Si prepara una lunga estate calda per i DS fiorentini?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 giugno 2001 01:40
Si prepara una lunga estate calda per i DS fiorentini?

Tutto sembra essere cominciato il 9 marzo, quando durante una conferenza stampa, il vice-presidente DS del Consiglio regionale della Toscana, Carlo Melani, viene arrestato nell'ambito dell'inchiesta sulle tangenti a cardiochirurgia che coinvolge professionisti della sanità e amministratori.
Alcuni giorni dopo il gruppo consiliare DS al Comune di Firenze pubblica un documento: "Invitiamo le istituzioni a procedere ad una profonda riorganizzazione del sistema dei controlli per renderli realmente efficaci".
Dopo l'arresto di Melani, l'inchiesta della magistratura si sposta nel partito per ricostruire il finanziamento da 30 milioni che il politico ha avuto dall'imprenditore Olivi.

l’inchiesta sembra paralizzare una parte del partito. Il vicesindaco di Palazzo Vecchio, Graziano Cioni, sollecita ad uscire dall’imbarazzo: “se le indagini dimostreranno che qualcuno ha compiuto atti contrari ai propri doveri, ne risponderà"
Il ciclone Melani spinge i diessini a chiudere in anticipo la partita delle candidature per le elezioni politiche. La direzione metropolitana dei Ds vara la candidatura di Vannino Chiti, ex presidente della regione e sottosegretario con delega all'editoria, per il collegio di Firenze 1 della Camera.

Ma i segretari delle sezioni diessine del collegio, assieme a molti consiglieri di quartiere, insisterebbero sul nome di Graziano Cioni. La segreteria metropolitana e quella regionale, guidata da Agostino Fragai, si schierano invece per Chiti. Ufficialmente il no a Cioni nasce da motivi di opportunità e dalla necessità che si dedichi interamente al suo incarico di vicesindaco. Ci sono molti problemi anche per la candidatura del senatore Stefano Passigli e forti tensioni nella piana sul candidato «consigliato» dalla segreteria regionale, Vittoria Franco, presidente dell'istituto Gramsci.
Il 13 maggio la Destra si aggiudica alla Camera circa 380 seggi su 630, al Senato circa 180 su 318.

Forza Italia, a livello nazionale, sfiora il 30%, i DS non superano il 17%, La Margherita si avvicina al 13%, AN è al 12%, la Lega Nord si ferma al 4%. Unica consolazione per il Centro-sinistra la vittoria nelle comunali.
Eppure nel dibattito postelettorale a sinistra Claudio Martini afferma di aver visto un buon risultato dell'Ulivo: "L'Ulivo rafforza le sue radici in terra di Toscana -scrive il Presidente della Regione Toscana- Dalle urne sono usciti risultati soddisfacenti, in netta controtendenza.

Da noi l'Ulivo registra il miglior risultato nazionale. Al Senato passiamo dal 50,8 del 1996 al 52%, ottenendo 13 dei 14 seggi uninominali; alla Camera passiamo dal 46,8 del '96 all'attuale 48,7%, con 27 seggi su 29. Complessivamente perdiamo solo 3 seggi, contro i 10 a rischio. Possiamo perciò dire, a chiare lettere, che la vittoria del Polo, qui in Toscana, non cancella la nostra". In realtà il centrosinistra ha subito una severa sconfitta, su cui sarà necessario riflettere attentamente. "Abbiamo davvero fatto di tutto per vincere?" si domanda la base del partito.

La sconfitta ha dipeso dalla scarsa unità, ovvero se le forze contrarie a Berlusconi fossero state unite come nel ’96, avrebbero agevolmente vinto. Era davvero impossibile fare un patto elettorale con Rifondazione e Di Pietro? E come spiegare agli iscritti che i DS hanno pagato moltissimo la “scelta” di darsi poca visibilità?
Sia pur gradualmente, nel corso delle settimane si comincia a mettere in discussione il gruppo dirigente; la sua corsa al si salvi chi può, al collegio sicuro, al posto garantito: un 8 Settembre più che una Waterloo, con uno dei comandanti più importanti ed autorevoli, Veltroni, che addirittura non partecipa alla battaglia principale, ma si concentra su una secondaria, dando l’impressione di essere interessato più ai propri destini che a quelli del paese.

Un bruttissimo colpo all’immagine che sarà difficile recuperare. Nei DS si preannuncia un clima da faida e scontri senza quartiere. L’effetto della sconfitta è di scatenare un feroce scontro interno.
A Firenze il Gruppo DS in Consiglio comunale, di concerto con i gruppi DS nei Consigli di Quartiere e con il partito della città, annuncia che intende promuovere una serie di iniziative di confronto con i consiglieri dei Comunisti Italiani, dei Verdi, dello SDI, di Rifondazione Comunista e di quanti nel mondo dell’associazionismo, del sindacato e della società civile si riconoscono nelle ragioni della sinistra: "L'annunciata intenzione del Sindaco Leonardo Domenici di sviluppare in autunno un ampio dibattito attorno al piano strategico per la città -si legge in un documento- non dovrà consumarsi come un rito, o con la semplice gestione delle proposte degli esperti".
Poi arriva la scossa della fibra ottica.

