Rigoberta Menchù dà il bis

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 ottobre 2002 17:57
Rigoberta Menchù dà il bis

14 ottobre 2002 – Rigoberta Menchù dà il bis. Dopo la conferenza sulla globalizzazione della mattina all’Università, il premio nobel per la pace terrà mercoledì una seconda conferenza, questa volta sul tema “Sviluppo locale e ambiente”. L’appuntamento è alle 15 nella Sala di Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi ed è stato organizzato dalla Provincia di Firenze insieme al Centro di Documentazione Internazionale sui Parchi di Pratolino. Un piccolo regalo che il Centro fa con la sua “lecture” annuale agli appassionati di problematiche ambientali ed ai fiorentini e che già nelle precedenti edizioni ha portato nella nostra città figure come l’altro premio nobel Amartya Sen o la scienziata indiana Vandana Shiva.
Nell’intento della Provincia l’incontro con la Menchù sarà anche un’occasione per tutti quanti, soprattutto i ragazzi delle scuole superiori, non potranno partecipare alla conferenza all’Università, per affrontare, a pochi giorni dal Social Forum, gli argomenti dello sviluppo sostenibile e solidale con l’aiuto di un premio nobel.
Ad introdurre la conferenza di Rigoberta Menchù saranno il presidente della Provincia, Michele Gesualdi, e l’assessore al Centro Parchi, Alberto Di Cintio.
Rigoberta Menchù Tum nasce il 9 gennaio 1959 in Guatemala da una famiglia di contadini dell’etnia quiché, che conserva l’antica tradizione Maya.

Da piccola aiuta la sua famiglia nel lavoro dei campi, sia sull’altopiano del nord sia sulle coste del Pacifico, dove adulti e bambini lavorano nelle grandi piantagioni di caffè. Già dall’adolescenza Rigoberta si impegna nell’attività di riforma sociale, promossa dalla chiesa cattolica, che suscita subito una forte opposizione da parte dei militari e delle “squadracce” dei latifondisti. Nel 1979 entra a far parte del CUC (Committe of the Peasant Union). Quell’anno suo fratello viene arrestato, torturato e ucciso.

L’anno successivo anche suo padre viene ammazzato e dopo poco anche sua madre muore dopo essere stata arrestata e torturata. Da allora Rigoberta diventa ancora più attiva nel CUC, si impegna a imparare lo spagnolo, entra a far parte del fronte popolare con il fine di educare la popolazione contadina indiana alla resistenza all’oppressione militare. Nel 1981 Rigoberta deve fuggire dal Guatemala e si rifugia in Messico da dove organizza la resistenza all’oppressione in Guatemala. Nel 1983 racconta la sua vita a Elisabeth Burgos Debray che trasforma la sua storia in un libro.

Nel 1986 diventa membro del Comitato di Coordinamento Nazionale del CUC. Cerca di tornare in Guatemala molte volte per sostenere la causa dei contadini, ma le minacce di morte la costringono a vivere fuori dal suo Paese. Sconfitta, ma non vinta, Rigoberta parla come donna india, come povera contadina, come militante politica e credente cattolica, portando a conoscenza di tutto il mondo il tormentato percorso delle popolazioni latino-americane verso l’emancipazione. Per il suo straordinario impegno le è stato riconosciuto nel 1992 il Premio Nobel per la pace.

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