Venerdì 25 maggio (ore 21,00) al Teatro dei Concordi di Roccastrada Cabaret yiddish

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 maggio 2001 00:19
Venerdì 25 maggio (ore 21,00) al Teatro dei Concordi di Roccastrada Cabaret yiddish

La lingua, la musica e la cultura Yiddish, quell'inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo ucraino e romeno, la condizione universale dell'Ebreo errante, il suo essere senza patria sempre e comunque, sono al centro di CABARET Yiddish, lo spettacolo proposto dalla TheaterOrchestra di cui è autore e interprete Moni Ovadia. Si potrebbe dire che lo spettacolo ha la forma classica del cabaret comunemente inteso. Alterna infatti brani musicali e canti a storielle, aneddoti, citazioni che la comprovata abilità dell'intrattenitore sa rendere gustosamente vivaci.

Ma la curiosità dello spettacolo sta nel fatto di essere interamente dedicato a quella parte della cultura ebraica di cui lo Yiddish è la lingua e il Klezmer è la musica.
Moni Ovadia e i suoi musicisti danno vita a una rappresentazione basata sul ritmo, sull'autoironia, sull'alternanza continua di toni e di registri linguistici, dal canto alla musica; una grande carrellata di umorismo e chiacchiere, di battute fulminanti e citazioni dotte, scherzi e una musica che fa incontrare il canto liturgico con le sonorità zingare.

Uno spettacolo che "sa di steppa e di retrobotteghe, di strade e sinagoghe": Tutto questo è ciò che Moni Ovadia chiama il "suono dell'esilio, la musica della dispersione ": in una parola della diaspora.
La TheaterOrchestra si rifà alla tradizione della musica Klezmer nell'incrocio di stili, nell'alternanza continua dei toni e degli umori che la pervadono, dal canto dolente e monocorde che fa rivivere il clima di preghiera della sinagoga all'esplosiva festosità di canzoni e ballate composte per le occasioni liete.

Moni Ovadia
Moni Ovadia nasce a Plovdiv in Bulgaria nel 1946, da una famiglia ebraica.

Studia a Milano dove si laurea in Scienze Politiche e incomincia la sua attività artistica come cantante e musicista nel gruppo dell' Almanacco Popolare sotto la guida dell'etnomusicologo Roberto Leydi. Nel 1972 fonda e dirige il Gruppo Folk Intemazionale che si dedica allo studio della musica tradizionale di vari paesi, in particolare dell'area Balcanica. Nel 1978 il gruppo cambia struttura e diventa "Ensemble Havadià", dedicandosi a musiche di propria composizione. Il lavoro teatrale vero e proprio inizia nel 1984 quando avvia una serie di collaborazioni con numerose personalità teatrali tra cui Pier'Alli, Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Giorgio Marini, Franco Parenti.

E proprio con il Teatro Franco Parenti crea, in collaborazione con Mara Cantoni, lo spettacolo Dalla Sabbia dal tempo in occasione del Festival di Cultura Ebraica nel 1987. E' questa per Moni Ovadia l'occasione di fondere le proprie esperienze di attore e di musicista, dando vita alla proposta di un "teatro musicale" lungo il quale ancora oggi opera la sua ricerca espressiva.
Nel '90 fonda la TheaterOrchestra e inizia a lavorare stabilmente con il CRT Artificio di Milano che produce lo spettacolo Golem messo in scena con la collaborazione di Daniele Abbado.

Dopo il debutto al Petrucelli di Bari viene presentato con successo a Milano, Roma, Berlino, Parigi e New York. Ma è con Oylem Goylem, una creazione di teatro musicale in forma di cabaret, che Ovadia si impone all'attenzione del grande pubblico. Sempre con Mara Cantoni dà vita nel gennaio del l995 a Dybbuk, spettacolo sulla Shoah che viene accolto come uno degli eventi più importanti della stagione teatrale. Sempre nello stesso anno con Pamela Villoresi, che ne firma anche la regia, debutta con lo spettacolo Taibele e il suo demone , una coproduzione Piccolo Teatro di Milano.

Rinnovando la collaborazione con il Piccolo Teatro e con Mara Cantoni, nel febbraio '96 dà vita allo spettacolo Ballata di fine millennio, grandissimo successo di critica e di pubblico e un'impegnativa tournée nelle principali città italiane.
Nel 1994 inizia il sodalizio artistico con Roberto Andò debuttando nell'opera multimediale Frammenti sull'Apocalisse di Daniele Abbado, Nicola Sani e dello stesso Andò presentato al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, e in forma di spettacolo al Festival Roma Europa nel giugno 1995.

Nel febbraio 1995 nasce Diario ironico dall'esilio scritto a due mani con Roberto Andò e co-prodotto dal Teatro Biondo Stabile di Palermo. Partecipa insieme all'attore tedesco Bruno Ganz al primo lungometraggio di Andò Diario senza date (Diary with no dates), presentato alla 51° Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Finestra sulle immagini. Da non dimenticare nell'89 Progetto Ritsos Delfi Cantata, ispirato al poeta greco Ghiannis Ritsos con le musiche di Piero Milesi e ripreso nel 1994 in una nuova edizione per Suoni e Visioni.

Per le Orestiadi di Gibellina del 1993, a memoria del venticinquennale del terremoto che distrusse la valle del Belice, costruisce con la collaborazione di Studio Azzurro e le musiche di Alfredo Lacosegliaz Ultima forma di libertà, il silenzio ambientato sull'inquietante scenario del Cretto di Burri. Sempre per il Festival di Gibellina del 1996 presenta lo spettacolo evento Pallida madre tenera sorella con la regia di Piero Maccarinelli. Nel 1997 mette in scena Il caso Kafka, scritto a quattro mani con Roberto Andò e diretto dallo stesso Andò.

Realizza poi, di nuovo come regista, nel 1998 Mame, Mamele, Mama, Mame, Mamma, Mamà, spettacolo che è tuttora in tournée in Italia. Per il cinema presta il suo volto partecipando a Caro Diario di Nanni Moretti e, con il ruolo di co-protagonista a Facciamo Paradiso di Mario Monicelli. Grande successo la serie radiofonica per RAI 2 nella primavera del 1994 Note Spettinate, di cui anche conduttore, rinnovando la collaborazione con Mara Cantoni. Nel luglio '95 gli viene conferito dal sindaco di Firenze il "Sigillo per la pace". Premio speciale UBU 1996 per la sperimentazioni su teatro e musica.

Sempre nel 1996 pubblica per Bompiani il libro "Perchè no?" che entra nelle classifiche dei libri più venduti. Nel 1998 sono stati pubblicati l'autobiografia "Speriamo che tenga" (Mondadori) e l'antologia "L'ebreo che ride" (Einaudi). Nel 2000 sempre per Einaudi esce l'abbinamento editoriale libro e CD dello spettacolo "Ballata di fine millennio".

In evidenza