Negli ultimi anni, al termine "giallo", inventato in Italia da Mondadori, si è sostituito "noir", termine francese adottato anche da Hollywood per designare storie torbide e inquietanti, dominate da passioni forti, ambizione, avidità e una buona dose di cinismo. In due parole, "noir" oggi è usato per indicare romanzi dove si racconta semplicemente una storia sbagliata, come avrebbe detto Fabrizio De André. E magari la si racconta anche dalla parte sbagliata, da quella cioè del colpevole, non dell’investigatore tutto d’un pezzo.
Di questo e altro, di libri, cinema, fumetti e tv, si parlerà a "Caffè Noir". Senza perdere di vista mai l’attualità, la realtà, il dato concreto della vita di tutti i giorni. Perché se il "noir" oggi ha un pregio, è quello di essere il romanzo d’avventura della quotidianità e della contemporaneità. Fra gli ospiti infatti, molti vivono la passione per le storie del crimine non per il solo gusto del divertissement letterario: giudici, avvocati, parlamentari e poliziotti. Parleranno di libri e di fumetti, certo, ma anche della loro esperienza sul campo.
Si comincia mercoledì 11 luglio con "Il cittadino è indifeso, il crimine dilaga…", anni ’70: la stagione calda del cinema poliziottesco italiano.
Incontro con Daniele Brolli, critico, scrittore e traduttore, ha curato la famosa antologia Gioventù Cannibale, oltre a numerose altre raccolte per Einaudi, Phoenix, Fanucci.
