acque del torrente Lima sono motivati dalla considerazione delle peculiarità del corso d’acqua quale fiume appenninico di rilevante pregio naturalistico e ambientale. Le pressioni antropiche attualmente esercitate sul fiume sono:
1) Centrali idroelettriche presenti con le rispettive dighe, che danno luogo a squilibri sia di natura chimico-fisica che, conseguentemente, biologica;
2) Attività di cava con i problemi conseguenti all’estrazione della roccia e alla lavorazione degli inerti lungo il corso del fiume
3) Attività delle cartiere a fondovalle
Un’altra potenziale allarmante alterazione è rappresentata dalla ulteriore captazione di acqua a causa della programmata costruzione di due centraline idroelettriche nel territorio della Provincia di Pistoia.

Le richieste: Fermare la costruzione delle centraline; ridurre l’attività di cava, interventi di mitigazione dell’impatto delle dighe e delle industrie cartiere.

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