Aspettative, luci e fumo per il concerto di Tricky al Tenax

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 dicembre 2001 08:02
Aspettative, luci e fumo per il concerto di Tricky al Tenax

Calca e aspettative: il ritorno live di Tricky riesce a riempire il locale fiorentino di gente che, consciamente o meno, sa di stare per assistere ad un piccolo evento importante.
Stretti gli uni agli altri, rivolti verso il palco, si aspetta, tranquilli e curiosi, che le luci comincino a colorare l'ambiente, che i musicisti animino il palco vuoto, che le casse comincino a vibrare. Tutti con una sana e lecita voglia di divertirsi.
La performance diverte e non delude: si balla e si poga sulle note graffianti e ritmiche dei brani del cantante, tra luci monocrome e fumo negli occhi.

Ma la musica si interrompe inaspettatamente presto, proprio quando il pubblico sembrava più caldo, quando non ci si aspettava che finisse. In un attimo, senza che nessuno capisse se si trattasse o no della pausa prima di un bis, smontano gli strumenti e riaccendono le luci nella sala…tutti a casa! Nessuno potrà certamente dire di non aver assistito ad un concerto bello ed intenso. Ma rimane di fondo una certa insoddisfazione, data forse dal fatto di aver assistito e non partecipato, come se non si fosse colmata la distanza che divideva l'artista dal pubblico.

Sì è fatta della buona musica e l'esibizione aveva sicuramente un impatto molto forte. Ma c'era la sensazione che lo spettacolo finisse sul palcoscenico, senza riuscire a creare quel trasporto intimo che lega chi suona e canta e chi ascolta. Un concerto quindi giocato su due livelli diversi: il palco e la platea.
Probabilmente occorreva preventivare tutto questo, sapendo che Tricky rimane un personaggio sui generis, schivo e introverso, ostico nel modo di porsi durante le esibizioni, dove non regala mai nulla in più della sua musica.

Ed è sicuramente anche per questo che conserva quella componente affascinante che fa di lui, a modo suo, un artista.
Peccato, però, che l'empatia non sia stata assoluta, le aspettative appena frustrate, il concerto non pienamente vissuto. C'era la musica: quella veramente ottima.
[F. M.]

Tricky sul palco
Aprono la scena i Dub Pistols con un hip hop che scalda gli animi in maniera egregia, mentre il signor Tricky si mescola al pubblico magrissimo e tranquillo. Il Tenax è carico abbastanza quando l’omino nero di Bristol sale sul palco e scatena il putiferio: brani tratti dal consistente trip hop di Maxinquaye si alternano a cose vicinissime al rock con chitarroni violenti dell’ultimo Blowback.
La verità è che Tricky è cambiato e non poco, ha lasciato l’Inghilterra per trasferirsi in America, ha sepolto i ritmi dilatati e fascinosi degli esordi per creare un set duro, fatto di chitarre e batteria sonante senza però mai esaurire la creatività che lo ha sempre caratterizzato.

Non a caso ha inciso cose per la Epitaph, etichetta indipendente americana, sintomo di una volontà di sperimentare e modificare i propri formati espressivi. Tricky ha ampliato i suo pubblico: sembra aver rimosso il dolore oppressivo di momenti come Angel with dirty face, ha smesso di dirigere la rabbia verso se stesso e si abbandona a rumorismi rock davvero inaspettati. Dove ci porterà Tricky? Certamente lontano da qui.
[U. T.]

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