Mostra sulla ricostruzione post- bellica di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 dicembre 2002 16:51
Mostra sulla ricostruzione post- bellica di Firenze

E’ stata inaugurata oggi nel Salone Brunelleschi dell’Istituto degli Innocenti di Firenze la mostra “Alla ricerca della Primavera”. Curata da Osanna Fantozzi Micali e Sandro Galleri, la mostra ricostruisce, con documenti, immagini ed opere d’arte recuperate, la ricostruzione di Firenze dopo il secondo conflitto mondiale. Sarà possibile visitarla da oggi al 29 dicembre, con orario 10-12.30 e 15.30-18 dal lunedì al venerdì e 10.30-12.30 al sabato e alla vigilia di Natale, con chiusura completa invece nei giorni festivi. “Alla ricerca della Primavera” è stata presentata alla stampa questa mattina nella Sala Grazzini dell’Istituto degli Innocenti dal presidente della Provincia Michele Gesualdi, dall’assessore all’Urbanistica Luciana Cappelli, dal Soprintendente Speciale per il Polo Museale Fiorentino Antonio Paolucci e da Osanna Fantozzi Micali.

“Abbiamo voluto conservare e ripresentare in modo organico la memoria della ricostruzione - ha detto il presidente Gesualdi – che venne condotta seconda una precisa pianificazione e vide un’ampia partecipazione di progettisti”. La mostra documenta le varie vasi della vicenda bellica e della ricostruzione. Si apre con la descrizione dei rifugi e dei lavori di difesa del patrimonio artistico, prosegue con quella dei bombardamenti, dei danni e dei giorni della Liberazione, affronta poi gli aspetti della ricostruzione. Ecco comparire a Firenze i ponti bailey e poi i progetti dei nuovi ponti (degli ornamenti originali di quello di Santa Trinita sono presentati i calchi conservati nella gipsoteca di Porta romana); gli studi del quartiere intorno al Ponte Vecchio, per la cui ricostruzione fu bandito un famoso concorso di cui vengono esposti gli elaborati; per proseguire con gli atti della commissione per la ricostruzione, i rinvenimenti archeologici (pure esposti in mostra), gli edifici di Gamberini, Michelucci, Gidzulich, i restauri di capolavori lesionati. In esposizione anche dipinti di Galileo Chini, Giorgio Gentilini, Filippo Marfori Savini e acquerelli di Leonardo Savioli realizzati all’epoca delle distruzioni belliche, una testa di Mostro Marino dell’Ammannati e la statua di Ercole con le spoglie del leone scoperta grazie alla opere di ricostruzione. C’è anche una testa della Primavera rinvenuta sul greto dell’Arno nel 1961, diciassette anni dopo che l’esplosione delle mine tedesche aveva distrutto, insieme ai ponti, il tessuto storico intorno al Ponte Vecchio.

Il suo ricollocamento concluse la vicenda della ricostruzione del Ponte a Santa Trinita, inaugurato nel 1957, e delle riedificazione post-bellica. “La reintegrazione della statua – ha detto l’assessore Cappelli, è il simbolo della ricomposizione dell’unità urbana dopo le devastazioni, seguito da un intenso, appassionato e corale lavoro propositivo fino a proiettarsi nella città futura alla ricerca di nuovi equilibri. E’ un percorso di conoscenza rivolto a indagare le radici delle trasformazioni indotte nel territorio dal trauma del conflitto, che ha segnato una definitiva soluzione di continuità con le precedenti tradizioni.

Oltre che indagine sulle origini dei problemi attuali, la mostra si pone così anche come spunto di riflessione sugli sconvolgimenti della guerra e sui metodi da adottare per le ricostruzioni”. Analogamente vengono descritte le vicende architettoniche di borghi e città del territorio provinciale: Certaldo, Castelfiorentino, San Casciano, Impruneta, Incisa, Lastra a Signa, Pontassieve, Empoli, Montelupo, Capraia e Limite, Dicomano, Vicchio, Borgo, Firenzuola, Marradi.(mr)

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