Formazione: disappunto sui i criteri di accreditameto in Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 febbraio 2002 12:05
Formazione: disappunto sui i criteri di accreditameto in Toscana

"Questa logica -scrive a NOVE Paolo Manzelli, direttore dell'LRE // EGO-CreaNET dell'Univeristà di Firenze- la ritengo completamente distante da ogni possibile ricerca di una nuova qualita' formativa, dato che il lavoro e' KNOWLEDGE INTENSIVE anziche' LABOUR INTENSIVE come e' stato nell'epoca della societa' Industriale.
E quindi necessario capire che la conoscenza relativa allo sviluppo del lavoro a forte concentazione di conoscenza innovativa e' non e' parametrizzabile entro una logica che la Localizza in Aziende Specializzate, ma e' diffusa e sempre piu' sara' reperibile in un sistema di rete che non ha confini locali.
Il modello di riferimento per la realizzazione di procedimenti qualitativi e' del tutto simile ad un modello di riferimento della estrazione: per fare un litro di Vino c'e' bisogno di molta quantita di uva , e per fare la Grappa ci vuole molto vino.
La Qualita' della Formazione Lavoro se vorremo finalizzarle per dare sviluppo a capacita innovative e creative di tipologia KNOWLWDGE INTENSIVE, invece di perseguire requisiti disciminanti delle Aziente Formative, dovra' favorire la realizzazione di progetti promossi da EXTENDED ENTERPRISES e cioe' di Learning Oranizations in rete telematica interattiva, di volta in volta capaci di aggregare le competenze necessarie per la formazione di una vasta gamma di profili per le prospettive di lavoro emergenti per i quali e' evidente la carenza di formazione professionale per lo sviluppo della contemporanea Societa' Europea della Conoscenza.
Questa problematica che riguarda i criteri di accreditamento e' quindi essenziale per definire opportune condizioni di FORMAZIONE/LAVORO, ma putroppo ci e' stata presentata come cosa fatta, con ben poche possibilita' di modifica, per quanto a pag.

12 della GAZ.UFF si legge che e' possibile definire varianti anche consistenti dei criteri di qualita' formativa rispetto a quelli dell' accordo STATO-REGIONI.
Sembra che invece tutte le REGIONI tendono invece verso la uniformita' sostanziale dei sistemi di accreditamento dimenticandosi di fatto importante che la creativita' di un sistema risiede nella differenziazione ed il confronto.
Mi rendo conto, perche' capita anche a me, che spesso non c' e' tempo per valutare attentamente queste problematiche.
Sinceramente in vero molte volte mi sono sentito come alla stregua di un "ominide" smarrito che improvvisamente si vede sparire la foresta delle proprie convinzioni ideali, perche' altri incanalando l' acqua, la stanno sostituendo con una una savana tendente alla diseriticazione piu' completa.
Mi rendo conto pertanto che nel caso di avvennto di una tale sostituzione, diviene solo necessario ingegnarsi per sopravvivere, perche' non e' concessa una tana protettiva per elaborare idee e progetti idealmente coerenti con le necessita di sviluppo, pertanto a ciascuno di noi resta solo il tempo a disposizione per la lotta per sopravvivere.
E' cosi che oggi grandi progetti e utili ideali spesso si scontrano con la tirannia del tempo e resta solo la fatica di perseguire criteri imposti, che generano urgenza quotidiana e perciò si cade nel banale e siamo costretti ad accondiscendere alla situazione , contribuendo a determinare una penosa condizione generale di stallo, anziche' dare un contributo allo sviluppo per generare nuove opporunita di lavoro per i nostri giovani laurati e diplomati.
Vi ringrazio comunque della attenzione ma ancora, spero di poter essere acoltato per attuare una sostanziale modifica di quei criteri la cui inutile selettivita' creerebbe un forte svantaggio allo sviluppo".

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