Calcio C2: il punto sul campionato della Florentia Viola

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 novembre 2002 13:14
Calcio C2: il punto sul campionato della Florentia Viola

Battuta in casa dal Montevarchi, la Florentia si attesta a centro classifica, coabitando al nono posto in compagnia della Sangiovannese, con 17 punti raccolti in 12 partite giocate. Di questo passo più che “ammazzare” il campionato la squadra viola rischia di esserne “ammazzata”. L’allenatore viola nel dopo partita col Montevarchi ha riconfermato l’obiettivo della promozione, ma ha lasciato intendere che è giunto il momento di riconsiderare quali siano i mezzi per raggiungerlo. La squadra si impegna, prova a lottare, ma non ha un gioco. Ormai il dubbio che questa mancanza sia connaturata al gruppo di giocatori a disposizione di Cavasin sta trasformandosi in certezza. Al di là dei risultati è la mancanza di armonia dei movimenti che indica i limiti tattici della squadra. Mentre chi sta giocando il pallone si affanna nel controllo, i compagni di squadra non dettano soluzioni o idee, ma attendono il “passaggino” laterale in attesa di non si sa bene cosa. Gli avversari non stanno a guardare, e regolarmente dopo aver atteso la sfuriata dei viola si convincono che forse sono loro in grado di fare qualcosa. Il vuoto in natura non esiste, ed è vero anche in un campo di calcio dove, se non prendi l’iniziativa con continuità, sarai tu quello preso dall’iniziativa altrui. Nella sua bella semplicità, il gioco del calcio sta tutto qui. Un grande allenatore del passato diceva spesso ai suoi uomini di non calpestare troppo la zona “morta” del campo, altrimenti è come regalare uomini all’avversario, che capisce che da lì non subirà alcun danno. La rosa della Florentia Viola può essere incompleta, migliorabile certamente, ma questi concetti fanno sicuramente parte del bagaglio tecnico di molti giocatori, che si ostinano invece a stare in zone inutili. Diventa allora inconcepibile il motivo per cui giocare in modo semplice e lineare sia inattuabile per molte fasi della partita. E’ come se ci fosse un grande interruttore che durante l’incontro attacca e stacca la corrente alla squadra, che a volte prova a giocare ma spesso sta a guardare. Non nel comportamento dei singoli, ma nell’armonia del gruppo, che così sembra non credere assolutamente in se stesso. Gli avversari lo sentono e agiscono di conseguenza, dimostrando quantomeno di essere, loro si, un gruppo. L’allenatore Cavasin ha ragione nell’indicare il lavoro come unica terapia, ma insieme alle motivazioni (più importanti della condizione fisica) deve restituire a questa squadra la voglia di divertirsi a giocare al calcio. Senza divertimento non c’è schema o tattica che tenga, ogni partita diventa una salita via via più ripida. Grande applicazione e un po’ di fantasia sono le armi che nel calcio le squadri più deboli cercano di mettere in campo per provare a superare chi, sulla carta, è dato per sicuro vincente. Ammessa e non concessa la debolezza strutturale della squadra - che però la classifica comincia ad indicare – la Florentia Viola deve trovare nel divertimento la prima molla per provare a darsi un gioco. Altrimenti la attendono altre domeniche tristi. (as)

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