La settimana del Parterre

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 giugno 2001 09:54
La settimana del Parterre

Brillantina a go-go, atmosfere fifties e ritmi dichiaratamente rock’n’roll sabato 23 giugno al Parterre di piazza della Libertà. Sul palco sono di scena infatti John Pesico & Crazy Band, 5 musicisti scatenati, con in comune non solo una grande passione per il rock’n’roll e la musica vera, ma anche tanta voglia di divertirsi e far divertire.
“C’era un ragazzo che come me, amava i Beatles e i Rolling Stones…”…e Chuck Berry …e Little Richard…ed Elvis Presley!!…e tutti coloro che hanno contribuito a far amare e conoscere il grande rock and roll!! Grazie al programma musicale realizzato da John Persico & la Crazy Band sarà possibile fare un salto negli anni 50’ ripercorrendo le tappe piu’ importanti di quel formidabile periodo, il tutto, ovviamente, ”rivisto e corretto” dai nostri.

Un’ora e mezza di spettacolo, in cui si alternano momenti di grande coinvolgimento ed allegria…non si puo’ desistere dal battere le mani a tempo quando Alessandro alias Alex the Secco prende in mano le bacchette della sua amata batteria “orange”…e cosa dire allora degli assoli sincronizzati di Stefano Mas Turbo Guitar ? …Mai chitarra fu piu’ felice di essere toccata !…E se gli strumenti potessero parlare allora assisteremmo ad una vera e propria guerra: tutti i bassi vorrebbero essere accarezzati da lui…Sweet Animal Filippo (il nickname e’ gia’ tutto un programma); e tutti i tasti bianchi o neri si mettono a danzare quando sono sfiorati dalle dita di Frankie Likes the Wall.

e poi arriva lui, John Persico, leader indiscusso e camaleontico del gruppo: grazie alla sua voce ed alle sue doti di innato animatore riesce a trascinare tutti gli spettatori, di ogni eta’, nel turbine del divertimento e della buona musica. E non e’ raro che a loro si uniscano in alcune occasioni amici musicisti, interpreti e non, del panorama musicale e dello spettacolo nazionale ed internazionale. Questo, e ancora di piu’ e’ il risultato di tanti anni di esperienza; in particolar modo di John Persico, memore di partecipazioni a trasmissioni come: Festivalbar, Domenica In, Odeon, L’altra domenica e molte altre; e di una grande passione per la musica, il tutto proponendosi con simpatia e regalando al proprio pubblico un piccolo angolo di “paradiso rock” dove ognuno potra’ finalmente essere protagonista.

Spettacolo di musiche e danze aborigene lunedì 25 giugno 2001 – ore 21 – ingresso gratuito.
Wadumbah è di certo uno dei più rappresentativi gruppi della tradizione aborigena australiana, un trio che attraverso musica e danza riesce a trasmettere tutto il pathos di una cultura millenaria.

L’intento dell’ensemble Wadumbah è di tenere vivo lo spirito e l’orgoglio del popolo aborigeno, abbattendo quelle barriere, spesso invisibili, che separano le diverse etnie. Il repertorio del gruppo è incentrato sui balli Noongar ma nelle loro performance live non mancano danze tradizionali dell’Australia Occidentale. Il gruppo Wadumbah si è esibito con successo in numerose manifestazioni di livello internazionale, compresa la festa inaugurale del Campionati Mondiali di Nuoto svoltisi a Perth.

Gli spettacoli sono molto coreografici e per il pubblico è praticamente impossibile non rimanere coinvolto dal fascino di musica e danze. Il membro fondatore del gruppo è James T. Webb, proviene dalla tribù Walmatjerri del Kimberley. Ha trascorso tre anni alla Scuola di Musica Aborigena di Perth ed ha lavorato a Perth e dintorni per molti anni come suonatore di didjeridu e narratore. James è noto nel Paese per i suoi sforzi tesi a creare consapevolezza della propria cultura nella comunità aborigena.

