Iniziative di protesta oggi di fronte alle filiali della Banca Nazionale del Lavoro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 dicembre 2002 19:28
Iniziative di protesta oggi di fronte alle filiali della Banca Nazionale del Lavoro

Firenze, 9 dicembre 2002 - La Campagna contro l’OCP ha tenuto oggi un volantinaggio presso le filiali della Banca Nazionale del Lavoro di numerose città italiane (tra cui Roma, Milano, Napoli, Bologna, Firenze, Pisa e Lucca) per ribadire la propria richiesta che l’istituto presieduto da Luigi Abete esca dal progetto dell’oleodotto OCP in Ecuador. A Firenze materiale informativo è stato distribuito alla filiale della BNL in P.zza della Repubblica da Greenpeace Firenze e dal Nodo fiorentino della Rete di Lilliput.
Si tratta della prima di una serie di mobilitazioni previste per chiedere coerenza alla BNL proprio nei giorni in cui l’immagine della banca è associata all’evento Telethon, una maratona di beneficenza che vedrà il suo culmine venerdì e sabato prossimi.

Nell’ambito delle iniziative di informazione contro l’oleodotto, “Le buone e le cattive azioni della Bnl” diversi attivisti hanno anche effettuato versamenti per Telethon.
La costruzione dell’oleodotto, che attraverserà l’Ecuador per una lunghezza di 500 km, sta già provocando ingenti danni socio-ambientali, che non faranno che aumentare una volta che l’opera sarà completata. A pagarne le conseguenze sono soprattutto le popolazioni indigene e la foresta amazzonica.
Questa mattina sono state anche consegnate alle dirigenza della BNL più di 2600 firme di cittadini italiani, che si vanno ad aggiungere al migliaio di e-mail spedite negli ultimi mesi tramite i siti web di alcune organizzazioni della Campagna contro l’OCP, alla petizione nazionale ed internazionale che chiede alla BNL di abbandonare il progetto, (in cui è coinvolta tra le società del consorzio costruttore anche l’Eni) come richiesto anche dagli stessi sindacati della BNL (FISAC CGIL, FIBA-CISL, UILca e FABI).
In settimana arriveranno in Italia tre esponenti delle comunità indigene ecuadoriane per testimoniare degli impatti che l’OCP produce sul loro ambiente di vita e di come tutte le loro forme di protesta pacifiche siano contrastate duramente e spesso illegalmente dal governo e dallo stesso consorzio costruttore.

Due degli indigeni racconteranno la strenua resistenza della loro comunità, quella di Sarayacu, che proprio in questi giorni sembra sia riuscita a trovare un accordo con la CGC, la compagnia che si doveva occupare della costruzione dell’oleodotto in quel tratto di territorio , affinché il loro habitat di vita sia preservato.
Ma i quichua di Sarayacu e le altre popolazioni locali sono sostenuti nella loro lotta per la sopravvivenza da un’estesa campagna internazionale che coinvolge, tra gli altri, associazioni di Stati Uniti, Germania, Spagna e chiaramente Italia.
Intanto le preoccupazioni e i dubbi degli ambientalisti e degli altri attivisti sulla validità del progetto da un punto di vista socio-economico-ambientale sono attualmente condivise anche dall’autorevole agenzia di rating Moody’s, che ha retrocesso l’OCP nella sua lista di valutazione.

Moody’s parla dei rischi finanziari per i finanziatori dell’oleodotto legati proprio alla campagna di protesta internazionale ed ai rischi associati agli impatti socio-ambientali. Un altro motivo di rischio, per l’agenzia di rating, è l’eventualità che l’oleodotto non possa essere riempito totalmente e che funzioni solo per metà, altro elemento spesso evidenziato dalle Ong. Sembra infatti che le riserve delle multinazionali in Ecuador serviranno a riempire l’oleodotto solo per i primi 7 anni, e non 20 come dice il consorzio, a meno di non usare, nei primi anni, il petrolio di proprietà dell’impresa nazionale Petroecuador con notevoli ricadute economiche negative sull’intera economia del paese.


“Nell’ultimo anno abbiamo fatto presente alla BNL in tutti i modi dei rischi connessi al progetto” ha affermato Jaroslava Colajacomo della Campagna per la riforma della Banca mondiale. “E’ incredibile che la stessa BNL aderisca a un’iniziativa lodevole come Telethon, che tanti fondi ha portato per la ricerca contro le malattie genetiche, e poi finanzi un progetto che ha degli impatti sociali così gravi per le popolazioni locali” ha detto Sergio Baffoni di Greenepeace Italia.

“Chiediamo al Presidente Abete di incontrarci e di chiarire una volta per tutte la sua posizione” ha dichiarato Marco Bersani di ATTAC Italia “Siamo pronti a compiere un’ulteriore opera di sensibilizzazione anche sul grande pubblico di Telethon” ha concluso Sergio Baffoni.

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