5 marzo al Teatro Studio di Scandicci: film su Schifano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 marzo 2002 09:33
5 marzo al Teatro Studio di Scandicci: film su Schifano

Il 5 marzo 2002 alle ore 21.00 sarà presentato al Teatro Studio di Scandicci (ad ingresso libero) il film “MARIO SCHIFANO TUTTO”, regia di Luca Ronchi, prodotto dalla Nova Films di Pietro Valsecchi e Camilla Nesbitt in collaborazione con Mediatrade e la Fondazione Mario Schifano, all’interno del laboratorio “Luogo, Città, Identità”, coordinato da Giancarlo Cauteruccio, che la compagnia Krypton realizza al Teatro Studio per il progetto di residenza 2001-2002. Il film sarà introdotto dal regista Luca Ronchi e da Barbara Tosi e Monica De Bei, curatrici della mostra omonima in corso a Roma presso la Galleria comunale d’arte moderna e contemporanea.
“MARIO SCHIFANO TUTTO” è il titolo di un lungometraggio di 77 minuti, dedicato alla lunga vita artistica di un pittore il cui lavoro ha attraversato quattro decenni con un’intensità senza paragoni.

Il lungometraggio è quasi un’autobiografia postuma realizzata dall’amico e collaboratore Luca Ronchi attraverso video inediti, spezzoni di interviste e schegge di cinema, attinte dal ricco archivio privato di Schifano che mostra, per la prima volta, il lato umano ed intimo di un artista irregolare. In una sequenza iniziale del film “MARIO SCHIFANO TUTTO”, insieme alle immagini di Roma anni 60, il gallerista Plinio De Martiis ricorda: "Mario veniva chiamato maestro del dolore perché sembrava stanco, annoiato e vestiva di velluto nero".

L’attrice Anita Pallenberg racconta un soggiorno a New York nel 1964: "Eravamo al centro di un’inquadratura che conteneva tutta la cultura beat americana". Marianne Faithfull, icona pop, lo ricorda così: "…i suoi occhi erano di fuoco e aveva uno sguardo che mi consumava". Il film segue un percorso inquieto e racconta anche una vita irregolare, una vita d’artista; commenta il collezionista Gianni Michelagnoli: "Mario per uso e abuso di droga è stato un perseguitato: quattro volte in carcere e una volta in manicomio, ma non ha mai perso il senso della relatività".

Nel corso del lungometraggio, attraverso immagini di vita famigliare, viene mostrata la rinascita, la rinnovata ed esagerata creatività. "Era un atleta dello sguardo" puntualizza Enrico Ghezzi. “Il lavoro per lui era una specie di purificazione“, ricorda il mercante d’arte Emilio Mazzoli. Gli confidava Alberto Moravia, in visita allo studio di Trastevere: "Penso che un intellettuale debba essere sempre estremo, è l’unica qualità che ha l’arte, deve andare in fondo alle cose". Ricorda, infine, lo scrittore Fulvio Abbate: "Era capriccioso, viziato e questa era una cosa insopportabile, ma tutti avrebbero voluto vivere come lui.

E poi, se n’è andato con grande stile. Diceva sempre: mi raccomando lo stile"! Il film mostra l’ artista in un viaggio nel tempo con i pittori della scuola di Piazza del Popolo, l’entusiasmo e la contestazione, gli americani a Roma, gli italiani a New York, i quadri monocromi, la Pop Art, i film underground, il disordine degli anni 70, le droghe, le pipe da oppio di Jean Cocteau, la rinascita della pittura, i colori degli “ orti botanici”, le grandi mostre, la TV musa ausiliaria, le nuove tecnologie, la creatività incessante di “un atleta dello sguardo”, interviste impossibili e progetti interrotti.
Con: Plinio De Martiis, Francesco Schifano, Anita Pallenberg, Marianne Faithfull, Keith Richards, Furio Colombo, Gerard Malanga, Mick Jagger, Franco Angeli, Gianni Michelagnoli, Franco Brocani, Eleonora Giorgi, Monica De Bei, Marco Giuseppe Schifano, Fulvio Abbate, Achille Bonito Oliva, Alberto Moravia, Dario Bellezza, Emilio Mazzoli, Giancarlo Tonelli, Antonio Colombo, Renzo Colombo, Cinzia Monreale, Sabrina Acciari, Memmo Mancini, Massimo d’ Alessandro, Patty Pravo, Enrico Ghezzi, Marcello Gianvenuti, Pierpaolo Cimatti.

In evidenza