A novembre il Social Forum Europeo a Firenze darà fastidio all'industria del turismo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 ottobre 2002 08:11
A novembre il Social Forum Europeo a Firenze darà fastidio all'industria del turismo

''L'organizzazione fiorentina del Forum Sociale Europeo continua ad operare con serenita' affinche' il Forum si svolga in un clima pacifico e non violento. La citta' di Firenze e' patrimonio dell'umanita' tutta e tutte le iniziative ed attivita' del Forum, comprese le azioni di disobbedienza civile, non porteranno nessun danno ne' ai cittadini ne' alla citta' ne' ai suoi monumenti''. E' quanto si legge in una nota diffusa ieri sera dall'ufficio stampa del Sfe che fa riferimento alle dichiarazioni rilasciate ieri dal leader dei 'disobbedienti' Luca Casarini he aveva 'ipotizzato' l'occupazione delle banche che commerciano in armi.
L'SFE è invece un momento d'incontro e di discussione, che coinvolgerà migliaia di persone.

Verranno a Firenze per confrontarsi sulle risposte da dare ad una globalizzazione che riduce due terzi dell'umanità in condizioni di povertà.
Un incontro per trovare strategie comuni capaci di dare risposta a grosse questioni sociali.
Il cinismo dei media, abituati a procurare allarmi, anziché a dare informazioni utili a conoscere la realtà in cui viviamo, alimentato dal governo Berlusconi cerca di presentare l'European Social Forum come un avvenimento a rischio. Un governo che nel luglio del 2001 ha messo a soqquadro Genova, con arresti di massa, un governo messo sotto accusa da Amnesty International, che ha progettato la riapertura straordinaria del carcere di Pianosa per ospitare la retata.
La strategia della confusione precede la strategia della tensione: "Panorama" ed il "Giornale" conducono, da alcuni mesi, una campagna di odio tesa a creare panico e paura negli abitanti di Firenze sulla "nuova Genova".

Una campagna ingiustificata, a meno che non nasconda le intenzioni di provocazione.
Ma a Firenze non c'è un vertice dei padroni del mondo da contestare come a Seattle o a Genova, non c'è il G8, il WTO o il Fondo Monetario Internazionale, cioè gli avvenimenti che hanno scatenato le mobilitazioni di piazza di questi anni. C'è un grosso appuntamento di discussione e di mobilitazione per creare e collegare tra loro le numerose reti di conflitto sociale che si ribellano allo stato di cose presente.

Protagonisti delle giornate di novembre saranno uomini e donne che vogliono trasformare questo mondo, che lottano tutti i giorni per affermare nella pratica che un altro mondo è possibile.
La campagna di odio è stata fatta propria da alcune consorterie, a partire dai grossi commercianti, abituati ormai a disporre della città come di un loro bene privato. Il complesso turistico-industrial-alberghiero e queste consorterie si appropriano dei soldi portati da un turismo intensivo, organizzato in mandrie che non devono uscire da poche strade e che rovescia sulla città costi enormi per gli abitanti, come inquinamento, caos, alti costi di manutenzione e prezzi alti.

Il comune di Firenze infatti ha meno abitanti che nel secolo scorso. E sui piccoli comuni sono stati scaricati tutti problemi abitativi. Anche a Firenze vanno avanti questi processi. E non è un caso che tutte le organizzazioni economiche di riferimento del centrosinistra, Lega delle Cooperative, CAN, Confesercenti, siano firmatarie del "Patto per l'Italia".
Queste consorterie, che lucrano sul turismo, non vogliono l'incontro dei "no global" semplicemente perché interrompe per qualche giorno il processo produttivo intensivo e perché proporrebbe anche alla città un modello di fruizione alternativo dei beni: vedi ad esempio l'utilizzazione delle strutture fieristiche non per fini di lucro
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