Peter è lo zio di James. Non è solo affiliato al popolo Noongar del sud est di WA, ma anche associato con la tribù Arunta di Alice Spings. Zio Peter è stato coinvolto nella danza tribale fin da piccolo. Suo padre appartiene al popolo Wongi di Kalgoorlie e il popolo di sua madre sta fra i Noongar e la tribù Ngigima del Kimberly. Terrence è ballerino e narratore di grande talento e si è esibito in spettacoli di alto livello artistico

Talk Show mercoledì 27 giugno 2001 – ore 21 – ingresso gratuito.
Il direttore di Controradio Raffaele Palumbo e Alessandro Portelli presentano il libro “Il Cavaliere B.” di Michele Gambino.

Nel corso della serata sarà letto e reinterpretato il best-seller "Una Storia Italiana". IL LIBRO - La vera storia di Silvio Berlusconi: le origini della sua fortuna economica, ricostruita al termini di una lunga inchiesta in Svizzera e in Italia, la carriera dell’uomo, i primi investimenti, l’ingresso nel mondo della televisione privata, l’acquisto del Milan, la scalata alla Mondadori, l’esordio in politica. Di ogni vicenda vengono raccontati segreti e retroscena con stile agile ed estremo scrupolo cronachistico.

L’ultima parte indaga, attraverso episodi più o meno recenti, sulla personalità, gli amici e i nemici, i programmi di Berlusconi. Strumento utile e non faticoso per chi voglia scoprire chi è e cosa ha in mente veramente l’uomo che vuole rifare l’Italia.
L’AUTORE - Michele Gambino, 42 anni, giornalista, ha iniziato l’attività nei primi anni ’80 con I Siciliani” di Giuseppe Fava. Dal 1990 è inviato del settimanale “Avvenimenti”. Specializzato in inchieste su criminalità economica, mafia, politica interna ed estera, ha realizzato decine di reportage dai teatri di guerra di tutto il mondo.

Ha collaborato come autore ed inviato in diverse trasmissioni televisive della Rai e ha scritto libri-inchiesta e saggi su argomenti d’attualità. È uno degli insegnanti della “bottega di giornalismo” della scuola torinese “Holden” di Alessandro Baricco. Questo è il suo terzo libro su Berlusconi. Il precedente, scritto con il direttore di “Avvenimenti” Claudio Fracassi, ha venduto oltre 100.000 copie.
L’OSPITE - Nato a Roma nel 1942, Alessandro Portelli si è laureato in Giurisprudenza e poi in Lingue e letterature straniere moderne presso l'Università degli studi di Roma 'La Sapienza' dove attualmente insegna Letteratura Angloamericana.

Ha partecipato al lavoro dell'Istituto Ernesto De Martino e del romano 'Circolo Gianni Bosio', per la ricerca, lo studio e la diffusione della storia orale, della cultura orale e popolare. Per Radio-RAI ha curato alcuni programmi sulla musica americana, quali Jabalaya sulla musica country, e La frontera, sulle musiche di confine. Dirige la Rivista di studi americani "Acoma".

Spettacolo teatrale per voce sola con Marco Baliani giovedì 28 giugno 2001 – ore 21.
Kohlhaas è uno spettacolo teatrale per voce sola di Remo Rostagno e Marco Baliani tratto dal racconto “Michael Kohlhaas” di Hinrich von Kleist.

Fra le molte strade per arrivare a esprimere i sentimenti e le emozioni del teatro, l'attore regista e drammaturgo Marco Baliani - talento fra i più interessanti della generazione dei quarantenni, una lunga militanza nello spettacolo per ragazzi - ne ha scelta una antichissima, e all'apparenza quasi elementare: quella del racconto, della testimonianza orale da null'altro sostenuta che da un'acuta percezione dei percorsi interni del materiale scelto, e da una straordinaria intelligenza teatrale nel comunicarli allo spettatore.


Solo sulla scena, Baliani presenta, la tappa più recente di una ricerca sulle tecniche di affabulazione che dura ormai da anni. Si parla non a caso di tecniche, e di un meccanismo solo apparentemente semplice: perchè in realtà questo tenere inchiodato il pubblico evocando semplicemente degli avvenimenti senza cedere a tentazioni interpretative, ma accentuando appena le inflessioni dei vari personaggi richiede un'elaborazione studiatissima, che non sarebbe dispiaciuta a Brecht. Nel caso di Kohlhaas si legge in trasparenza una sottile scarnificazione dell'impianto letterario del testo, una sua impercettibile riduzione alla lingua parlata del narratore, e a un'acuta sensibilità ai nodi drammaturgici della vicenda, i risvolti metaforici di ogni immagine; oltre, naturalmente, all'abilità tutta brechtiana, appunto di mantenere sempre in primo piano l'io narrante, con una recitazione prettamente epica, interamente in terza persona.

