FIRENZE- Al termine di una lunga serie di lavori di restauro, il patrimonio architettonico della Toscana si riappropria di un edificio storico: l’albergo “La Foresta” di Vallombrosa. La costruzione, che sorge proprio davanti all’ingresso dell’Abbazia, divenne di proprietà della Regione Toscana nel 1981, in seguito alla soppressione dell’azienda di Stato per le foreste demaniali, e nel maggio del 1996 fu venduta alla Congregazione benedettina di Vallombrosa. Da ieri, dopo sei anni di lavori di ristrutturazione, l’albergo riprendere la sua antica funzione di ‘foresteria’, utilizzata dai monaci, già dall’XI secolo, per ospitare i pellegrini e i viandanti in sosta presso l’Abbazia.
“La Foresta” dispone di 63 camere, un ristorante per 200 persone, una sala convegni ed ampi spazi per corsi di formazione rivolti ai giovani e al mondo del lavoro. Alla cerimonia di inaugurazione, insieme al presidente della Regione Claudio Martini e al vicepresidente Angelo Passaleva, sono intervenuti, tra gli altri, il Rettore dell’Ateneo fiorentino, Augusto Marinelli, e il vicario generale dell’Arcidiocesi di Firenze, mons. Claudio Maniago. “Per la Toscana – ha detto Martini – questa nuova ‘partenza’ dell’albergo è particolarmente importante sia dal punto di vista culturale che sociale e ricettivo.
L’edificio, infatti, nato sui locali che i monaci di Vallombrosa avevano destinato all’accoglienza dei viandanti, riveste un alto valore storico e architettonico ed è inserito in un ambiente che, nel 1977, è stato dichiarato ‘Riserva naturale biogenetica’. Ma si tratta anche di una struttura ricettiva situata in una zona ad alta concentrazione turistica, un recupero significativo che, siamo certi, accrescerà non solo il valore del monastero ma di tutto il territorio”. Il presidente Martini ha infine ricordato che proprio negli ultimi due fine settimana di maggio, grazie all’iniziativa ‘Visite di Primavera’, la Toscana dei palazzi, dei musei, dei giardini e delle ville storiche mostra i suoi gioielli, molti dei quali recentemente restaurati.
“Proprio come “La Foresta” – ha concluso Martini – che si inserisce a buon diritto tra i tesori diffusi sul territorio regionale”.
