Sino al 9 febbraio in Toscana 250 agenti di viaggio statunitensi, 20 tour operator, 11 giornalisti
La regione diventa un set per il cinema Usa: prossimamente anche Mel Gibson a Firenze?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 febbraio 2003 09:19
Sino al 9 febbraio in Toscana 250 agenti di viaggio statunitensi, 20 tour operator, 11 giornalisti<BR>La regione diventa un set per il cinema Usa: prossimamente anche Mel Gibson a Firenze?

FIRENZE- ''Se ci sara' la guerra in Iraq e' stimabile un calo di turisti americani in Italia variabile dal 30 al 40%''. La previsione e' del presidente dell'Enit, Amedeo Ottaviani, che ieri ha partecipato a Firenze ad un symposium per promuovere la destinazione Italia, e in particolare, quest’anno, per conoscere i segreti nascosti di Firenze e della Toscana.
Innovativo ma già collaudato, il progetto Italy Symposium giunge alla sua terza edizione attirando a Firenze, dopo le prime edizioni a Roma e a Napoli, l’industria turistica americana con i suoi maggiori 20 tour operator, con 250 agenti di viaggio e 11 giornalisti di settore.

L’idea di creare un momento di confronto e di stimolo direttamente sul territorio italiano, nasce dalla stretta collaborazione dell’Enit con l’Italian Travel Promotion Council, l’associazione che riunisce i maggiori tour operator Usa, costituta quattro anni fa allo scopo di individuare le strategie di marketing più efficaci per la promozione e la vendita della destinazione Italia nel mercato turistico nordamericano, ma anche all’interno del Paese.
Presupposto del progetto, quest’anno orientato alla Toscana, è l’interesse storicamente dimostrato dai turisti americani nei confronti di una terra ricca e generosa largamente raccontata dalla letteratura americana e, nell’immaginario collettivo, associata all’idea di bellezza e di cultura.

L’appuntamento di quest’anno si configura dunque come un’iniziativa sostanzialmente mirata al consolidamento delle relazioni da sempre ottime con l’industria del turismo a stelle e strisce. In occasione dell’Italy Symposium, dal 6 al 9 febbraio, gli operatori turistici statunitensi avranno modo di approfondire la conoscenza della nostra regione e della sua offerta turistica nel corso di una full-immersion che oltre al symposium - evento che si svolgerà sabato 8 febbraio a Villa Vittoria - prevede diverse iniziative anche a carattere educativo.
La manifestazione, organizzata dalla Regione Toscana attraverso l’agenzia per la promozione economica “Toscana Promozione”, si articola in work-shop, conferenze, trade-show, escursioni a Firenze e nel resto della regione, degustazioni ed eventi di gala, utili agli operatori turistici americani per meglio conoscere ed “assaporare” l’offerta turistica toscana ma anche per gli operatori turistici toscani che potranno sviluppare nuove occasioni di business con l’America.

Ieri, per esempio, gli ospiti americani hanno potuto visitare il Corridoio vasariano e vivere una prima serata di gala con la cena di benvenuto al Museo degli argenti. Oggi pomeriggio invece parteciperanno a un workshop con gli operatori toscani. Domani la giornata si articolerà in un mattino di lavoro a Villa Vittoria con il ‘symposium’ di incontri tra tour operator, agenti di viaggio, rappresentanti delle istituzioni, di Alitalia e in un pomeriggio di incontro ‘diretto’ con le bellezze storiche e artistiche di Firenze.

La giornata si chiuderà con una cena a base di prodotti tipici toscani alla Villa dell’Ombrellino. Infine domenica 9 gli ospiti americani conosceranno il resto del nostro territorio (sono previsti 7 differenti itinerari in tutta la Toscana) e in serata sarà loro offerta una cena di saluto a Palazzo Corsini. Per l’organizzazione dell’evento prezioso è stato il supporto dell’Alitalia, delle associazioni di categoria Confindustria, Confcommercio e Confesercenti, ma anche di Camera di commercio, Firenze Expo, Apt toscane, Convention bureau di Firenze e albergatori fiorentini.



Amano le città d’arte, Firenze in primo luogo, ma anche le terme e i piccoli centri del senese. Alloggiano molto spesso in alberghi a 4 e 5 stelle, e hanno fama di non badare a spese pur di ottenere adeguato comfort e qualità. Sono i turisti americani, in particolare quei turisti americani che hanno scelto la Toscana per le proprie vacanze. Dopo i tedeschi (5 milioni di presenze annue), gli americani sono in prima fila tra i fan della Toscana: le presenze si attestano intorno ai 2 milioni annui, pari al 17 per cento delle presenze straniere in Toscana.

Numeri che in Italia, sono secondi solo quelli del Lazio: ma in questo caso occorre considerare il richiamo di Roma e la presenza dei principali scali aeroportuali. Purtroppo, la voglia di viaggiare degli americani si è scontrata, a partire dall’11 settembre del 2001, con la paura di attentati e le preoccupazioni per la situazione internazionale: e questo ha diminuito la loro propensione a spostarsi.
Il mercato turistico americano
E pensare che il mercato americano è, potenzialmente, tra i più importanti al mondo.

sono 55 milioni i cittadini statunitensi che ogni anno decidono di vivere una vacanza all’estero. Verso l’Europa si dirigono in 31 milioni: la prima destinazione prescelta è la Gran Bretagna, seguita da Italia, Francia, Germania e Svizzera. All’interno della destinazione Italia, come detto, troviamo il Lazio, seguito da Toscana, Veneto, Lombardia e Campania. I mesi prescelti per un viaggio nel nostro Paese sono maggio, giugno, luglio, settembre e ottobre.
Le presenze in Toscana
Negli ultimi dieci anni la presenze di turisti americani in Toscana sono costantemente aumentate, fino allo stop imposto dalle conseguenze dell’11 settembre: così da 1milione e 781mila presenze del 1998 si è passati a 2milioni di presenze del 1999 (+13,5) e ai 2milioni 135mila del 2000 (+5,6).

