Il sindaco in rete: un esperimento di democrazia on-line?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 giugno 2001 14:15
Il sindaco in rete: un esperimento di democrazia on-line?

Al quesito di politica dei media risponde un documento di di Gilberto Tinacci Mannelli e Annalisa Rossi.
"E' tuttora assai aperto il dibattito circa l'uso delle tecnologie multimediali e della rete in ambito politico-civile: non v'è dubbio che la telematica consente di sviluppare su vastissima scala i contatti tra soggetti fisicamente lontani tra loro e di aumentare del pari la velocità di trasmissione di informazioni e decisioni socialmente rilevanti. Sotto tale profilo quella che è stata definita la "rivoluzione on line" mostra di avere potenzialità plurime, da registrare ed analizzare con molta cura.

Ciò detto, occorre promuovere anche un'indagine di tipo diverso: un'indagine che, oltre ad inventariare attentamente le possibilità "fattuali" aperte dalla rivoluzione on line, ne valuti le implicazioni sotto il profilo della qualità della vita socio-politica di una comunità. Da tale punto di vista, uno dei temi oggi più dibattuti concerne la relazione tra sviluppo multimediale e sviluppo della democrazia. Secondo una determinata linea di pensiero, tale relazione va considerata fin da ora in termini estremamente positivi e promettenti.

In effetti, lo sviluppo della tecnologia telematico-multimediale offrirà alla società democratica i due "doni" seguenti: un enorme aumento di informazioni sui problemi dibattuti dai membri di tale società, onde conoscere la loro opinione; un'altrettanto grande velocità di consultazione da parte di un Centro Decisionale, al fine di conoscere la loro opinione sulle più diverse questioni pubbliche da risolvere. Entro tale contesto viene espressa talora un'ulteriore e assai delicata tesi, quella che la tecnologia telematica, essendo in grado di collegare immediatamente i centri della decisione politica con i cittadini, consentirebbe di eliminare la mediazione costituita da partiti, sindacati ed altri organismi di questo genere.

In un regime di democrazia pura - più attinente alla teoria classica che alla realtà contemporanea - tre appaiono essere gli elementi che la caratterizzano in concreto: per un verso la delega, nel senso che il singolo cittadino può avvalersi di strutture ed organismi politico-sociali, quali ad esempio quelli or ora nominati, per convogliare i propri orientamenti alle sedi decisionali; per un altro la partecipazione, che può aspirare a conseguire - però attraverso una presenza e un impegno individuali accentuati - risultati assai simili alla consultazione prospettata dalle tecnologie telematiche, per un terzo la ponderazione, che contrasta con l'immediatezza offerta dalla democrazia on line, ma che indubbiamente consentirebbe una maggiore entità di tempo per riflettere su alcuni temi rilevanti sul piano civile e politico.

Viene da domandarsi se, in periodi come quelli da noi oggi vissuti, in cui il fattore "tempo" ha assunto l'aspetto frenetico di cui siamo tutti consapevoli, un'ipotesi idillica di democrazia sia concretamente perseguibile, o non siano piuttosto da battere, con serietà e correttezza, le vie nuove dischiuse dalle tecnologie avanzate, per far rivivere di vita nuova la democrazia. In questo senso e con questi fini la sperimentazione "Il Sindaco in Rete" si propone come primo esempio in Italia di un net-meeting aperto, in cui l'interazione tra i partecipanti possa validamente additare problemi ed aspirazioni emergenti nella dinamica della vita contemporanea ed a cui possa eventualmente esser data una risposta orientativa o addirittura realizzativa da parte del primo cittadino di Firenze.

A supporto di quanto detto ci sembrano interessanti i risultati di due studi, uno sul particolare fascino che esercita la telecomunicazione su chi la pratica e l’altro sul profilo del cyber-utente. Derrick de Kerckhove, docente di Mass Communications all’Università di Toronto e discepolo di M. McLuhan, dal 1986 coordina il McLuhan Project con lo scopo di studiare gli effetti psicologici dei new media. Tra i tanti aspetti rilevati i partecipanti a un netmeeting vivono l’ esperienza come ‘magica’ “tutto sembra meraviglioso, un’immagine viva e una voce viva ed essere in presenza, o in telepresenza di gente lontana.

Il fatto che lo spazio condiviso sia puramente elettronico o ‘virtuale’piuttosto che reale, non toglie nella sostanza nulla alla realtà della presenza fisica”, da tanta complessità tecnica ne risulta un affascinante, irripetibile prolungamento dei nostri occhi e delle nostre orecchie. Per quanto riguarda il ‘chatter’ italiano , tra i 18 e i 40 anni, il 40% è femminile, sono pochi ma in rapido aumento: solo 60.000 in confronto ai milioni del mondo anglosassone, lo sostiene una ricerca recentemente pubblicata del sociologo Antonio Roversi .

‘A differenza del ‘chatter’ americano o inglese, che ha maggiore cultura della virtualità e gioca più facilmente simulando vari ruoli, il ‘navigante’ italiano non vuole affatto impersonare una figura dai tratti fantastici ma vuole più semplicemente “mettere in campo se stesso, i propri desideri, le aspirazioni in una relazione in tempi brevi simile alla realtà’’. Guarda con sano realismo senza mai illudersi di trovare mondi ed esseri perfetti. Quindi un uomo o una donna in cerca di un maggiore contatto umano, per niente scoraggiato dal mezzo, che sembra non costituire un ostacolo, semplicemente un medium ipermoderno efficace per esprimere e soddisfare bisogni.

La telecomunicazione quindi conferisce un certo senso di ubiquità, ed esalta la naturale propensione dell’individuo a comunicare quello che è e vorrebbe essere ed è per questo che siamo convinti della validità intrinseca del mezzo e delle potenzialità positive in ambito socio-politico. A questo primo collegamento, volutamente indirizzato ai giovani e alle possibilità di spazi che si dischiudono loro nella realtà cittadina, altri seguiranno nel prossimo autunno, sempre con fasce significativamente rappresentative della nostra città.

Riteniamo doveroso rivolgere il nostro ringraziamento più sentito a tutti coloro che sia sul piano tecnologico che su quello contenutistico si sono prodigati con entusiasmo alla preparazione di questo evento, di cui verrà fatta un'analisi accurata a livello scientifico, anche per portare avanti sul piano realizzativo una ricerca che la Fondazione Einaudi ha avviato già da oltre un anno sulle potenzialità di sviluppo democratico offerte dalle tecnologie telematiche".

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