Match di imporovvisazione teatrale al Teatro Giotto di Vicchio per venerdi prossimo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 dicembre 2001 16:20
Match di imporovvisazione teatrale al Teatro Giotto di Vicchio per venerdi prossimo

La storia
Anno 1977, Montréal. Due attori canadesi (Robert Gravel e Yvon Leduc) con precedenti esperienze nel campo dell’improvvisazione creano una nuova formula di spettacolo: il match di improvvisazione teatrale, realizzando l’utopia di una pérformance completamente improvvisata. Nato in via sperimentale il match, diffuso per sette anni in diretta televisiva, diventa in Canada un fenomeno nazionale e si diffonde a macchia d’olio in varie parti del mondo. Nascono così le varie “Leghe di improvvisazione” di Messico, Argentina, Stati Uniti, Francia, Belgio, Spagna, Svizzera, Costa d’Avorio, Zaire, Antille, Guyana, Brasile ecc.

I match sbarcano in Italia nel 1989 a Firenze, dove viene presentato il primo campionato nazionale. Il progetto si diffonde poi rapidamente in altre città italiane (attualmente Roma, Firenze, Siena, Chianciano, Follonica, Bologna, Reggio Emilia, Ravenna, Riccione, Milano, Torino, Varese ) dove vengono attualmente tenuti dei corsi di formazione sul teatro di improvvisazione.
Di grande portata la rete di inrescambio internazionale. La nazionale italiana di improvvisazione, che ha all’attivo numerose tournées all’estero, ha vinto nel ’98 a Lille il campionato del mondo di improvvisazione teatrale FRANCE 98.
La cornice
L’ambiente esteriore e scenografico del match è quello di una partita di hockey su ghiaccio (maglie da gioco, “patinoire” ecc.) sport nazionale canadese.
Lo spirito è quello di una competizione artistico/sportiva fra due squadre di giocatori/attori che si contendono la vittoria in 90 minuti di “gioco” divisi in due tempi.

Un maestro di cerimonia illustra al pubblico le varie fasi dello spettacolo, un musicista scalda la platea e fa salire la tensione sul palco, un inflessibile arbitro garantisce la qualità e la correttezza dell’incontro.
Lo spettacolo
Dopo il “riscaldamento” pubblico, la presentazione dei giocatori e l’intonazione dell’inno ufficiale (pubblico in piedi e mano sul cuore), un fischio di sirena segna l’inizio dell’incontro. L’arbitro estrae a sorte di volta in volta un cartoncino, che legge ad alta voce, con le seguenti indicazioni:
a - Tipo di improvvisazione: cioè comparata se le squadre dovranno improvvisare in successione, o mista se dovranno improvvisare insieme.
b - Titolo dell’improvvisazione: rigorosamente sconosciuto ai giocatori ed eventualmente proposto anche dal pubblico mediante cartoncini distribuiti in sala.
c - Numero dei giocatori: illimitato o imposto (ad esempio uno per squadra, due donne dei “rossi” e due uomini dei “blu” ecc.).
d - Categoria dell’improvvisazione: cioè lo stile che può essere libero oppure cantato, in rima, senza parole ecc.

o ancora alla maniera di... Goldoni, Shakespeare, Spielberg, Fellini, De Amicis, Manzoni o anche delle soap opera, dei cartoni animati giapponesi ecc. ecc..
e - Durata dell’improvvisazione: da 30 secondi a 20 minuti.
Dopo la lettura del tema le squadre hanno soltanto 20 secondi di tempo per trovare un’idea di partenza e lanciarsi nella “mischia”. Alla fine di ogni improvvisazione l’arbitro può segnalare dei “falli”, vale a dire degli errori di tecnica teatrale (ad esempio: fuori tema, mancanza d’ascolto, cliché ecc.) ed i capitani delle squadre possono chiedere spiegazioni creando un ulteriore momento di spettacolo.
Il pubblico
E’ in fondo il vero protagonista della serata: è infatti lui che suggerisce dei temi all’arbitro, che vota dopo ogni improvvisazione per l’una o per l’altra squadra per mezzo di un cartoncino bicolore determinando l’andamento del match e che può addirittura esprimere il proprio dissenso lanciando una ciabatta che gli viene fornita all’ingresso.

Il match è uno spettacolo dove vengono esaltate la creatività, la fantasia e la prontezza di spirito di artisti che sulla scena sono allo stesso tempo e nel medesimo istante attori/autori/registi e la concreta partecipazione del pubblico che assisterà ogni volta ad una serata completamente diversa e ovviamente irripetibile.

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