Suicidio del giovane indiano adottato: il cordoglio del giorno dopo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 aprile 2002 00:12
Suicidio del giovane indiano adottato: il cordoglio del giorno dopo

‘Questa città deve imparare il valore dell’accoglienza’ ha detto don Giacomo Stinghi, il sacerdote chiamato ad officiare il rito funebre -racconta Controradio- E' quello che chiedeva Antony'', ha detto don Stinghi. I funerali del sedicenne indiano adottato da una famiglia fiorentina suicidatosi martedì nella sua casa a Careggi hanno avuto luogo questo pomeriggio presso la chiesa della Madonna della Tosse.

Antony era nato a Kedamullore, un piccolo villaggio nella foresta del Karnataka, uno degli stati del sudovest dell' India.
«Grande dolore» per il suicidio del giovane di origine indiana adottato da una famiglia fiorentina è stato espresso dal capogruppo dei Verdi Alessio Papini. «Troppo spesso - ha osservato Papini - vengono sottovalutate le sofferenze causate dalla superficialità della maggioranza dei cittadini nei confronti di coloro che appartengono a minoranze. La discriminazione spesso parte anche dal linguaggio e dall'uso di luoghi comuni che prendono di mira la diversità come termine di paragone in negativo».

«E' importante - ha concluso il capogruppo dei Verdi - che le amministrazioni pubbliche facciano comprendere, agli studenti ma anche ai propri dipendenti, l'importanza dell'uso di un linguaggio rispettoso delle differenti identità etniche, sessuali e religiose».

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