Inquinamento atmosferico: 6 città al microscopio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 ottobre 2002 23:11
Inquinamento atmosferico: 6 città al microscopio

Roma e Milano, Torino e Bologna, Firenze e Bari. Sono le sei città italiane che l’Istituto per l’Inquinamento Ambientale del CNR ha passato al microscopio per tre anni (1999-2001) con l’obiettivo di definire il trend reale del fenomeno smog su una scala temporale scientificamente accettabile.
La ricerca è stata presentata oggi dal direttore dell’Istituto Ivo Allegrini e dai suoi collaboratori Alessandra Fino e Lucio Confessore nel corso di un convegno sul Materiale particellare in atmosfera organizzato in chiusura di Ariambiente, il Salone ecologista che per tre giorni ha calamitato a Carrara politici, amministratori, esperti e imprenditori del settore.


“Non si tratta di una classifica delle città più virtuose”, ha spiegato Allegrini, “perché ognuna usa metodi di monitoraggio diversi, ma soprattutto perché hanno anche condizioni atmosferiche diverse che possono influenzare i valori anche in misura sensibile”.
Con qualche importante eccezione, i dati dimostrano che nel complesso la situazione si sta evolvendo positivamente. Conseguenza delle nuove benzine, di motori più moderni e di alcuni interventi strutturali a lungo termine, ha specificato Allegrini, più che di palliativi come le targhe alterne, le domeniche ecologiche e altri analoghi interventi occasionali.
Nei tre anni presi in esame sono dunque calati benzene e biossido di zolfo, biossido di azoto e monossido di carbonio.

Anche la concentrazione di polveri fini, il PM10, è generalmente diminuita benché rimanga quasi ovunque superiore al valore limite di 40 microgrammi al metro cubo fissato per il 2005 dal recente decreto ministeriale n. 60/2002. “Le colpe sono varie”, ha ricordato Allegrini, “In particolare di motori diesel, motorini, riscaldamento domestico, produzione di energia e anche provenienze remote, ossia un inquinamento proveniente da città anche non vicinissime”.
Nel periodo analizzato è stata considerata per ciascuna città la stazione di monitoraggio più rappresentativa.

Il PM10 (concentrazione annuale) è dunque diminuito a Bologna (Porta S. Felice) da 67 microgrammi al metro cubo a 53; a Firenze (viale Gramsci) da 59 a 31; a Roma (largo Arenula) da 62 a 54; a Torino (via della Consolata) da 73 a 63. E’ invece stabile a Milano (largo Juvara, circa 46 migrogrammi) e a Bari (via Savoia, circa 64).
Il benzene è diminuito in 4 casi su 6. A Firenze (viale Rosselli) da 19 microgrammi al metro cubo a 11. A Milano (via Senato) da 8 a 5. A Roma (via Tiburtina) da 15 a 11.

A Torino (via della Consolata) da 9 a 8. In controtendenza Bologna almeno a Porta S. Felice (da 6 a 8), mentre Bari (via Savoia) non registra variazioni e si attesta sui 12 microgrammi al metro cubo. Tutte le città, tranne Milano, superano comunque il valore limite di 5 microgrammi previsti dal DM 60 per il 2010.
Quanto all’ozono il CNR avverte che la situazione è molto complessa perché i valori possono in realtà corrispondere a un inquinamento assai elevato da monossido di azoto prodotto da auto e riscaldamenti.

L’istituto ha considerato oltre alle sei città precedenti anche Genova, Napoli e Palermo. E ha contato le ore in cui, in media, è stato superato il livello di attenzione di 180 microgrammi al metro cubo. Risulta dunque che a Bari si è passati dalle 0 ore del 1999 alle 10 del 2001; a Firenze da 0 a 2; a Milano 10 a 15; a Torino da 19 a 68. Le ore di superamento del livello di attenzione sono diminuite a Bologna (da 100 a 38), a Genova (da 112 a 5), a Napoli (da 32 a 5), a Palermo (da 47 a 12), a Roma (da 32 a 28).

Si tratta comunque di valori, ha concluso Allegrini, su cui incidono fenomeni stagionali di natura meteorologica, in particolare venti e irradiazioni solari. Anche l’ozono può arrivare da località molto lontane.

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