OTTO di Kinkaleri (Premio Ubu come miglior creazione di teatrodanza dell'anno) in prima nazionale al Teatro Studio di Scandicci dal 16 al 23 gennaio, ore 21.15

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 gennaio 2003 19:19
OTTO di Kinkaleri (Premio Ubu come miglior creazione di teatrodanza dell'anno) in prima nazionale al Teatro Studio di Scandicci dal 16 al 23 gennaio, ore 21.15

Prima nazionale per il progetto realizzato da: Matteo Bambi, Luca Camilletti, Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco, Cristina Rizzo in collaborazione con Teatro Studio di Scandicci - Teatro Metastasio Stabile della Toscana.
ha ricevuto il premio UBU come miglior creazione di teatrodanza dell'anno.
Sulla scena vuota, nel galleggiare dei reperti, si svelano le tracce di atti improbabili, si costruisce un concetto. Il mondo esplode in mondovisione. Lo ha già fatto. Si tratta dell’apocalisse della drammaturgia, dell’inadeguatezza della scena.
" è un vuoto scrivono gli stessi autori- l’unico posto dove stare.
Aspettare.

Guardare. Alzare la testa. Vedere gli aerei, indicarli col dito. Esplodere in mondovisione. Questo non è un soggetto. Non avere nessuna parola, evitare lo sguardo smarrito del mio gatto.
è un vuoto, ora, una sospensione del mondo, evitare di guardare, conosco già tutto, siamo al massimo valore della rappresentazione crudele del mondo che si offre alla rappresentazione indecente di sé.
E’ soltanto un numero: otto; è anche una parola che significa un numero. Non possiamo fare a meno di pensare la fine: il fine.
è il nuovo progetto produttivo di Kinkaleri.

2002/2003
Una serie di studi sono stati presentati alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna nell’ambito del Festival Non Io (OTTO> #1 -primo studio- ), al Teatro Fabbricone di Prato (OTTO> #2 -evento unico- ), al Festival Primavera dei Teatri di Castrovillari (OTTO> #3 -terzo studio- ), al Festival Internazionale di Polverigi (OTTO> #4 -quarto studio- ), al Festival Linguaggi di Pescara (OTTO> #5 -quinto studio- ) e a Parigi, Batofar (OTTO> #7 -settimo studio-) installazione video.
KINKALERI nasce nel 1995 come raggruppamento di formati e mezzi in bilico nel tentativo.

Il gruppo è formato da; Matteo Bambi, Luca Camilletti, Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco, Cristina Rizzo.
Oltre a spettacoli realizza diversi progetti installativi e performativi in situazioni e spazi specifici con cui si relaziona di volta in volta. I lavori del gruppo hanno ricevuto ospitalità in numerose programmazioni ibride di genere, soprattutto all'estero.
Amras (1995) ridestruttura la parola nella frase infinita di Thomas Bernhard e l'inadeguatezza dello stare in continuo vacillamento sospeso; Doom (1996) fa implodere la scomposizione molecolare dei corpi in un abbagliante cubo bianco che è forza centripeta di microsistemi tra scienza pornografica, passatempo clinico-medico, Beckett, Bacon; Super (1997) immerge la temperatura nella sospensione masochista attraversata da onde controllatissime in costante attesa; 1.9cc GLX (1998) grammatizza lo spazio, la visione, l'ascolto e il perimetro dello pseudonimo in contatto con le avventure di Pinocchio, incondizionatamente orfano nel labirinto evocativo; Esso (1999/2000) ospita un dj e due danzatori nelle loro linee di limite e d’azione che si mostrano in movimento uno alla volta – una console audio, due strisce diagonali di linoleum finto legno, due sedie: l’allestimento asciutto e la sua organizzazione; et (1999/2000) appare agli occhi e sprofonda senza sosta, attraversato dal mito - di Diana e di Atteone - dunque dalla rappresentazione: un omaggio a Pierre Klossowski: la rivelazione e l’uso dello stereotipo come enigma: immersione in apnea in un’amplificazione sonora totale in un nero accecante: un velo, una pellicola di fosforo; Zoo (2000/2001) è un progetto dedicato ai luoghi, si pone come obbiettivo la ricerca fine a se stessa, sperimenta la messa in scena, non prevede un capolinea; Ecc.etera (2000/2001) trittico visivo sulla nostalgia del teatro, della ripetizione, del vano, del tempo senza storia; My love for you will never die (2001) svuota la rappresentazione e riempie la drammaturgia assumendosene il paradosso, non inciampa e non brancola, non ha amici; sostiene la riflessione della fine, il tutto su cui continuare ad accapigliarsi: un buco nero, il cuore delle cose.

ha mostrato alcuni suoi tentativi troppo recentemente e aspetta a pronunciarsi fra breve.
Altri progetti si realizzano contemporanea-mente e insieme agli spettacoli menzionati frequen-tano situazioni e spazi specifici con cui la presenza si relaziona di volta in volta, di iniziativa propria o su commissione (un museo, una vetrina, una discoteca, un palazzo, una villa, un cimitero, un’area abbandonata, un esterno, un‘area di servizio).
Nel 2002 Kinkaleri organizza al Teatro Studio Short Connection, un momento di approfondimento sullo stato delle arti e più specificamente una riflessione sul territorio ibrido della ricerca nel campo delle arti sceniche alla luce del profondo isolamento culturale del panorama italiano.
Kinkaleri è in residenza presso il Teatro Studio di Scandicci per il triennio 2001-2003.

Da gennaio 2001 la sede operativa si è trasferita nello Spazio-K, uno dei capannoni dell’ex-area industriale Campolmi a Prato. Molti lavori sono stati creati all’interno del Centro Popolare Autogestito Firenze-sud, zona pulsante di aggregazione autogestita distrutta a favore di un centro commerciale.

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