Era nelle intenzioni del Comune di Firenze dotarsi di una società per il cablaggio e per la gestione dei servizi in rete di concerto con le amministrazioni di Empoli, Pistoia e Prato. L'operazione, se condivisa da tutte le amministrazioni, avrebbe una importanza strategica. L'amministrazione pratese e la sua municipalizzata del gas Consiag, che a settembre sembrava accettare la proposta di creare una rete di cablaggio unica per le amministrazione dell'area vasta, rompe l'accordo sul partner tecnico che gestirà il cablaggio e decide di "sganciarsi" dal progetto unitario per proseguire la strada da sola.

Apparentenemente la chiusura del comune pratese e soprattutto di Consiag è incomprensibile. «Una visione dell'area vasta quantomeno strana - commenta già in febbraio il capogruppo di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi, che insieme al capogruppo del CCD Federico Tondi, al consigliere di Forza Italia Massimo Pieri e alla consigliera di Alleanza Nazionale Gaia Checcucci, presenta 2 interpellanze- in un momento essenziale per il futuro delle città in quanto la rete di cablaggio rappresenta la futura rete tra le città, essenziale come quella della luce, dell'acqua o del gas, una rete che per l'importanza che riveste deve essere pensata compatibile tra le città, appetibile per aziende e cittadini e funzionale alle future esigenze.

La strada intrapresa non sembra tenere conto di nessuna di queste esigenze».
In maggio, sul numero 19 del settimanale Panorama si afferma che le società Grapes, ePlanet, Infostrada, Wind, Aexis, Edisontel si stanno occupando del cablaggio di Firenze ma, secondo l’assessore Tani ancora in aprile risultava che non fossero state individuate le società deputate alla realizzazione del progetto.
A fine mese indagini sugli appalti per il cablaggio avviate della Procura della Repubblica di Firenze portano alla perquisizione dell'ufficio e dell'abitazione dell'assessore allo sviluppo economico del Comune di Scandicci Marcello Dugini, 40 anni, sposato, dirigente in aspettativa di una cooperativa, in carica dallo scorso anno quando fu chiamato in giunta dal Sindaco per sostituire Filippo Fossati, eletto al Consiglio Regionale.

La Guardia di Finanza, con una informazione di garanzia per concorso in corruzione, si presenta in Comune e preleva dall'ufficio di Dugini alcune agende, rubriche e documenti relativi ai rapporti tenuti dall'assessore con Albacon, una delle aziende di telecomunicazioni interessate ad interventi di cablaggio nel territorio comunale. Entro i prossimi 24 mesi Albacom avrebbe dovuto stendere le fibre ottiche su 20 chilometri delle strade di Scandicci, sui settanta totali. Albacom dovrebbe realizzare una dorsale di 7 chilometri per collegare le fibre ottiche da Lastra a Signa a Scandicci.
Nelle stesse ore un tentativo di corruzione viene denunciato dal Vicesindaco di Firenze che fa arrestare nel proprio ufficio una intermediaria presentasi a nome di Albacom con una "mazzetta" in borsa.

Adelaide Ramacci prova a comprare la complicità di Graziano Cioni con 30 milioni in contanti e altri 150 a rate.
Il 4 giugno è giallo in Consiglio comunale: la maggioranza è minoritaria sull’edilizia residenziale pubblica nella votazione di un emendamento proposto dalla consigliera di Rifondazione, Monica Sgherri.
Il 6 giugno un annuncio di quelli destinati a fare scalpore nel già turbolento Palazzo Vecchio. Graziano Cioni lascia la carica di vicesindaco e l'assessorato al traffico: "L'ho già annunciato al Sindaco.

Me ne vado, è arrivato il momento". Le ragioni dell'abbandono stanno probabilmente nella delusione di questi ultimi mesi: la macchina del Comune che non risponde, il partito che lo ha escluso dalla competizione elettorale. Nella vicenda del tentativo di corruzione il vicesindaco afferma di essersi "sentito solo" e si sarebbe "aspettato di piu'" dai dirigenti del suo partito, i Ds. Il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, ha una lunga chiacchierata con il suo vice nel corso della mattinata. E le dimissioni rientrano.

