Statuto regionale: approvata la legge sul referendum
Più autonomia al Consiglio regionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 gennaio 2003 19:48
Statuto regionale: approvata la legge sul referendum<BR>Più autonomia al Consiglio regionale

La Regione Toscana si è dotata di una legge per regolare il referendum sulle modifiche statutarie, come previsto dall’articolo 123 della Costituzione. Il testo è stato approvato all’unanimità dal Consiglio regionale. “E’ la Costituzione italiana a stabilire che le leggi di revisione statutaria possano essere sottoposte a referendum popolare per la loro conferma - ha spiegato il presidente della commissione Statuto, Piero Pizzi (Fi) – Questo succede se, entro tre mesi dall’approvazione in Consiglio, ne fanno richiesta un cinquantesimo degli elettori della Regione o un quinto dei componenti l’assemblea consiliare”.

Il provvedimento, di natura sostanzialmente tecnica, risulta perciò indispensabile in vista di qualunque intervento di revisione, totale o parziale, dello Statuto. “E’ una disposizione necessaria e condivisibile nel suo contenuto – ha commentato Pizzi – Ci permette di provvedere alla seconda lettura delle modifiche già parzialmente approvate, come l’ampliamento dell’ufficio di presidenza, e di apportare nuovi cambiamenti”. “Tutto questo – ha concluso – in vista della nuova Carta regionale, che regolerà direttamente anche la materia del referendum”.

Con il provvedimento, in particolare, sono state disciplinate, fra l’altro: le modalità di pubblicazione del testo di legge statutaria sul Bollettino ufficiale della Regione; i termini per presentare la richiesta di svolgere la consultazione, sia da parte degli elettori che da parte dei consiglieri regionali; l’indicazione del numero minimo di firme; le modalità di formulazione del quesito referendario; le caratteristiche delle schede; le operazioni di voto e di scrutinio. Che fare nel caso in cui, prima o durante lo svolgimento del referendum, la legge statutaria venga impugnata dal Governo davanti alla Corte costituzionale? Il problema ha impegnato a lungo la commissione Statuto, incaricata di redigere la proposta.

La soluzione, poi approvata anche dall’aula, prevede che, nel caso in cui la Corte respinga il ricorso, le operazioni referendarie si interrompano fino alla pubblicazione della sentenza di rigetto. Nel caso di accoglimento del ricorso, invece, le operazioni referendarie si considerano prive di efficacia. Le operazioni referendarie sono sospese anche nel caso di scioglimento anticipato del Consiglio regionale. Nel merito sarà una nuova legge regionale a dire come l’assemblea intende intervenire dopo una sentenza della Corte.
Il Consiglio regionale avrà più autonomia rispetto alla Giunta per l’organizzazione dei propri uffici e la gestione del personale.

Lo prevede una legge approvata all’unanimità dall’assemblea toscana. La legge, che si rifà all’articolo 9 dello Statuto vigente, dà la possibilità all’ufficio di presidenza di formulare indirizzi per la delegazione trattante di parte pubblica, sull’applicazione dei contratti in funzione delle specifiche esigenze organizzative del Consiglio regionale. Gli indirizzi possono essere assunti “sentite le rappresentanza sindacali” e “previa intesa con la Giunta regionale”, fermi restando i principi del ruolo unico regionale e dell’unicità della contrattazione.

“L’obiettivo è ampliare la sfera di autonomia del Consiglio, aprendo una fase di più intensa iniziativa e sperimentazione – ha spiegato il vicepresidente, Enrico Cecchetti – L’esperienza concreta degli ultimi anni ci insegna che le specificità del Consiglio richiedono più elasticità”. Condivisione sulla proposta è stata espressa da Jacopo Ferri (Forza Italia), Giovanni Barbagli (Rifondazione comunista) ed Erasmo d’Angelis (Margherita). Quest’ultimo, però, ha presentato un emendamento, poi respinto dall’aula, per spostare le scelte dall’ufficio di presidenza al Consiglio regionale nel suo insieme.

La nuova legge ha come punto di riferimento il documento preliminare approvato dalla Commissione Statuto il 12 febbraio 2001, che prefigura, tra le novità da introdurre con il nuovo Statuto regionale, il riconoscimento della piena autonomia del Consiglio sotto il profilo contabile, organizzativo e del personale. L’autonomia in questione, configurata come elemento di supporto agli obiettivi di rafforzamento del ruolo del Consiglio, è in atto da molti anni nella maggior parte delle Regioni italiane e rappresenta un indirizzo su cui pare convergere l’orientamento dei gruppi politici regionali.

E’ un fatto che l’attuale unicità dei criteri organizzativi degli uffici, in presenza di una divaricazione sempre crescente dei compiti del Consiglio e della Giunta, produce da tempo problemi di difficile soluzione in ordine alla organizzazione del Consiglio regionale. In questo contesto, anche in considerazione dei tempi ancora necessari per l’approvazione del nuovo Statuto, il Consiglio ha ritenuto anticipare con legge regionale, anche in via sperimentale, una parziale forma di autonomia consiliare relativamente ai criteri di organizzazione degli uffici.

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