Buon’Italia 2001: le ultime novità sugli italiani in cucina

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 luglio 2001 17:54
Buon’Italia 2001: le ultime novità sugli italiani in cucina

Sarà per via di Mucca Pazza, sarà perché stufe di leggere storie ordinarie di polli e maiali allevati ad antibiotici, e sarà perché ormai allergiche all’idea dei pesticidi, di fatto, a tavola, le famiglie italiane vogliono vederci chiaro. Soprattutto i giovani. E se la voglia di mettersi ai fornelli clamorosamente cala, aumenta in parallelo quella dei piatti pronti insieme alla richiesta precisa di mangiar sicuri. In altre parole: gli italiani non si fidano più delle pubblicità e delle promesse.

Al buono deve accompagnarsi il sano. E, in particolare, la possibilità di controllare.
Lo rivela una ricerca condotta in questi mesi da Esselunga con l’obiettivo di registrare eventuali svolte nella cultura alimentare del Belpaese. Rielaborata e presentata oggi a Buon’Italia 2001, la mostra dei prodotti tipici in corso a Marina di Carrara fino all’8 luglio, la ricerca suggerisce in effetti che la cronaca è la vera padrona della tavola, che le nostre abitudini evolvono assai rapidamente seguendo le evoluzioni della società, ma anche sotto la sferza delle emergenze e degli allarmi.
Fondata su un campione di 5.000 famiglie per un totale di 15 mila persone, la ricerca esplora senza margini di incertezze un Paese tenacemente ancorato alle tradizioni.

Cambiano i sistemi di vita, la tecnologia impone le sue leggi, le grandi aree metropolitane si muovono su ritmi sempre più veloci, emergono i valori della praticità e della sveltezza, ma i gusti fondamentali restano legati alla cucina di mammà.
Come l’Alberto Sordi di Un americano a Roma, i giovani (20 – 30 anni) sono superficialmente affascinati dall’esotico, ma alla resa dei conti preferiscono un piatto di spaghetti, di risotto o ribollita (72%) agli hamburger o all’hot dog. Una quota che sale col salire dell’età: 84% per la generazione fra i 30 e i 40 anni, addirittura 96% per quella oltre i 40.
Nella ricerca Esselunga sono rarissimi gli insensibili (8%) agli appelli di Slow Food, ovvero a un regime alimentare meno frenetico e stressante, ma moltissimi (89%) quelli che considerano il tempo libero un bene razionato e preziosissimo da sprecare il meno possibile in cucina.

Alla domanda: rinuncereste alla televisione o ai piatti pronti?, il 68% (75% tra le donne) si dichiara pronto a fare a meno di Domenica In e di Striscia la Notizia, con buona pace di Mediaset e Rai.
E’ il tempo dovuto al lavoro e agli spostamenti che ha fatto dei piatti pronti la vera novità alimentare del millennio. Con quel poco che resta, perché mettersi in cucina a trafficare? Basta con lo sporco e con le troppe pentole da lavare. Piatti pronti vuol dire una scaldatina e via. Gli italiani (88%) li considerano dunque la migliore risposta alla domanda di praticità e una delle poche alternative al crescente fenomeno del consumo fuori casa.
Già, ma che tipi di ricette? Esotiche o tradizionali? La risposta, come si diceva, non lascia dubbi: sì a lasagne, cannelloni, spezzatini, milanesi e via elencando, compresi i piatti più a base di verdure.

Il tutto, però, con moderazione. Stanchi di vedersi ingrassati e brutti, dipinti dai mass media come onnivori voraci pronti ad affogare in vasche di nutella o di sughi bolognesi, gli italiani si dichiarano senz’altro sovrappeso (43%), ma anche decisi a riscattarsi con un regime più sano e più sicuro (68%).
Salute e sicurezza sono peraltro parole d’ordine ormai popolarissime: solo il 14% per cento degli intervistati sostiene di fare acquisti senza badare alla qualità. Il grosso (57%) non solo legge attentamente le etichette, ma chiede ulteriori informazioni al venditore.

Rinunciando volentieri (38%) non si sa mai, ai prodotti che non danno certezze o garanzie.

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