Il capogruppo di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi commenta: "E' un modo di dire a suocera per far intendere a nuora ovvero una di quelle famose Cionate".
«Dopo le gravissime dichiarazioni del Vice sindaco Cioni, tra l’altro già ampiamente denunciate dall’opposizione, è indispensabile che si apra il dibattito in un Consiglio Comunale straordinario». E’ quanto dichiara il capogruppo del CCD Federico Tondi augurandosi «che nel corso del dibattito il Sindaco prenda atto che la situazione a Firenze è cambiata da quando è stato eletto, che l’operato della sua giunta è ora giudicato largamente insoddisfacente addirittura dai suoi più stretti collaboratori e che, con un gesto di grande responsabilità si dimetta, rimettendo ai fiorentini la decisione di scegliere il nuovo sindaco e maggioranza il prossimo autunno insieme ad altre grandi città».

Secondo Tondi «le questioni sollevate da Cioni sono di una gravità tale per gli interessi della città che non possono essere né sottovalutate né divenire oggetto di discussione interna riservato alla maggioranza, alla giunta o ai Ds: Firenze deve capire da chi è amministrata, quali sono i motivi della pessima efficienza della macchina comunale e perché la sinistra litiga invece di ben amministrare».
Rimpasto di giunta a Gennaio, più o meno a metà della legislatura. E' quanto propongono i Ds al sindaco Leonardo Domenici.

Una proposta avanzata direttamente dal segretario Lorenzo Becattini durante l'incontro del 7 giugno sera in via Venezia, il primo incontro tra sindaco da una parte e stato maggiore del partito cittadino dopo il "Mi dimetto, anzi no" del vicesindaco Graziano Cioni. Il gruppo consiliare dei DS accoglie con estremo favore l'ipotesi del Sindaco di svolgere in autunno un'ampia consultazione cittadina attorno al "piano strategico per Firenze".
«Le accuse ed i giudizi strumentali del centrodestra sulla telenovela delle dimissione di Cioni hanno consentito al Sindaco di salvarsi e non rispondere al problema vero che questa vicenda conferma: c’è un malessere diffuso fra il Sindaco, il Vicesindaco, i membri della giunta ed, infine, la sua maggioranza consiliare».

Il giudizio è della capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri, che interviene in Consiglio comunale: «E’ incredibile, infatti che le comunicazioni, per prassi consolidata, siano anticipate da esternazioni sui giornali. Questo la dice lunga sulla capacità della maggioranza di parlarsi. D’altra parte, ed è questo il vero problema, ad ogni passaggio delicato la maggioranza ha mostrato sofferenza, ogni volta una sua componente ha cercato visibilità e le votazioni su atti importanti hanno segnato clamorose differenziazioni».

«Siamo convinti - prosegue la capogruppo di Rifondazione Comunista - che sarebbe impellente riavviare una riflessione complessiva in tutta la sinistra sulle ragioni della sconfitta elettorale alle ultime politiche per ritrovare una vera coesione sul progetto di società e, in particolare, di città. A Firenze non serve portare avanti burocraticamente un programma di governo senza una verifica che i fatti dimostrano necessaria ed urgente».
L’assemblea di Palazzo Vecchio approva un ordine del giorno presentato da tutti i capigruppo della maggioranza (Barbaro, Caffaz, Lo Presti, Esposito, Morelli, Foti, Basosi, Papini, Conti, Rotondaro, Fittante) e votato anche dai consiglieri di Rifondazione Comunista, sulla revisione del piano generale del traffico e per l'avvio della definizione del piano urbano di mobilità, il nuovo strumento di pianificazione introdotto dalla legislazione nazionale.
Ed eccoci alle ultime ore.
Alla scadenza prevista dal bando per la gara relativa al 2° stralcio della linea tranviaria Scandicci - Firenze S.M.N., dei raggruppamenti di imprese qualificati, tre hanno presentato la propria offerta.

Il Consiglio di Amministrazione di ATAF spa è già stato convocato per nominare immediatamente le Commissioni incaricate di valutare le offerte pervenute, sia in termini di ammissibilità formale che per il contenuto tecnico ed economico. Il Presidente di ATAF spa, Aldo Frangioni, esprime la propria soddisfazione per il significativo numero di offerte pervenute, che fanno presupporre una competizione serrata per aggiudicarsi l’opera.
Ma ieri Il Giornale della Toscana titola: "Tramvia, scoppia un nuovo giallo.

Arrivate tre offerte per la linea 1, ma alcuni plichi non erano sigillati". ATAF Spa smentisce in modo categorico la notizia sulla non integrità dei materiali presentati per l'offerta e l'affermazione che ci sia minaccia di ricorso perché "alcuni scatoloni non erano sigillati", in quanto completamente falsa. Considerata la gravità del fatto, in presenza di una gara europea quale quella in corso, il presidente dell'ATAF (già sindaco di Fiesole) Aldo Frangioni, da mandato ai legali di procedere con la denuncia in sede giudiziaria e con la richiesta di risarcimento danni nei confronti del Giornale della Toscana.
Nei prossimi giorni cosa altro accadrà?

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