Al fascino magnetico di questo spettacolo sorprendente e un po' provocatorio contribuisce ovviamente lo splendido racconto di Kleist, tratto da un fatto realmente accaduto nella Germania cinquecentesca: la storia di un umile mercante di cavalli che, in seguito all'imbroglio subito a opera di un nobile e all'impossibilità di vedere riconosciute le sue ragioni, si fa brigante e conquista schiere di proseliti tra i diseredati, conquista e saccheggia città, scatena quasi una guerra contro il potere imperiale, e nel sangue quasi perde di vista le legittime rivendicazioni del diritto che lo hanno spinto a ribellarsi.

Una riflessione ambigua, crudele e folgorante sulla questione della giustizia e sulle conseguenze morali che la reazione all'ingiustizia può comportare, che Baliani, con sottilissima discrezione allusiva, mette a confronto con temi sanguinosi della nostra storia recente, e con gli interrogativi di una generazione che ne è stata al centro. Ma l'aspetto più suggestivo di Kohlhaas è nell'incredibile ricchezza espressiva e pienezza d'espressione che il suo creatore riesce a raggiungere con mezzi che parrebbero tanto scarni: grazie alla sorvegliatissima mobilità del viso che un anonimo rende pallido sotto i riflettori, a una duttile intelligenza dei ritmi, delle variazioni tonali e soprattutto a una gestualità asciutta, geometrica ma in certi passaggi narrativi di un'intensità lancinante, Baliani riesce a popolare quella scena immobile e vuota di apparizioni, eventi, pensieri, emozioni, dimostrando con un'evidenza impressionante come l'apparato formale del teatro possa risultare inutile e fuorviante di fronte all'urgenza abbagliante di una storia da raccontare.


Marco Baliani è nato a Verbania nel 1950, autore, attore e regista teatrale, con il gruppo Ruotalibera, che ha fondato nel 1975 e di cui è stato direttore artistico fino al 1990, Marco Baliani ha creato spettacoli per ragazzi più volte premiati dalla critica, tra cui Orphy 2013 (1985) e Oz (1986). Nell'estate del 1991 e del 1992, per l'anniversario della strage di Bologna, dirige e crea con più di cento attori una 'sacra' rappresentazione nelle piazze della città dal titolo Antigone delle città, in una memorabile messa in scena la notte del 1° agosto.

Da anni conduce una ricerca sull'arte della narrazione orale e sullo spazio del racconto in teatro, creando spettacoli per un solo attore narrante come Storie (1988), Kohlhaas (1989, da un racconto di Heinrich von Kleist) e “Frollo” (1994). Tra gli altri suoi spettacoli: “Piccoli Angeli” (1993), vincitore del premio Stregagatto 1994, “Prima che il gallo canti” (1994) e “Come gocce di una fiumana” (1994), con i quali vince il premio IDI 1995 per la miglior regia. Sempre nel 1994 firma la regia del “Peer Gynt” di H.

Ibsen e nel 1996 mette in scena gli spettacoli “Lola che dilati la camicia” e “Tracce”. Per il festival d'autunno di Roma firma testo e regia dello spettacolo Migranti. Nel 1997 dirige lo spettacolo Gioventù senza Dio e presenta al festival di autunno di Roma Giufà, Giochà, Gioà, Nasreddin Hocha. Nel marzo 1998, la RAI ha trasmesso per la serie 'Palcoscenico' la trasposizione televisiva dello spettacolo “Kohlhaas”. Lo scorso anno per RaiDue, ha realizzato “Francesco a testa in giù”, rilettura della vita di San Francesco andata in onda dal sagrato della restaurata basilica di Assisi lo scorso novembre.

Una produzione della casa degli Alfieri di Castagnole Monferrato e Trikster Teatro. Ha inoltre scritto i libri 'Bambini, mutanti, replicanti' e 'Pensieri di un raccontatore di storie' e, nel 1998, la casa editrice Loggia de' Lanzi ha pubblicato il libro 'Marco Baliani, racconti a teatro'.

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