L'assessore Rossi critico sui tagli annunciati per la sanità toscana

Redazione Nove da Firenze
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28 gennaio 2003 07:00
L'assessore Rossi critico sui tagli annunciati per la sanità toscana

FIRENZE- "E' come se il governo volesse attuare una vendetta verso chi ha i bilanci in pareggio e verso gli anziani, ma noi non ci stiamo. Ancora una volta non si premia chi risparmia né la qualità dei servizi, ma chi sfonda i bilanci. Una volontà in linea con la politica dei condoni per gli evasori, delle sanatorie per chi inquina, dei bonus per chi non rispetta le regole". Non usa mezzi termini l'assessore al diritto alla salute della Regione Toscana, Enrico Rossi, per commentare la proposta del ministro Sirchia che ha i ndicato criteri diversi per la ripartizione del fondo sanitario nazionale.

Finora all'85% del fondo si applicava la cosiddetta pesatura, che tiene in considerazione la quota di popolazione anziana, che utilizza di più la sanità. La proposta Sirchia prevede la pesatura soltanto sul 17% del fondo. "Per noi - spiega Enrico Rossi - significherebbe un taglio di 51,6 milioni di euro, cioè 100 miliardi delle vecchie lire: una decisione inaccettabile, che penalizza gli anziani che vivono in Toscana e che faremo di tutto per respingere". L'assessore ricorda poi che l'incremento della spesa sanitaria in Toscana nel 2002 è stato del 4,1%, la percentuale più bassa dal 1997 ad oggi (finora il dato migliore era +6,5%) e che anche lo scorso anno il risultato è stato raggiunto - a differenza che nelle altre regioni - senza imporre ai cittadini nuove tasse o ticket.

"Ma se il Governo confermerà la sua volontà di mettere in ginocchio il sistema sanitario pubblico, non so quanto potremo resistere ancora. Per questo è importante che ci sia una reazione da parte delle forze politiche e sociali, che dicano come la pensano sui tagli annunciati. Gli anziani non sono né di destra né di sinistra e non si tolgono soldi alla giunta Martini, ma ai cittadini della Toscana", afferma Rossi. Considerando 100 il valore dell'incremento del fondo nel 2000, nel 2001 il governo di centro sinistra ha concesso alla Toscana 106,5, mentre lo scorso anno quello di centro destra ha dato soltanto 104.

Un taglio pesante sulla quota di accesso (la percentuale che spetta alla Toscana) scesa nel 2002 dal 6,9 al 6,3% con un taglio di 77,4 milioni di euro. “E pensare – aggiunge l’assessore Rossi – che se quest’anno avessimo la stessa percentuale ottenuta nel 2000, potremmo contare su ben 258,2 milioni di euro in più. Un bel salto all’indietro, visto che il patto di stabilità sottoscritto nell’agosto del 2001 prevedeva un incremento del 4% annuo della quota assegnata alle regioni. Il 2003 sarà anche l’anno del rinnovo del contratto della sanità: se ne andranno così circa 130 milioni di euro.

In queste condizioni lo spettro della perdita di esercizio si fa sempre più reale, e non certo per responsabilità della Regione. Nei prossimi giorni le Regioni e il Governo si riuniranno per decidere la ripartizione dei fondi e noi non consideriamo certo chiusa la partita”.
L’assessore ricorda infine che secondo le statistiche gli anziani consumano risorse 13 volte più degli adolescenti e 3 volte di più rispetto ai consumi medi di tutte le classi di età. La Toscana resta pur sempre una Regione di anziani e non tener conto del loro “peso specifico” significherebbe togliere loro l’assistenza, perchè le Regioni più penalizzate non potrebbero far altro che ridurre i servizi per rientrare nel budget disponibile.

Se non si considerano i maggiori bisogni della popolazione anziana, la Toscana viene penalizzata per favorire altre Regioni che hanno creato disavanzi considerevoli. “Eppure – conclude Rossi - l’affermazione che ciascuno deve accollarsi i propri debiti, il famoso “chi rompe paga”, è condivisa da tutti. Allora occorre essere coerenti e tenere nel giusto conto le esigenze degli anziani”.

"Il clima di forte tensione che si è creato nella cardiologia e cardiochirurgia della costa rischia di screditare un'offerta sanitaria che è invece di qualità, e di danneggiare tutti.

L'obiettivo di uno stretto coordinamento tra le cardiochirurgie dell'Azienda Ospedaliera pisana e del Consiglio Nazionale delle ricerche per utilizzare al meglio le risorse presenti, non è una generica indicazione, ma una direttiva emanata dall'ente finanziatore tanto per la cardiochirurgia di Pisa che per il Cnr di Massa. In questo quadro dovranno essere risolti con l'impegno di tutti i problemi che si sono creati con la chiusura di una unità operativa di cardiochirurgia presso l'Ao". L'assessore regionale al diritto alla salute, Enrico Rossi, sintetizza così il suo intervento diretto sulle questioni che stanno animando il dibattito sulla sanità pisana.

"Abbiamo acquisito - precisa Rossi - i dati su tutte le cardiochirurgie toscane, e presto saremo in grado di fornire una valutazione appropriata e tecnicamente basata sulla qualità degli interventi. La mia personale opinione è che sia nel caso di Massa che in quello di Pisa siamo di fronte a punte di eccellenza che solo faide interne al mondo sanitario e strumentalizzazioni politiche possono offuscare. Del resto le soluzioni a tutti i problemi sono già individuate all'interno delle linee guida dettate dal Piano sanitario regionale".
L'assessore è intervenuto poi sulla questione degli appalti per le cardiochirurgie e sull'acquisto delle valvole, affermando che si tratta di indagini su procedure di gara e che la Procura interessata ha dichiarato che per il momento non ci sono indagati.

"In ogni caso - ha concluso Enrico Rossi - è bene ricordare il rigore con cui la Regione Toscana si è comportata relativamente agli operatori coinvolti nello scandalo di Careggi".

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