Nel 2001 la frenata negli ultimi mesi dell’anno dovuta all’attentato alle torri gemelle non ha impedito di ottenere un saldo ancora attivo (2milioni e 155mila presenze, con un +0,9).
Le mete prescelte
Il principale motivo per cui i turisti americani scelgono la Toscana è rappresentato dalle città d’arte. Gli americani sono particolarmente sensibili al richiamo della cultura europea, oltre al fascino che la storia e i capolavori artistici più conosciuti rappresentano nell’immaginario collettivo.

Non a caso il 68 per cento degli arrivi di turisti americani si concentra a Firenze e il 12,1 per cento a Siena. Il terzo posto, per quantità di arrivi, della zona di Montecatini, si spiega sia con una crescita di interesse per il prodotto termale, sia per la posizione baricentrica rispetto a Lucca, Pisa e Firenze.
Le strutture ricettive
Il 90 per cento dei turisti statunitensi sceglie la sistemazione alberghiera, mentre il restante 10 per cento si divide tra agriturismi, affittacamere, campeggi.

Per le sistemazioni alberghiere le strutture predilette sono gli hotel a 4 stelle (li scelgono il 41 per cento dei turisti americani), seguiti dai 3 stelle (38 per cento). Significative sono anbche le sistemazioni nelle strutture a 5 stelle: 5,3 per cento del totale.
Gli studenti universitari
Una voce rilevante tra gli arrivi dagli States riguarda gli studenti che scelgono la Toscana per frequentarvi corsi di arte, di lingua e cultura italiana. In tutto sono circa 5mila gli studenti che trascorrono qui periodi piuttosto lunghi di soggiorno.

E sono loro i primi, naturali sponsor dell’offerta Toscana: quando torneranno a casa trasmetteranno a molti coetanei e non solo il desiderio di ‘vivere la Toscana’.

Tra i milioni di americani che hanno visitato la nostra regione dal dopoguerra a oggi non sono mancate le star del cinema, sempre capaci di scovare un angolo suggestivo di Toscana, anche oltre Firenze, la città tradizionalmente prediletta. Pensiamo, per esempio, a Montecatini Terme: la città termale, a suo tempo, è stata frequentata in incognito da Rodolfo Valentino, ma anche da Burt Lancaster, Audrey Hepburn, Gary Cooper.
Ai tempi d’oggi risulta che in terra toscana si sia mosso più volte Russell Crowe; il protagonista de Il gladiatore (di cui qualche scena è stato girata da Ridley Scott tra San Quirico d'Orcia e Pienza) sarebbe in cerca di una casa nei pressi di Loro Ciuffenna; e così Leonardo Di Caprio sembra abbia intenzioni analoghe ma nella zona delle Crete senesi magari come futuro vicino di Melanie Griffith e Antonio Banderas.
Ma il mondo del cinema non guarda alla Toscana solo come meta di vacanza.

Produttori, registi ed attori statunitensi, più volte hanno scelto di attraversare l'Oceano per lavorare in terra di Toscana. La storia dei set americani in Toscana comincia quaranta anni fa: è il 1962 quando il regista Arthur Freed per la Metro Golden Mayer gira a Firenze Luce nella piazza con Olivia de Havilland, George Hamilton, Barry Sullivan e Rossano Brazzi. Da allora a oggi molti sono stati i film ambientati in Toscana: ricordiamo Complesso di colpa, diretto nel 1976 da Brian De Palma, Ritratto con signora, tratto dal romanzo di Henry James, diretto sì dall'australiana Jane Campion nel 1996, ma con la presenza di attori come John Malkovich e Nicole Kidman, oppure Una notte per decidere (Up at the villa) girato nel 1998 tra Firenze e Siena da Philip Haas con Kristin Scott Thomas e Sean Penn per non dire del celebre Hannibal di Ridley Scott (2001).
Attualmente è in fase di lavorazione un film su Frances Mayes, la scrittrice del best seller Under the tuscan sun, che da anni vive appartata a Bramasole, nei pressi di Cortona.

Il lungometraggio sulla vita della Mayes sarà diretto dalla statunitense Audrey Wells, ex giornalista radiofonica, e vedrà la partecipazione dell'attrice Diane Lane. Un capitolo a parte meriterebbero poi i registi toscani che hanno portato la nostra regione in America. Tre nomi su tutti: Franco Zeffirelli, "fiorentino purosangue", ma che deve la consacrazione del suo successo a livello internazionale agli Stati Uniti; Bernardo Bertolucci che in "Io ballo da sola", girato nel Chianti, ha scelto come protagonista Liv Tyler, figlia di Steve Tyler cantante del gruppo musicale degli Aerosmith, e infine Roberto Benigni, premio Oscar per La vita è bella (girato ad Arezzo) e attualmente nelle sale americane con il suo Pinocchio.

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