Dopo l'esposto la candidata dell'Ulivo nei cantieri dell’Alta Velocità

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 maggio 2001 15:38
Dopo l'esposto la candidata dell'Ulivo nei cantieri dell’Alta Velocità

Accompagnata dai responsabili della TAV, la candidata senatrice dell’Ulivo Vittoria Franco, nella mattinata di martedì 8 maggio 2001 si recherà in visita ai cantieri dell’Alta Velocità. Dopo la visita al cantiere cosiddetto del Carlone, nel comune di Vaglia, visiterà il campo base di Sesto Fiorentino, nell’area più urbanizzata di tutta la tratta. Incontrerà anche i lavoratori, i responsabili dei lavori, i tecnici e con loro avrà modo di verificare lo stato dei lavori, gli obiettivi, le difficoltà.
“Riteniamo che i diritti costituzionali alla salute e alla sicurezza sul lavoro, nonché ad una vita dignitosa per i lavoratori dei cantieri TAV, non risultino essere attualmente garantiti”.
Ecco perché Giuseppe Banchi, coordinatore provinciale di Medicina Democratica, Antonio Fernando D’Angelo, presidente nazionale della medesima cooperativa, Girolamo Dell’Olio, presidente dell’Associazione di volontariato Idra e l’operaio rappresentante dei lavoratori alla sicurezza presso il cantiere TAV del Carlone Pietro Mirabelli hanno deciso di inviare un esposto alla Procura della Repubblica di Firenze.
Medicina Democratica, Idra e Pietro Mirabelli ritengono che CAVET al momento dell’introduzione del ciclo continuo non abbia valutato adeguatamente, come il Decreto Legislativo 626 prevede, i rischi aggiuntivi a quelli propri del lavoro in galleria che tale turnazione di lavoro avrebbe comportato, ed in particolare:
- l’aumento del rischio infortunistico causato dai maggiori ritmi di lavoro e dal conseguente stress con relativa caduta dell’attenzione (2 infortuni mortali avvenuti nel corso del 2000);
- l’aumento dell’esposizione a rumore, polveri, fumi e agli altri fattori di rischio presenti in galleria, sia per il maggior numero di ore di lavoro che per la ridotta manutenzione (dovuta al ciclo continuo) delle attrezzature di lavoro (si ricordi che la silice libera cristallina è oggi riconosciuta agente cancerogeno);
- l’aumento della fatica fisica e di tutti i disturbi e le patologie ad essa correlati;
- il notevole disagio psichico, che è anche fonte di disturbi e patologie a causa sia dell’alterazione dei ritmi biologici, sia dall’aumento dello stress, nonché per la lunga assenza dalla famiglia e per le condizioni di vita in baracche poco accoglienti (trattasi di lavoratori in grandissima maggioranza provenienti dall’Italia Meridionale).
Inoltre i firmatari dell’esposto chiedono che la Procura indaghi sulla eventuale pratica del “mobbing” ("aggressione psicologica" nel campo del lavoro).

O addirittura del “bossing” ("spadroneggiamento") nei confronti dei lavoratori più combattivi da parte della direzione). L’esposto è corredato da sei allegati (due relazioni dell’AUSL di Firenze, una nota della Direzione Provinciale del Lavoro di Firenze, un comunicato ANSA sulla morte di un operaio in un cantiere CAVET, la registrazione della trasmissione di Oliviero Beha Radioacaolori del 19 aprile scorso, e un articolo della rivista scientifica La Medicina del Lavoro sulla nocività del lavoro a turni).
I firmatari chiedono in conclusione alla Procura di accertare:
a) "l'eventuale presenza di violazioni alla vigente normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, ma anche dell’art.

590 del Codice Penale;
b) se l’integrità psico-fisica dei lavoratori tutti..... sia in grave pericolo con il mantenimento dell’attuale organizzazione del lavoro".

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