43° Festival dei popoli: rassegna internazionale del film di documentazione sociale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 ottobre 2002 16:19
43° Festival dei popoli: rassegna internazionale del film di documentazione sociale

Firenze - La 43° edizione del Festival dei Popoli (Firenze, 15 – 21 novembre 2002) propone come progetto unificante l’arte di Vedere Giusto e si annuncia nel nome di Nijinsky e Marlene Dietrich con due straordinari documentari assai controcorrente, non rinunciando a omaggiare il grande Zavattini, nel centenario della nascita, con un antico lungometraggio fortunatamente resuscitato dal figlio Arturo. Ma accanto a questa galleria di celebrità dello spettacolo che allinea anche John Zorn e Gilberto Gil, il Festival è pronto a schierare tutto il proprio repertorio di taglio etnico e sociale, culturale e storico, nel segno della tradizione di un evento, unico in Italia, che fin dagli esordi si è proposto come sguardo libero sul mondo, curioso e senza vincoli.

L’obiettivo di Vedere Giusto, in altre parole, ha radici lontane.
Sei le sezioni della 43° edizione (Concorso internazionale, Vetrina italiana, Colonialismo e post-colonialismo italiano, Musica e cinema, Eventi speciali, Omaggi) per 100 ore di filmati in calendario per lo più al cinema Alfieri Atelier, in parte allo Spazio Uno e al teatro Metastasio di Prato che inizia una collaborazione con il Festival presentando due filmati d’autore, Tambours sur la digue di Ariane Mnouchkine e The diaries of Waslav Nijinsky.

Ricco, come sempre, il corredo di convegni e incontri con gli autori. Il catalogo è dell’editore Guaraldi che curerà anche una collana monografica.
Tra i titoli di più forte richiamo, Il leone del deserto è il bel film, mai distribuito in Italia, sull’epopea di Omar el Moukhtar (Anthony Queen), eroe eponimo nella Libia occupata dagli italiani. Domestic violence (196 minuti) è invece un reportage dagli Usa sulle umiliazioni familiari di cui sono spesso vittime donne e bambini. Fabrica, il centro culturale Benetton, presenta inoltre Welcome in Italy, dedicato al modo non esattamente fraterno con cui l’Italia accoglie l’immigrazione.
Quanto alla sezione Musica è tutta dedicata a Jazz e Rock.

C’è spazio per una serie di ritratti, dal mitico Zorn (A bookshelf on top of the sky) al brasiliano Gil (Viva São João!), per un lungometraggio sulla recente tournée americana del bassista Peter Kowald (Off the road) e, tra l’altro, per una serie di mini film su una serie di band rock americane composte da giovanissimi.
Tra i titoli in concorso due sono dedicati all’universo carcerario, il russo Katorga e il nicaraguense Las islas de los niņos. Dalla Francia arriva invece Maîtres et esclaves, tremenda storia di schiavitù in Nigeria.

E sempre dalla Francia un reportage sulla guerra finanziaria per il controllo della maison Gucci (La guerre du luxe). Il compito di scegliere i vincitori è affidato a una giuria internazione composta da Michele Santoro, dal regista italiano Franco Piavoli, dal regista ungherese Bela Tarr e dalla produttrice danese Vibeke Windeloev.
Dopo alcuni anni di pausa, torna la sezione Cinema & Musica all'interno del Festival dei Popoli. La selezione di quest'anno passa in rassegna generi musicali diversi, ma anche differenti modi di concepire la musica su schermo.

Nelle passate edizioni, molti avevano notato la mancanza di testimonianze visive riguardanti la musica. Nel tentativo di colmare quest'assenza abbiamo tenuto presente il concetto di pluralismo, cercando di offrire nelle ore dedicate alla nostra sezione una visione concentrata, ma ampia, dello stato delle cose al momento. Il linguaggio filmico impiegato dai registi risulta quindi sostanzialmente eterogeneo. Si spazia, infatti, dall'estrema cura delle inquadrature e dei dettagli, all'immediata necessità di filmare un evento nel suo divenire.

Mediante questa diversità abbiamo creduto di poter mostrare quanto il mondo video musicale possa parlare linguaggi spesso discordanti.

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